Mattarella, Fincantieri, Leonardo e ENI in Qatar
Guerini: nessun ritiro, anzi, “la Nato può rappresentare la futura dimensione della missione in Iraq”
Il Qatar rappresenta il principale sponsor (insieme alla Turchia) di Fayez al Serraj. Mattarella appoggia “la posizione saggia” di Doha.
Da parte sua, l’Emirato continua a dimostrare grande interesse nel rafforzare le relazioni con i Paesi europei, un modo per uscire dall’isolamento in cui le altre monarchie del Golfo (Arabia Saudita in testa) hanno cercato di rinchiuderlo da circa due anni, con l’accusa di sostenere le ambizioni iraniane nella regione mediorientale e di offrire supporto ai Fratelli Musulmani in Egitto e a gruppi integralisti come Hamas.
La visita di Sergio Mattarella è anche “business oriented”. L’emiro Tamim Bin Hamad ha invitato a colazione gli amministratori delegati delle principali aziende italiane, tra cui Leonardo, Fincantieri, Eni, Saipem, Cassa depositi e prestiti ed Elettronica. Nel 2018 l’interscambio commerciale tra Italia e Qatar è stato pari a 2,6 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 2,3 dell’anno precedente. Pesa in particolare il settore della Difesa con il programma di acquisizione
navale che l’Emirato ha assegnato a Fincantieri nel 2016, per sette navi (tutte costruite nei cantieri italiani del Gruppo guidato da Giuseppe Bono) e circa 4 miliardi di euro. In quella commessa sono state coinvolte sul programma Leonardo, MBDA ed Elettronica. Poi, a marzo 2018, è arrivato l’ordine dall’Aeronautica del Qatar per 28 elicotteri militari NH90, prodotti da Leonardo (che agisce in qualità di prime contractor) insieme al gruppo franco-tedesco Airbus e all’olandese Fokker.
Il ministro Guerini ha fatto tappa alla Task Force Air in Kuwait.
In Iraq, i militari italiani si occupano prevalentemente di addestrare le forze militari peshmerga e irachene.
La missione Prima Parthica conta all’incirca 900 militari, 300 mezzi terrestri e una dozzina di velivoli impiegati tra Kuwait e Iraq, rappresenta il contributo italiano alla Coalizione internazionali anti-Daesh.
Il sostegno al governo-fantoccio iracheno è funzionale agli interessi nazionali, ha detto Guerini. Secondo l’Ice, tra gennaio e settembre dello scorso anno, l’Italia ha importato dall’Iraq petrolio per 3,8 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 2,6 dello stesso periodo del 2018. Per l’Unione petrolifera, nel 2019 è arrivato dall’Iraq il 20% dell’import nazionale di greggio. Il Paese è il primo fornitore dell’Italia di petrolio, davanti a Russia e Libia, anche a fronte del brusco calo delle forniture iraniane. Dal punto di vista dell'imperialismo italiano, i legami con l’Iraq diventano ancora più strategici.
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