Tornano
a esplodere le proteste nei centri di detenzione per immigrati/e in
tutta Italia. Dai campi di lavoro ai centri di detenzione, la
solidarietà è la nostra arma.
È di ieri la notizia della rivolta scoppiata nel CPR di Pian del Lago (Caltanissetta) a seguito della morte di uno dei migranti reclusi, a questa protesta fa eco la rivolta, avvenuta una settimana fa presso il CPR di Corso Brunelleschi, dove i detenuti hanno dato fuoco per l'ennesima volta alla struttura. E nonostante i tentativi di repressione e deportazione da parte della polizia, nello stesso centro di detenzione a Torino ieri, con immenso coraggio, i reclusi hanno dato vita ad un’altra rivolta, dopo che a Gradisca una rivolta analoga, domenica, ha danneggiato il neonato CPR. Alle ribellioni si sommano innumerevoli resistenze alle deportazioni, fughe dalle strutture (come quella avvenuta recentemente presso il CPR di Gradisca) e molte altre testimonianze della volontà dei reclusi e delle recluse di lottare contro queste forme estreme di repressione. A queste persone e alla loro determinazione, come lavoratori e lavoratrici delle campagne e solidali non possiamo che esprimere la massima solidarietà.
La vostra rabbia è la nostra rabbia, contro ogni confine, contro ogni frontiera. Tutte/i libere/i!
È di ieri la notizia della rivolta scoppiata nel CPR di Pian del Lago (Caltanissetta) a seguito della morte di uno dei migranti reclusi, a questa protesta fa eco la rivolta, avvenuta una settimana fa presso il CPR di Corso Brunelleschi, dove i detenuti hanno dato fuoco per l'ennesima volta alla struttura. E nonostante i tentativi di repressione e deportazione da parte della polizia, nello stesso centro di detenzione a Torino ieri, con immenso coraggio, i reclusi hanno dato vita ad un’altra rivolta, dopo che a Gradisca una rivolta analoga, domenica, ha danneggiato il neonato CPR. Alle ribellioni si sommano innumerevoli resistenze alle deportazioni, fughe dalle strutture (come quella avvenuta recentemente presso il CPR di Gradisca) e molte altre testimonianze della volontà dei reclusi e delle recluse di lottare contro queste forme estreme di repressione. A queste persone e alla loro determinazione, come lavoratori e lavoratrici delle campagne e solidali non possiamo che esprimere la massima solidarietà.
La vostra rabbia è la nostra rabbia, contro ogni confine, contro ogni frontiera. Tutte/i libere/i!
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