Francia, gli operai dell’elettricità in sciopero hanno tagliato alcune linee elettriche ai ricchi per ricollegarle alle famiglie povere. Hanno punito anche il sindacato collaborazionista della CFDT, la sede è rimasta al buio.
La
CGT, il maggior sindacato francese non è certo un sindacato
sovversivo ma la differenza tra questo sindacato e il corrispettivo
italiano, la CGIL, è quanto meno impietoso.
La dimostrazione di quanto siano combattivi gli esponenti della CGT rispetto alla vigliaccheria dei dirigenti nostrani della CGIL, capaci solo di fare dichiarazioni roboanti tipo “la lotta paga”, sta nei fatti.
La CGIL attraverso la dichiarazione del suo segretario generale , appena uscita dal tavolo governativo, si è attribuita la vittoria per la miserabile mancetta distribuita alla maggioranza degli operai dal governo attraverso il taglio del cuneo fiscale. Landini ha dichiarato: “è un primo e importante risultato della lotta e della mobilitazione del sindacato. Ora andremo avanti per una riforma fiscale complessiva… come abbiamo visto la lotta paga”. Ma di quale lotta straparla questo immorale personaggio? È oramai da decenni che i capi del sindacato si sono dimenticati di determinare un qualunque sciopero, una qualsiasi mobilitazione e forme di lotta capaci di portare a casa un qualsivoglia risultato decente. L’importante però, a dispetto della realtà, è enunciare continuamente e inutilmente che la lotta paga. Come se pronunciare questo mantra ossessivo possa fermare i licenziamenti, ottenere aumenti salariali o spaventare padroni e governo.
Mentre qui da noi assistiamo a queste inutili enunciazioni, in Francia la situazione è totalmente diversa. É vero che le tradizioni contano; loro al re hanno tagliato la testa, mentre al re italiano è stato concesso un dorato esilio e questo la dice lunga sulle “nostre” tradizioni barricadiere, ma le loro forme di lotta, che qui subirebbero la condanna e la disapprovazione da parte di tutto il sindacato confederale, in Francia stanno realmente spaventando padroni e governo e sono difese e condivise dai capi della CGT.
Lo scorso 21 gennaio, gli operai aderenti alla CGT del settore Energie hanno messo in atto l’ennesimo blackout energetico e questo blackout è stato rivendicato e sostenuto dalla segreteria e da tutto il sindacato CGT: “Ancora corrente tagliata in Francia in un nuovo blitz contro la riforma delle pensioni rivendicata da CGT Energie. In particolare, il sindacato in lotta contro il progetto di Emmanuel Macron ha annunciato di essere all’origine del blackout di questa mattina nella zona dell’aeroporto di Orly e i mercati generali di Rungis, a sud di Parigi” (ansa 23 gennaio 2020). Così si è espresso il segretario generale della CGT Philippe Martinez sul giornale le Parisien del 22 gennaio: “tutte le azioni, gli scioperi e le manifestazioni sono legittime, per tutti quelli che si svegliano la mattina e non hanno elettricità, riconosco che non è molto piacevole. Ma quando ci sono scioperi, ci sono cose che non funzionano”
Ma non basta, oltre a questa ultima forma di lotta gli operai francesi hanno anche tagliato la corrente elettrica alla sede del sindacato collaborazionista CFTD.
La dimostrazione di quanto siano combattivi gli esponenti della CGT rispetto alla vigliaccheria dei dirigenti nostrani della CGIL, capaci solo di fare dichiarazioni roboanti tipo “la lotta paga”, sta nei fatti.
La CGIL attraverso la dichiarazione del suo segretario generale , appena uscita dal tavolo governativo, si è attribuita la vittoria per la miserabile mancetta distribuita alla maggioranza degli operai dal governo attraverso il taglio del cuneo fiscale. Landini ha dichiarato: “è un primo e importante risultato della lotta e della mobilitazione del sindacato. Ora andremo avanti per una riforma fiscale complessiva… come abbiamo visto la lotta paga”. Ma di quale lotta straparla questo immorale personaggio? È oramai da decenni che i capi del sindacato si sono dimenticati di determinare un qualunque sciopero, una qualsiasi mobilitazione e forme di lotta capaci di portare a casa un qualsivoglia risultato decente. L’importante però, a dispetto della realtà, è enunciare continuamente e inutilmente che la lotta paga. Come se pronunciare questo mantra ossessivo possa fermare i licenziamenti, ottenere aumenti salariali o spaventare padroni e governo.
Mentre qui da noi assistiamo a queste inutili enunciazioni, in Francia la situazione è totalmente diversa. É vero che le tradizioni contano; loro al re hanno tagliato la testa, mentre al re italiano è stato concesso un dorato esilio e questo la dice lunga sulle “nostre” tradizioni barricadiere, ma le loro forme di lotta, che qui subirebbero la condanna e la disapprovazione da parte di tutto il sindacato confederale, in Francia stanno realmente spaventando padroni e governo e sono difese e condivise dai capi della CGT.
Lo scorso 21 gennaio, gli operai aderenti alla CGT del settore Energie hanno messo in atto l’ennesimo blackout energetico e questo blackout è stato rivendicato e sostenuto dalla segreteria e da tutto il sindacato CGT: “Ancora corrente tagliata in Francia in un nuovo blitz contro la riforma delle pensioni rivendicata da CGT Energie. In particolare, il sindacato in lotta contro il progetto di Emmanuel Macron ha annunciato di essere all’origine del blackout di questa mattina nella zona dell’aeroporto di Orly e i mercati generali di Rungis, a sud di Parigi” (ansa 23 gennaio 2020). Così si è espresso il segretario generale della CGT Philippe Martinez sul giornale le Parisien del 22 gennaio: “tutte le azioni, gli scioperi e le manifestazioni sono legittime, per tutti quelli che si svegliano la mattina e non hanno elettricità, riconosco che non è molto piacevole. Ma quando ci sono scioperi, ci sono cose che non funzionano”
Ma non basta, oltre a questa ultima forma di lotta gli operai francesi hanno anche tagliato la corrente elettrica alla sede del sindacato collaborazionista CFTD.
A dispetto del silenzio di tutta la stampa italiana sulle lotte degli operai francesi, riportiamo qui di seguito un articolo apparso su La Izquierda Diario: “Gli operai dell’elettricità in Francia sono diventati famosi per aver compiuto azioni da “Robin Hood”: tagliando alcune linea elettriche ai ricchi per ricollegarle alle famiglie povere. Questo lunedì hanno anche tagliato la corrente elettrica alla sede del sindacato CFDT (Confédération française démocratique du travail), che ha rifiutato di dichiarare gli scioperi contro la riforma delle pensioni, collaborando addirittura con Macron per legittimare la sua odiata riforma. Questo lunedì i lavoratori del comparto elettrico della Francia organizzati nella CGT Energy, hanno ripetuto una delle loro azioni da “Robin Hood”. Azioni basate sulla caratteristica di tagliare l’elettricità a uomini d’affari, stazioni di polizia ed edifici governativi, è ricollegarle alle famiglie più povere che non possono pagare le bollette.
In particolare, una delle azioni più dimostrative è stata diretta contro Laurent Berger, il leader del CFDT, che ha rifiutato di proclamare lo sciopero della sua organizzazione da quando sono iniziate le azioni contro la riforma pensionistica dello scorso 5 dicembre.
Per un mese e mezzo, i lavoratori del trasporto metropolitano di Parigi (RATP) e le ferrovie di tutto il paese (SNCF) hanno mantenuto uno sciopero illimitato, seguito da scioperi intermittenti nei settori degli insegnanti, dell’energia, delle raffinerie e dei porti, tra l’altro in molti casi lo sciopero è stato fatto ignorando la posizione dei leader sindacali che invitavano a non scioperare ed a non mobilitarsi.
Nonostante questo storico sciopero, il più importante dal 1968, con mobilitazioni di milioni di persone, il capo del sindacato CFDT, Laurent Berger, sin dal primo giorno era seduto al tavolo delle trattative con il governo di Macron, difendendo gran parte della riforma pensionistica voluta proprio da Macron, malgrado le clausole che la riforma prevede contro gli affiliati al suo sindacato. La rabbia è cresciuta contro questo sindacato, al punto che venerdì scorso un gruppo di scioperanti del coordinamento tra il RATP e la SNCF hanno occupato la sala centrale del quartier generale del sindacato, iniziativa che ha avuto un enorme sostegno da parte sia dei lavoratori che sui social network e dai comuni cittadini, nonostante il fatto che i media, il governo e la maggior parte dei sindacati abbiano condannato l’occupazione.”
Fino ad oggi il comportamento dei capi della CGT è stato coerente, non è però detto che sarà sempre così e che, come nelle migliori tradizioni del sindacalismo borghese anche la CGT non finirà per mollare. Comunque andranno le cose la critica all’operato del sindacato francese spetterà di diritto solo agli operai ed ai lavoratori francesi. Una domanda invece andrebbe posta a tutta la piccola borghesia che forma l’apparato della CGIL: ma di fronte alle straordinarie lotte degli operai e dei lavoratori in Francia ed al sostegno che sta dando loro la CGT, non provate almeno un po’ di vergogna e di inadeguatezza?
D.C.
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