martedì 4 dicembre 2018

pc 4 dicembre - MONTELLO: PER ESSERE ASSUNTA DOVEVI RINNEGARE IL MFPR... - LA LOTTA DELLE DONNE FA VEDERE "ROSSO" AI PADRONI... E il Mfpr gli prepara una denuncia...

Il Movimento femminista proletario rivoluzionario di Milano e a livello nazionale ha sostenuto fin dall'inizio la mobilitazione delle operaie della Montello organizzate nello Slai cobas sc di Bergamo, sia durante tutta la vertenza per il pagamento di tutte le ore di lavoro "8 ore lavoro 8 ore mi paghi", sia nella difficile e dura lotta per il rientro in fabbrica delle 17 operaie che coraggiosamente avevano anche portato in Tribunale l'azienda.
Non è un caso che questa lotta è "esplosa" con lo sciopero delle donne del 8 marzo 2018. Il Mfpr ha fatto iniziative a Bergamo, al Tribunale e alla fabbrica, ha fatto una campagna nazionale raccogliendo tanto sostegno e circa 3mila firme, ha dato voce - anche nella manifestazione delle donne del 24 novembre scorso a Roma - insieme allo Slai cobas sc Bergamo, alle operaie che finalmente hanno potuto far uscire dal chiuso della fabbrica le pesanti condizioni di lavoro, le discriminazioni, come donne e come immigrate, che vi sono quotidianamente dentro la Montello e le cooperative appaltatrici. 
Tutta questa verità non è evidentemente piaciuta ai padroni della Montello che si sono sentiti colpire nel cuore della loro azione di sfruttamento delle lavoratrici e hanno visto l'attività del Mfpr come "fumo negli occhi".
Mao Tsetung diceva: "Se veniamo attaccati dal nemico, è un bene, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una linea di demarcazione molto precisa tra noi e il nemico. E se quest'ultimo ci attacca con violenza, dipingendoci a fosche tinte e denigrando tutto ciò che noi facciamo, è meglio ancora, poiché ciò dimostra non soltanto che noi abbiamo tracciato una linea di demarcazione molto precisa tra noi e il nemico, ma anche che abbiamo conseguito un notevole successo nel nostro lavoro".

Stralci dalla denuncia del Mfpr

...La Montello Spa, nel corso della vertenza per l'assunzione di 17 lavoratrici in una lettera inviata allo Slai cobas sc di Bergamo che ha diretto la lotta e organizza tante lavoratrici, ha  scritto (in merito ad un incontro fatto dall'azienda direttamente con 5 delle 17 lavoratrici in lotta per l'assunzione e volto chiaramente a dividere il fronte di lotta - ndr):

“...All’incontro erano presenti, oltre a 5 lavoratrici, il sig. Lauricella, presidente del Consiglio di Amministrazione della cooperativa Selection, il sig. Cataldo, consigliere della cooperativa Selection, oltre che, per la Montello, il sig. Sancinelli, il sig. Giavazzi, consigliere delegato alla sicurezza aziendale e ai rapporti con la cooperativa e la signora Muggiolu, responsabile operativa.
In tale sede le lavoratrici presenti, hanno chiesto chiarimenti in merito alla possibilità di rientrare a svolgere la propria attività lavorativa, per il tramite della cooperativa Selection, nel sito Montello.
Da parte Montello sono stati chiesti chiarimenti circa l’appartenenza dichiarata dalle lavoratrici, tramite volantinaggio, al Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario e da chi sostenute in tale appartenenza. Tale dichiarata appartenenza, segnalata anche alle forze dell’ordine, ha generato legittime preoccupazioni da parte della Montello e dei suoi responsabili
alla sicurezza, in considerazione dell’attività di servizio pubblico svolto e del fatto che i siti di trattamento dei rifiuti, come quello di Montello, sono considerati sensibili in termini di sicurezza pubblica...”.

...La “richiesta di chiarimenti circa l'appartenenza delle lavoratrici al Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario” è molto grave. Essa è in aperta violazione dello
Statuto dei lavoratori Art. 8, che recita: È fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell'assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell'attitudine professionale del lavoratore”;
Inoltre risulta anche in violazione della Costituzione, in particolare all'art. 3 che nella prima parte recita: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
E all'art. 21 che recita nel primo capoverso:  Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”...
...E' evidente l'effetto ricattatorio della richiesta della Montello verso le 5 lavoratrici e di conseguenza indirettamente anche verso le altre 12 in attesa di assunzione.
All'azione discriminatoria illegale si unisce una evidente azione di minaccia-intimidazione con l'annuncio della “segnalazione alle forze dell'ordine”. Quale sarebbe il reato commesso dalle lavoratrici?

L'aggiunta fatta dalla Montello:
“...in considerazione dell’attività di servizio pubblico svolto e del fatto che i siti di trattamento dei rifiuti, come quello di Montello, sono considerati sensibili in termini di sicurezza pubblica...”, è evidentemente totalmente fuori luogo, dato che un volantinaggio del Mfpr, fatto il 20 settembre... è stato effettuato fuori dal perimetro della Montello, lontano dagli ingressi della fabbrica, per cui mai e poi mai poteva creare problemi di “sicurezza pubblica”.
Pertanto, questa sottolineatura ha evidentemente solo lo scopo di accentuare verso le lavoratrici l'azione di minaccia e ricattatoria, creando artatamente un clima di paura...."

Ma i padroni della Montello non sono nuovi a questi attacchi contro l'attività del Movimento femminista proletario rivoluzionario. Il 20 settembre 2018, a seguito del presidio e volantinaggio al Tribunale e alla fabbrica, mandano una lettera allo Slai cobas sc BG:   

"In data odierna siamo venuti a conoscenza che sia di fronte alla nostra Azienda che nei pressi del Tribunale di Bergamo avete esposto striscioni che fanno riferimento a Montello S.p.A. quale datore di lavoro delle dipendenti di una nostra appaltatrici e che Montello S.p.A. “opprimerebbe i diritti delle lavoratrici donne”.
Siamo inoltre venuti in possesso di un Vostro volantino che conferma tali Vostre accuse che contestiamo in quanto non corrispondenti alla realtà. Non è infatti vero che le lavoratrici che Voi ritenete oppresse siano dipendenti della Montello S.p.A. che ha legittimamente stipulato regolari contratti di appalto per determinate lavorazioni in azienda. Ma non solo; le vostre dichiarazioni sono calunniose perché la nostra azienda non ha mai “attaccato i diritti delle operaie“ come si legge nel Vostro comunicato.
Vi diffidiamo pertanto dal proseguire in questa vostra propaganda falsa e diffamatoria riservandoci comunque fin d’ora ogni più ampia azione nei Vostri confronti per la tutela della nostra onorabilità.
Distinti saluti.
MONTELLO S.p.A.
La Direzione"

I padroni si vestono da brave persone... 
Non attaccano i "diritti delle operaie"? Tutti possono leggere, sentire dai video quello che dicono le operaie! https://proletaricomunisti.blogspot.com/2018/09/pc-22-settembre-dallinchiestainterviste.html
"Tutela della nostra onorabilità"? E la dignità delle operaie? E quale onore ci sarebbe nel negare alle lavoratrici il diritto alla retribuzione per tutte le loro ore di lavoro? 

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