A quella, l’ennesima, scatenatasi
con il fallimento della Banca Lehman Brothers del 2008, in questi dieci anni, i
governi a guardia del capitale hanno risposto con la stampa di miliardi di
dollari, euro, yen… e grazie, quindi, alle banche centrali di tutti i maggiori
paesi imperialisti il capitalismo ha galleggiato in questa crisi, (scaricandone
tutti gli effetti negativi sulle masse popolari) durante la quale, comunque, per
dirla alla vecchia maniera, i ricchi sono sempre più ricchi (e sempre di meno) e
i poveri sempre più poveri (e sempre di più).
Ma adesso il rattoppo si sta sfaldando
e la crisi si riprende tutto il suo spazio. In un articolo di ieri del
quotidiano La Repubblica, per esempio, gli “esperti” ne parlano in questo modo:
“L’indice Smart Money fa tremare i mercati finanziari”; si tratta di un indice
molto affidabile per i padroni che “In passato si è dimostrato un indicatore
straordinariamente preciso e oggi
segnala un crollo finanziario.” “L’indice ha un nome innocuo” dice il
giornalista, “Bloomberg Smart Money Index, ma l’andamento della curva è
tutt’altro che benigno: a gennaio l’indice Smart Money segna ancora un picco a
20.757 punti. Oggi il barometro dell’intelligenza degli azionisti supera solo di
poco i 12.800. Un crollo senza
precedenti nella sua storia, iniziata nel 1932.” E quindi: “Per i
risparmiatori potrebbe significare un
futuro orribile.” I “risparmiatori” sarebbero i padroni e gli speculatori
finanziari che accantonano i profitti che fanno sulla pelle dei lavoratori!
Questi padroni e speculatori
finanziari non usano tra di loro tanti complimenti: “Gli analisti attuano
un’irrispettosa distinzione tra ‘denaro stupido’ e ‘intelligente’.” Continua il
giornalista, e naturalmente i padroni del “denaro intelligente” si mangiano
quelli del “denaro stupido”!
Ma “Fino a poco tempo fa gli
investitoti professionisti (“il denaro intelligente”) acquistando sui mercati
dimostravano di aver fiducia nel rally finanziario durato già nove anni.” Adesso
che i pericoli di una nuova profonda crisi si fanno sempre più concreti “I
grandi ricchi non sono più così tranquilli”.
La curva del denaro stupido e di
quello intelligente
L’indice Smart Money fa tremare i
mercati finanziari. Altri indicatori confermano l’andamento
segnalato dal cosiddetto “denaro intelligente”. Tra gli operatori di borsa sta girando un grafico che condensa i peggiori incubi degli investitori. Mostra una curva che negli ultimi anni con varie oscillazioni è sempre salita e che all’improvviso precipita. Uno stratega finanziario ha girato il grafico a tutti indistintamente come allerta per il futuro, perché l’indice su cui si basa si è dimostrato in passato un indicatore precoce sorprendentemente sicuro. Si è tornati a parlare di “grafico dell’orrore”. L’indice ha un nome innocuo, Bloomberg Smart Money Index, ma l’andamento della curva è tutt’altro che benigno: a gennaio l’indice Smart Money segna ancora un picco a 20.757 punti. Oggi il barometro dell’intelligenza degli azionisti supera solo di poco i 12.800. Un crollo senza precedenti nella sua storia, iniziata nel 1932. Per i risparmiatori potrebbe significare un futuro orribile. L’indicatore misura il posizionamento di vari gruppi di investitori nel corso della giornata a Wall Street. Gli analisti attuano un’irrispettosa distinzione tra “denaro stupido” e “intelligente”. Il denaro stupido è in primo luogo quello dei piccoli investitori che si muovono sui mercati freneticamente all’inizio della sessione di negoziazione. Quello intelligente sfrutta l’emotività degli investitori privati per vendere, preferibilmente a prezzi gonfiati. Ma l’indice non si limita ad analizzare l’attività sui mercati all’apertura delle borse, riporta anche l’andamento nell’ultima mezz’ora prima della chiusura. È allora che i più intelligenti di norma riacquistano i titoli a prezzi inferiori. “In tempi normali questa strategia funziona benissimo, ma adesso è un po’ diverso”, dice Albert Edwards, stratega della Société Générale, citando il grafico come indizio estremamente significativo che sul mercato qualcosa non quadra. Secondo Edwards il “denaro intelligente” ormai si ritira dalla borsa, mentre i piccoli investitori speculano ancora su una ripresa o persino su un nuovo rally. Fino a poco tempo fa gli investitoti professionisti (“il denaro intelligente”) acquistando sui mercati dimostravano di aver fiducia nel rally finanziario durato già nove anni. I grandi ricchi non sono più così tranquilli.
segnalato dal cosiddetto “denaro intelligente”. Tra gli operatori di borsa sta girando un grafico che condensa i peggiori incubi degli investitori. Mostra una curva che negli ultimi anni con varie oscillazioni è sempre salita e che all’improvviso precipita. Uno stratega finanziario ha girato il grafico a tutti indistintamente come allerta per il futuro, perché l’indice su cui si basa si è dimostrato in passato un indicatore precoce sorprendentemente sicuro. Si è tornati a parlare di “grafico dell’orrore”. L’indice ha un nome innocuo, Bloomberg Smart Money Index, ma l’andamento della curva è tutt’altro che benigno: a gennaio l’indice Smart Money segna ancora un picco a 20.757 punti. Oggi il barometro dell’intelligenza degli azionisti supera solo di poco i 12.800. Un crollo senza precedenti nella sua storia, iniziata nel 1932. Per i risparmiatori potrebbe significare un futuro orribile. L’indicatore misura il posizionamento di vari gruppi di investitori nel corso della giornata a Wall Street. Gli analisti attuano un’irrispettosa distinzione tra “denaro stupido” e “intelligente”. Il denaro stupido è in primo luogo quello dei piccoli investitori che si muovono sui mercati freneticamente all’inizio della sessione di negoziazione. Quello intelligente sfrutta l’emotività degli investitori privati per vendere, preferibilmente a prezzi gonfiati. Ma l’indice non si limita ad analizzare l’attività sui mercati all’apertura delle borse, riporta anche l’andamento nell’ultima mezz’ora prima della chiusura. È allora che i più intelligenti di norma riacquistano i titoli a prezzi inferiori. “In tempi normali questa strategia funziona benissimo, ma adesso è un po’ diverso”, dice Albert Edwards, stratega della Société Générale, citando il grafico come indizio estremamente significativo che sul mercato qualcosa non quadra. Secondo Edwards il “denaro intelligente” ormai si ritira dalla borsa, mentre i piccoli investitori speculano ancora su una ripresa o persino su un nuovo rally. Fino a poco tempo fa gli investitoti professionisti (“il denaro intelligente”) acquistando sui mercati dimostravano di aver fiducia nel rally finanziario durato già nove anni. I grandi ricchi non sono più così tranquilli.
La Repubblica
3 dicembre ’18
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