Questa notte nella tendopoli di San Ferdinando (RC) é scoppiato l’ennesimo incendio. Un uomo originario del Gambia, é morto. Come raccontato dagli gli abitanti in questa testimonianza
il fuoco é stato spento dalle persone della tendopoli perché i vigili del fuoco sono arrivati tardi e con mezzi inadeguati e sprovvisti d’acqua.
Mentre si aspettano altre notizie é enorme il dolore e la rabbia per
l’ennesima vittima di un sistema di segregazione e sfruttamento che
imperterrito e impunito costringe donne e uomini a vivere la propria
vita in tende e baracche, senza acqua né riscaldamento, in attesa di un documento o di lavoro.
Con una tremenda puntualità’ dobbiamo vivere tutto questo: é di poche settimane fa il decesso di Bakary Secka a Borgo Mezzanone. A gennaio aveva perso la vita Becky Moses che viveva proprio nella Tendopoli di San Ferdinando.
Luoghi in cui lo Stato e le istituzioni si presentano sempre e solo per reprimere e punire, e, quando le persone si organizzano perché sono stufe di vivere in questo modo, colpiscono loro e chi li sostiene ignorando qualsiasi richiesta e bisogno e nascondendo dietro il pietismo la mano che causa questi lutti.
QUESTE MORTE SONO, E SARANNO SEMPRE SULLE VOSTRE COSCIENZE!
Suruwa Jaiteh aveva 18 anni soltanto ed era arrivato in Italia un anno fa dal Gambia in cerca di futuro. Voleva studiare, ha trovato invece la disperazione e la morte, come tanti altri prima di lui nelle campagne italiane, come migliaia di esseri umani nelle acque del Mediterraneo. La sua vita è stata stroncata dal fuoco che ha divorato questa notte la tenda nella quale dormiva nella baraccopoli di San Ferdinando, lì nella piana di Gioia Tauro dove da almeno trent’anni masse di braccianti immigrati sono sfruttati e schiavizzati nella raccolta degli agrumi e delle altre produzioni ortofrutticole per una manciata di euro al giorno.
Il fuoco di un braciere acceso per proteggersi dal freddo della notte ha fatto fare a Suruwa Jaiteh la stessa orribile fine di Becky Moses, morta carbonizzata il 28 gennaio scorso.
vita in tende e baracche, senza acqua né riscaldamento, in attesa di un documento o di lavoro.
Con una tremenda puntualità’ dobbiamo vivere tutto questo: é di poche settimane fa il decesso di Bakary Secka a Borgo Mezzanone. A gennaio aveva perso la vita Becky Moses che viveva proprio nella Tendopoli di San Ferdinando.
Luoghi in cui lo Stato e le istituzioni si presentano sempre e solo per reprimere e punire, e, quando le persone si organizzano perché sono stufe di vivere in questo modo, colpiscono loro e chi li sostiene ignorando qualsiasi richiesta e bisogno e nascondendo dietro il pietismo la mano che causa questi lutti.
QUESTE MORTE SONO, E SARANNO SEMPRE SULLE VOSTRE COSCIENZE!
Suruwa Jaiteh aveva 18 anni soltanto ed era arrivato in Italia un anno fa dal Gambia in cerca di futuro. Voleva studiare, ha trovato invece la disperazione e la morte, come tanti altri prima di lui nelle campagne italiane, come migliaia di esseri umani nelle acque del Mediterraneo. La sua vita è stata stroncata dal fuoco che ha divorato questa notte la tenda nella quale dormiva nella baraccopoli di San Ferdinando, lì nella piana di Gioia Tauro dove da almeno trent’anni masse di braccianti immigrati sono sfruttati e schiavizzati nella raccolta degli agrumi e delle altre produzioni ortofrutticole per una manciata di euro al giorno.
Il fuoco di un braciere acceso per proteggersi dal freddo della notte ha fatto fare a Suruwa Jaiteh la stessa orribile fine di Becky Moses, morta carbonizzata il 28 gennaio scorso.
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