Siamo
state invitate ad un evento che si è svolto venerdi 30 novembre presso il
Centro Diaconale La Noce - Istituto Valdese “Stories of Migrant Women Sicily
2018” a Palermo, la presentazione di un
libro- fotodocumentario della visual
artist Alice Castiglione, nell’ambito di un progetto per l’Università di Portsmouth, in collaborazione
con il Centro Diaconale e con Mediterranean Hope – Casa Delle Culture di
Scicli, nel ragusano.
Alice
la conosciamo da anni, è una giovane compagna di Palermo, trasferitasi in Inghilterra
per università/lavoro, che da studentessa media ha militato attivamente nel
Mfpr e siamo state contente dell’invito e di partecipare all’evento.
Il libro scritto da Alice
è una raccolta di testimonianze di donne migranti conosciute direttamente in
Sicilia, rispettivamente nel Cara di Mineo, presso un centro a Scicli e presso
una casa di accoglienza a Palermo.
La
presentazione del libro è stata accompagnata anche dalla mostra fotografica
dell’autrice: varie, belle e intense foto che traggono diversi momenti della
vita delle donne migranti, intervistate nei centri durante la loro vita quotidiana,
una vita da cui emerge non solo la sofferenza ma anche la speranza, il sorriso,
i sogni: le foto in primo piano dei piedi o delle donne che hanno scelto di
farsi fotografare di spalle rappresentano non solo il pesantissimo viaggio affrontato
per arrivare in Italia ma anche la speranza/sogno della libertà.
Alla
presentazione del libro hanno contribuito anche alcuni interventi di
introduzione, tra cui quello interessante di una sociologa, Giusi Tumminelli, che
ha fatto un excursus sul fenomeno migratorio al femminile in Sicilia: negli
anni ’70 le donne migranti arrivavano in Sicilia soprattutto per il
ricongiungimento familiare (soggetti passivi della migrazione), ma dopo gli
anni ’70 il fenomeno migratorio delle donne ha assunto una certa autonomia nel
senso che le donne cominciano ad emigrare dai paesi oppressi per motivi lavorativi,
donne che fuggono dalla persecuzione, dalle guerre nei propri paesi e che iniziano
a partire da sole.
Si
crea una vera e propria femminilizzazione dei flussi migratori verso la Sicilia,
con il conseguente inserimento delle donne migranti nel settore lavorativo, soprattutto
domestico e poi produttivo ma sottopagato e con bassa qualificazione, con
doppia/tripla discriminazione. Ma vi è poi
la questione della prostituzione cui son costrette tantissime migranti,
arrivate ignare in Sicilia con la speranza di una vita nuova, e inserite invece
con la violenza nei circuiti della tratta e smistate nelle altre ragioni del
paese.
Le
donne migranti in Sicilia sono in maggioranza della Romania, anche se non se ne
ha la percezione, molto sfruttate nelle campagne
per la raccolta dei pomodori ecc, ,
seguono le donne della Tunisia, Marocco, Sri Lanka, Bangladesh… soprattutto
impegnate nel lavoro domestico e di cura.
Il
concetto dell’invasione dei migranti, propagandato dal governo, è assolutamente
falso, al 1 gennaio 2018 secondo le statistiche in Italia eravamo ad una
percentuale dell’8,3%, e in Sicilia del 3,7%.
Dal
libro di Alice Castiglione escono dei racconti disarmanti con tanti spunti. Uno
dei temi principali che hanno espresso le donne migranti intervistate è il
miglioramento della condizione della loro vita, la libertà da raggiungere (le
foto dei piedi), il sogno di scegliere dove andare, le donne fotografate di
spalle parlano del viaggio affrontato, del movimento, del deserto, dell’affrontare
la cappa nera della Libia, le reti di passaggio, la prigione, lo sfruttamento,
l’abuso.
“Sei
felice di lavorare?” “Si, che tipo di lavoro volete darmi da fare? Tipo pulire…
io so pulire, lavare la biancheria, so farlo, qualunque lavoro domestico, lo so
fare!”[…]”Zitta! Non abbiamo questi tipi di lavoro qui in Libia! Farai la
prostituta!”» V. 19 anni, Nigeria.
Alcune donne non conoscevano il mare,
lo hanno visto per la prima volta durante il viaggio fatto verso l’Italia (la
foto dei piedi dentro l’acqua del mare).
Per
diverse donne l’immaginario è che l’Italia è un paese felice, l’Italia è un
paese che ti può assicurare la felicità/libertà… “ Non sapevo dove stavo andando, ma fatemi trovare un posto in cui sia
felice… in Italia sono salva…” (ndr. ma ciò poi si scontra inevitabilmente con la
realtà dura di quando arrivano in Italia, l’Italia del decreto, ora legge, Sicurezza
razzista di Salvini, che non corrisponde assolutamente a quel sogno/speranze).
Tutte
queste donne sono state stuprate, tutte hanno subito la violenza atroce degli uomini prima del
viaggio, durante il viaggio in mare, devono subirlo tutte… Donne che spesso fuggono anche da relazioni violente all’interno delle famiglia nei loro paesi/villaggi… Donne stuprate con una violenza inaudita nei lager in Libia, che restano incinte e arrivano in Italia senza padri dei loro bambini.
viaggio, durante il viaggio in mare, devono subirlo tutte… Donne che spesso fuggono anche da relazioni violente all’interno delle famiglia nei loro paesi/villaggi… Donne stuprate con una violenza inaudita nei lager in Libia, che restano incinte e arrivano in Italia senza padri dei loro bambini.
Una
donna nigeriana racconta che aveva 16 anni e il padre le disse che doveva partire
e dire di conseguenza di avere 20 anni per avere prima i documenti. Arrivare oggi in Italia e dire di avere 20
anni invece che 16 ha tutta un’altra dimensione alla luce del decreto sicurezza
Salvini (ndr. secondo cui per esempio devono essere ora espulsi dagli SPRAR
tutti i maggiorenni mentre possono starvi solo i minori non accompagnati).
Donne
che nei loro racconti denunciano anche la violenza femminile, di quelle donne
di cui si sono fidate, a cui hanno chiesto aiuto ma che spesso si sono trasformate
in carnefici all’arrivo in Italia (vedi il circuito della tratta/prostituzione).
Alice
nelle interviste a queste donne migranti ha chiesto loro di dare dei consigli:
quale
consiglio alle loro sorelle, compagne che si accingono a partire dai loro paesi?
Non partire, rispondono alcune donne, non cominciare il viaggio perché ignare di quello che
le aspetta… Il sogno che si ha in Africa sulla vita in Europa, si
dissolve appena si arriva in Europa; quale consiglio agli Europei? Non insultare,
non offendere, dicono altre donne, siamo tutti esseri umani, gli europei, gli
italiani farebbero la stessa cosa che abbiamo fatto noi se fossero nelle nostre
condizioni…
L’intervento di un fotogiornalista, Francesco
Malavolta, che tratta nello specifico la questione dei flussi migratori ha
evidenziato la chiusura reazionaria che sta avvenendo in Italia e in Europa,
che si sta trasformando in un chilometrico filo spinato contro i migranti. I
numeri circa la presenza degli immigrati in Italia non sono di emergenza ma la
vera emergenza sono i 40 mila morti nel mare Mediterraneo. Il libro di Alice è
raccontare l’immigrazione non solo in termini negativi ma anche positivi con
storie di donne la cui forza è immane, nonostante tutte le atrocità subite… nei
viaggi fatti per il mondo le donne sono sempre pratiche, affrontano, resistono…
come la donna siriana che in a Lesbo costruisce per la figlia un salvagente con
la le cassette per la frutta, o le donne sui Balcani che si dividono i figli
con i mariti, partendo in gruppi separati, con la speranza di ricongiungersi al
raggiungimento della meta… Abbiamo visto le foto di queste donne, scattate dal
giornalista, così come la foto emblematica di uno dei tanti barconi che è arrivato a Lampedusa, con in primo piano
un migrante in giacca e cravatta, mentre tutti gli altri erano con vestiti più
poveri, scappato dal suo paese per motivi politici, economicamente benestante
che ha accelerato il viaggio di quel barcone pagando di tasca sua più volte i
trafficanti… questa foto in Italia è stata censurata perché per il governo non deve passare l’immagine del migrante ben
vestito, colto (il signore aveva detto di avere 4 lauree), ma deve passare l’immagine
del migrante pericoloso, del migrante che porta le malattie…
Alice che ha scelto di autoprodurre il suo libro ha
quindi voluto porre l’attenzione sulle vere cause della migrazione, prodotta
dal sistema in cui viviamo, il sistema
del Capitale per cui paesi come il nostro sfruttano i paesi oppressi come quelli
dell’Africa per esempio per i loro profitti, un sistema che influenza la vita
di migliaia di oppressi e oppresse costrette a lasciare i loro paesi.
Ha
posto l’attenzione sulla questione di genere, scoperta quando era ragazzina
grazie alla militanza nel Mfpr che l’ha fatta crescere in coscienza e che ha
rivendicato in assemblea, sulla rabbia
come donne che è la molla di tutto. Ha rivendicato il suo essere femminista e
la coscienza di esserlo che l’ha spinta in questo lavoro verso le donne
migranti di cui alcune, durante le conversazioni, hanno condiviso il concetto
femminista nel senso della presa di coscienza come donne, della necessità di
lottare… la condizione di oppressione delle donne, seppur diversa nelle sue
forme nei vari paesi del mondo, ci lega. Questi libro, ha detto l’autrice, è un atto politico al servizio della lotta
delle donne…
(www.storiesofmigrantwomen.com)
(www.storiesofmigrantwomen.com)
Calorosi applausi hanno accompagnato l’evento.
Alice a fine presentazione ci ha donato due copie del
libro, una in italiano e una in inglese, per la “nostra” sede ha detto, con il desiderio/impegno di organizzare
appena ritorna in Italia un incontro con le lavoratrici, le precarie, le compagne
del Mfpr a partire proprio da Palermo sul libro scritto ma anche per
condividere esperienze di altre donne migranti nel nostro paese che hanno deciso
di lottare contro la doppia/tripla oppressione, vedi le operaie di Montello di
cui è stata riportata l’esperienza di lotta anche in questa assemblea ai
partecipanti a fine presentazione.
Le compagne del MFPR Palermo
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