novembre
23, 2018
Pestaggi
al carcere toscano di San Gimignano nei confronti di un detenuto
extracomunitario con problemi psichici: Tutto è scaturito da una
denuncia shock di un detenuto italiano – in seguito trasferito al
carcere di Asti – che ha fatto trapelare l’accaduto con una
lettera recapitata a Sandra Berardi, presidente dell’associazione
Yairaiha Onlus
La
segnalazione è stata fatta prontamente al ministero della Giustizia,
ai Garanti dei detenuti di competenza, alla parlamentare europea
Eleonora Fiorenza e al Presidente della Camera Roberto Fico. I fatti
narrati sono di estrema gravità. «Il
problema è nato l’ 11 ottobre del 2018 quando, verso le 15,20 è
arrivata nella sezione dell’istituto una vera e propria squadriglia
– denuncia il detenuto nella lettera -, non
trovo altre parole per descriverla. Un vero e proprio raid, oltre 20
agenti, compresi due ispettori, e a me e ad altri detenuti, qui
all’isolamento, ci hanno fatto assistere a un vero e proprio
pestaggio nei confronti di un extra- comunitario. Nel frattempo che
il detenuto veniva spostato da un’estremità dalla sezione
all’altra a calci e pugni, cioè intendo che non è che hanno
provato magari con un piccolo atto di forza magari con qualche
spintone visto che il detenuto psicologicamente e
fisicamente non stava affatto bene, peserà intorno ai 45 kg e lo dovevano spostare in un’altra cella, perché aveva rotto quella in cui era ubicato. C’è da dire che questo detenuto non è violento con altri, non lo è mai stato, forse con lui stesso lo è stato».
La lettera prosegue spiegando che alcuni di loro avrebbero denunciato
tutto e da lì sarebbe iniziato il loro calvario. «Soprattutto
il mio
– racconta il detenuto perché
dopo sei giorni, cioè il 17 ottobre, mi sono state contestati due
fatti, una che risaliva all’ 8 e l’altro all’ 11. Nella prima
io avrei detto “bastardo” a un ispettore e l’altra, cioè
durante il pestaggio all’extra- comunitario, non solo ho ricevuto
un pugno in testa come da referto mostrato, ma chiuso in cella, avrei
ripetutamente sputato contro agenti dicendogli “siete tutti
bastardi”».
Il detenuto spiega che però fortunatamente ci sarebbero le
telecamere a testimoniare i fatti, «ben
due di sorveglianza
– scrive – che
sono state acquisite dal Giudice di competenza, come da noi richieste
dalla denuncia».
Il Garante locale del carcere di San Gimignano è l’associazione
L’Altro Diritto che, una volta avuta la segnalazione, si è
prontamente mossa per riscontrare la veridicità dei fatti,
contattando gli organi competenti, compresa la direzione del
penitenziario. «Abbiamo
appreso la notizia dal garante regionale dei diritti dei detenuti che
ci ha inoltrato la lettera dell’associazione Yairaiha Onlus
– spiega L’Altro Diritto -. Non
appena ricevuta la notizia ci siamo attivati per le opportune
verifiche ed abbiamo ricevuto informalmente conferma da parte della
Asl del fatto che il personale medico di turno ha refertato alcuni
detenuti che hanno dichiarato di essere state vittime di violenze da
parte di alcuni agenti di polizia penitenziaria. Referto che pare sia
già stato trasmesso alla procura competente, mentre i detenuti pare
siano stati trasferiti in altri istituti. Siamo ancora in attesa di
ricevere conferme ufficiali dalle amministrazioni coinvolte. Ma ci
auguriamo
– sottolinea – che
l’autorità giudiziaria effettui una pronta ed efficace attività
di investigazione su una vicenda che appare, se confermata, di una
gravità inaudita. Anche perché si è verificata all’interno di un
istituto penitenziario già afflitto da gravi problemi strutturali e
gestionali. Ci teniamo a sottolineare – conclude il garante locale
– la grande trasparenza e correttezza dell’operato del personale
medico coinvolto e della Asl che ha, senza esitazione, segnalato il
caso alle autorità competenti per le opportune verifiche. Come
Associazione incaricata del ruolo di Garante dei diritti dei detenuti
del carcere di San Gimignano pretenderemo che si faccia piena luce
sulla vicenda ed offriremo tutto il nostro supporto alle presunte
vittime».
fisicamente non stava affatto bene, peserà intorno ai 45 kg e lo dovevano spostare in un’altra cella, perché aveva rotto quella in cui era ubicato. C’è da dire che questo detenuto non è violento con altri, non lo è mai stato, forse con lui stesso lo è stato».
Ora
l’associazione L’Altro Diritto è in attesa di riscontri. Intanto
però spuntano fuori i referti medici, che la dottoressa di reparto
aveva redatto e trasmesso alla Asl Toscana Sud Est di competenza.
Contattata da Il Dubbio, la Asl di Arezzo conferma non solo
l’esistenza dei referti riguardanti i detenuti coinvolti nei
presunti pestaggi, ma anche che, ai sensi dell’art 331 cpp, è
stata trasmessa la notizia di reato alla competente Procura. «Avendo
ricevuto
– spiegano alla Asl – i
referti del medico che gestisce il presidio sanitario interno al
carcere, – oltre che le dichiarazioni dei detenuti circa alcuni
atteggiamenti a loro dire “pesanti”, che sarebbero stati
realizzati dagli operatori penitenziari-, noi siamo tenuti ad
attivare l’indagine della Procura».
Cosa è davvero accaduto all’interno del carcere di San Gimignano?
Sarà la Procura, visto che ha ricevuto la denuncia, ad attivarsi ed
eventualmente ad indagare per l’accertamento dei fatti.
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