Il reato di solidarietà punito
dalla Giustizia ingiusta.
Ogni giorno
vengono emanate ordinanze contro chi dà da mangiare ai migranti o si dispensano
i Daspo urbano per colpire la marginalità sociale, tutti provvedimenti di
immagine che non intaccano le cause del disagio e del cosiddetto degrado,
non vanno oltre la intimidazione e la criminalizzazione, anzi sono
strumenti repressivi messaggeri di paura verso chi dissente e disobbedisce. E’
ormai sempre più diffuso un reato che non trova traccia nel codice penale,
quello della solidarietà verso gli ultimi.
Gina De Angeli, infermiera di Massa-Carrara, è
sotto processo a Massa con l’accusa di avere guidato un corteo non autorizzato
delle lavoratrici Dussman che alcuni
anni fa lottavano in difesa dei loro posti di lavoro. Sulle lavoratrici, in appalto all’ospedale di Carrara, come sulle colleghe di altri ospedali toscani, stava per cadere la mannaia della spending review con tagli all’appalto e riduzione dei posti di lavoro.
anni fa lottavano in difesa dei loro posti di lavoro. Sulle lavoratrici, in appalto all’ospedale di Carrara, come sulle colleghe di altri ospedali toscani, stava per cadere la mannaia della spending review con tagli all’appalto e riduzione dei posti di lavoro.
Gina, è stata condannata ad un mese di arresto e multa
di 103 €.
Il reato di solidarietà verso gli ultimi, verso chi
subisce soprusi, licenziamenti e ingiustizie è ormai parte integrante di un
codice penale non scritto ma alimentato dalle ordinanze dei sindacati e dalla
Legge Minniti. Lo abbiamo verificato nel caso dei migranti e dei daspo urbani,
lo si vede con estrema chiarezza attraverso i licenziamenti arbitrari che
colpiscono i lavoratori scomodi e i codici disciplinari che colpiscono delegati
scomodi. Una grande repressione in silenzio si fa strada contro i lavoratori e
le lavoratrici, contro chi non intende piu’ subire ingiustizie e
disuguaglianze. La nostra solidarietà a Gina De Angelis la cui unica colpa è
stata la sensibilità umana e politica verso le lavoratrici in lotta per la tutela
dei loro posti SINDACATO GENERALE DI BASE TOSCANA
il commento
di Gina De Angeli alla sentenza di condanna
Il 19
ottobre si è tenuta l’ultima udienza del mio processo, i fatti li
conoscete tutti … la sentenza è stata una condanna a un mese di carcere, 250
euri di multa e il pagamento delle spese processuali. Aspetteremo ora la
deposizione della sentenza per leggerla con attenzione, e chiaro che verrà
avviato tutto l’iter per il ricorso … un dato è certo che con questa sentenza
si vuole dare un segnale: diffondere paura, rassegnazione, divisione,
isolamento e soprattutto abiura. Sappiamo anche che con le lotte possiamo
strappare dei risultati, ma per le lotte si pagano anche dei prezzi. Si tratta
perciò di continuare a mantenere sempre alto il livello della mobilitazione,
della denuncia del sostegno e della solidarietà, per rendere più difficili, e
dove è possibile, neutralizzare i loro progetti. Non possiamo e non dobbiamo
stare fermi di fronte a queste sentenze, continuando ad affermare che non siamo
disposti ad abbassare la guardia, a chinare la testa, ma vogliamo continuare
con la nostra lotta. Il presidio che si è tenuto stamattina davanti al
tribunale è il segno di una mobilitazione che va avanti in questa direzione, e
prendo l’occasione per ringraziare compagni e compagne, lavoratori e
lavoratrici per la loro solidarietà e sostegno (anche economico), durante le
varie udienze che si sono tenute. Per la prossima settimana e in programma
un’assemblea (comunicheremo poi giorno, ora e luogo), per discutere insieme
come contrastare questa e ogni altra forma di attacco, avendo ben chiaro che la
resistenza al peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro non è nè
accettabile, nè sopportabile dalle controparti. In questi giorni a seguito di
un diverbio con un dirigente mi è stato dato della “bolscevica”, credo sia un
onore essere paragonato a chi ha, per la prima volta nel mondo, ha sconfitto
ogni forma di sopraffazione, di abuso, di violenza, di coercizione e di
crimine, indicando al proletariato di tutto il mondo qual’è la strada da
percorrere. Abbiamo scritto e affermato in passato “che la salute e la
sicurezza non si delegano, non si monetizzano e non si subordinano ad alcuna
norma, al alcun contratto e ad alcuna legge….”, questo per me si traduce nel
fatto che non farò mai un passo indietro consapevole che aver difeso i diritti
dei lavoratori e delle lavoratrici e la salute sia un mio dovere e un mio
compito.
Chiudo con una frase di Bertol Brecht “Non
dimentichiamo mai: ora non è il momento adatto per vincere, ma per combattere
le sconfitte”. Un invito a rimbocc
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