Negli ultimi tempi a
fronte di vertenze importanti assistiamo ad interventi del Min.
Calenda che appaiono a favore dei lavoratori. Al di là che queste
prese di posizione non cambiano sostanzialmente nulla perchè occorre
vedere come queste vertenze si concludono per i lavoratori, è
importante cercare di capire il perchè di questo e fare alcune
ipotesi.
Questo Ministro, da solo o
con Gentiloni dietro, si sta smarcando da Renzi e PD per proporsi
come alternativa nelle future elezioni? Questo Ministro, insieme a
Minniti, si prepara ad essere “carta di riserva”, in caso questo
governo accelleri la sua caduta per
effetto del risultato elettorale
siciliano o per i giochi di Palazzo in atto tra le forze parlamentari
sulla legge elettorale?
Comunque questo
rappresenta una novità politica perchè ha un impatto sulle lotte
dei lavoratori in corso.
All'Ilva, dopo la
presentazione del piano ArcelorMittal che ha aggiunto agli esuberi di
4000 lavoratori, senza tener conto dell'indotto, un taglio dei
salari, dei diritti acquisiti e introduzione del jobs act con
abolizione dell'art. 18, la risposta dei lavoratori è stata forte e
compatta nello sciopero del 9 ottobre; questo ha pesato ma non può
essere la sola ragione dell'immediata e radicale presa di posizione
di Calenda che ha annullato il Tavolo, ha attaccato la Mittal,
facendo perfino balenare un passo indietro sulla vendita. E tutto
questo nonostante sembrava che ci fosse una piena intesa tra governo
e ArcelorMittal per far partire la trattattiva sindacale verso una
soluzione soft che contasse sull'accordo quasi scontato dei tre
sindacati confederali.
E' abbastanza
sorprendente, questa volta per noi, e qui la lotta dei lavoratori non
c'era, l'intervento del Ministero nel bloccare l'azione di Almaviva
che, in continuo con gli accordi truffa realizzati in passato, aveva
deciso il trasferimento di 64 lavoratori dalla sede di Milano in
Calabria. L'intervento del Ministro ha immediatamente bloccato questo
trasferimento, con una motivazione che sembra perfino più a
“sinistra” di quella della naturale opposizione sindacale: “Il
trasferimento in Calabria si configurerebbe come un licenziamento,
sia pure mascherato”; più a “sinistra” del sindacato, dato che
era già in corso un'ipotesi di accordo tra azienda e sindacato che
non è diventato operativo solo perchè respinto dalla consultazione
tra i lavoratori della sede di Milano.
C'è quindi abbastanza
materia per ipotizzare che non ci sia niente di casuale nella
trasformazione del Min. Calenda nel poliziotto buono delle lotte
sociali.
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