Stralci dalla relazione fatta nel circolo proletari comunisti nell'incontro del 12 ottobre scorso:
"...La Russia era un paese imperialista, impegnato in una guerra imperialista, che decimava milioni di uomini, mentre al suo interno i contadini, gli operai, le masse non ce la facevano a sopravvivere.
"...La Russia era un paese imperialista, impegnato in una guerra imperialista, che decimava milioni di uomini, mentre al suo interno i contadini, gli operai, le masse non ce la facevano a sopravvivere.
Il governo provvisorio di
Kerenskij che aveva preso il posto dello zar, caduto con la
rivoluzione del febbraio del 1917, invece di mettere fine alla
guerra, la rilanciò.
Occorreva rovesciare anche
questo governo. Le parole d'ordini del Partito bolscevico di Lenin
furono: la terra ai contadini, la pace per tornare a casa e mettere
fine alla guerra, per
il potere e lo Stato degli operai e dei contadini. Potere basato sui soviet, simili ai consigli di fabbrica.
il potere e lo Stato degli operai e dei contadini. Potere basato sui soviet, simili ai consigli di fabbrica.
A questi organismi passò
nel ottobre del '17 tutto il potere, gli operai, i contadini avevano
tutto il potere di decidere, perchè potere legislativo ed esecutivo
erano unificati.
Con l'insurrezione del 7
novembre il decreto sulla pace e sulla terra furono fatti in pochi
giorni. I soldati tornarono immediatamente a casa, e il potere dei
soviet permetteva ai soldati di passare immediatamente per le armi
ufficiali che vi si opponevano.
Nelle fabbriche furono
immediatamente allontanati i padroni, i capi e le fabbriche passavano
nelle mani degli operai. Tutti i proprietari furono immediatamente
espropriati. Tutte le proprietà, ricchezze passarono allo Stato
proletario, le banche, le industrie furono nazionalizzate e
consegnate ai soviet.
Questo nuovo potere si
chiamò “dittatura del proletariato”, perchè era la dittatura
della maggioranza verso la minoranza di sfruttatori, ma oer i
proletari e le masse esso fu il potere più democratico esistito.
Il numero dei morti del
potere della dittatura del proletariato furono molto limitati
rispetto ai morti per la guerra, per la fame, dei tempi dello zar.
La più clamorose della
storia dell'umanità per creare una società di liberi e uguali non
nacque però dall'oggi al domani. La rivoluzione d'ottobre è il
culmine di una lunga lotta, durata 17 anni, in cui si passò dal
regime della Russia alla dittatura del proletariato.
Questa rivoluzione
proletaria affonda le sue radici in Marx. In tutti i paesi nascono
partiti marxisti, ma in Russia ha la fortuna di trovare Lenin che
ripulisce il partito da opportunisti ed estremisti, e ne fa il
partito della classe operaia capace di trasformarsi in una macchina
da guerra. Un partito che dirige le lotte delle masse, dei contadini,
lotta sindacale ma che lavora per la conquista del potere.
Diventato maggioranza nel
Partito, Lenin comincia il cammino, analizza la situazione e vede che
ci vogliono due tappe: prima sconfiggere il potere dello zar poi
rovesciare il governo delle classi borghesi.
La guerra dimostra al
popolo russo e a tutto il mondo che quel sistema portava le masse ad
una carneficina per far fare profitti ai padroni, prima, durante e
dopo la guerra.
Quando scoppia la guerra,
si vede che anche i partiti che si chiamano socialisti, non sono
tutti uguali; gli opportunisti vogliono difendere la loro borghesia,
dicono: se c'è la guerra dobbiamo essere uniti. Tutti i partiti che
erano sostenitori di una rivoluzione. E che avevano promesso di
battersi per la fine alla guerra, poi non lo fanno.
Solo Lenin e pochi altri
dicono che esistono due classi: il proletariato e la borghesia, i cui
interessi non possono unirsi neanche nella guerra. Esiste una classe
internazionale che è il proletariato e le masse popolari e non
esistono divisione in base alle nazionalità.
La guerra può finire se
si capisce – dice Lenin - che chi ci ha mandato in guerra è nostro
comune nemico.
Per questo la rivoluzione
conquista milioni di soldati che rivolgono le armi invece che contro
i soldati degli altri paesi, contro i loro governanti. Gli operai
trasformano la produzione indirizzata verso la guerra, e si apre un
grande dibattito.
Nell'aprile del 17, Lenin
chiarisce che non c'è da aspettare niente, c'è da prendere il
potere, perchè quelli che avevano preso il potere a febbraio non
vogliono mettere fine alla guerra, al potere dei padroni. All'inizio
anche all'interno del partito Lenin trova resistenza.
A questo punto nelle
fabbriche si vota e i bolscevichi diventano maggioranza e il
messaggio di Lenin arriva dovunque. Il potere borghese cade come una
pera matura, la rivoluzione è una festa degli oppressi.
La rivoluzione attua
subito quello che ha detto. Fa subito il decreto sulla pace, sulla
terra, il passaggio del potere ai soviet è immediato, come la
consegna delle armi agli operai e ai contadini. Questo fa si che le
decisioni possono essere attuate subito.
Il potere dei soviet
proclama subito anche la liberazione delle nazioni oppresse: tutte le
nazioni potevano essere libere di staccarsi dalla Russia,
l'autodeterminazione dei popoli era sacra. Ma qui i popoli votano per
unirsi alla Russia e quindi i popoli si schierano e nasce l'URSS.
Questa rivoluzione,
l'instaurazione di un potere del proletariato è quello che vogliamo
fare anche nel nostro paese..".
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