Nella
notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 un terribile incendio distrusse
lo stabilimento ThyssenKrupp di Torino condannando ad una morte
orribile 7 operai.
Grazie
al lavoro instancabile e minuzioso del procuratore Guariniello i
colpevoli di quella strage furono individuati, incriminati, condannati.
E, caso raro per gli omicidi sul lavoro, le sentenze, pur attenuate,
hanno retto fino alla Corte di Cassazione. Che pochi giorni fa ha voluto
anche sottolineare la gravità del non rispetto delle norme di
sicurezza, che proprio per la sua dimensione assegna la responsabilità
della strage ai manager aziendali. Di essi quelli italiani stanno già
scontando la pena, ma i due principali responsabili – l’amministratore
delegato Harald Espenhahn (condannato a nove anni di reclusione) e il
direttore generale Gerald Priegnitz (condannato a sei anni) – sono
liberi in Germania.
Attenzione
non si tratta di ritardi o sviste, perché, già nel 2016, dopo la prima
conferma delle condanne, la magistratura italiana aveva spiccato un
mandato di cattura europeo per i due manager. Mandato di cattura che le
autorità tedesche hanno semplicemente ignorato. Del resto in Italia i
due manager avevano ricevuto persino gli applausi, nel 2011
dall’assemblea di Confindustria a Bergamo. Di quegli applausi poi la
dirigenza confindustriale si era scusata , ma non delle indecenti parole
della sua presidente contro la prima condanna. Emma Marcegaglia aveva
detto:
“È
un unicum in Europa..Una cosa di questo tipo se dovesse prevalere
allontanerebbe investimenti esteri mettendo a repentaglio la
sopravvivenza del sistema produttivo..”
Perché il governo tedesco dovrebbe consegnare alla nostra giustizia le vittime di così palesi ed antieconomici soprusi?
stralci da contropiano
Perché il governo tedesco dovrebbe consegnare alla nostra giustizia le vittime di così palesi ed antieconomici soprusi?
stralci da contropiano
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