venerdì 4 agosto 2017

pc 4 agosto - Libia - 4 - morte all'imperialismo italiano - no alla missione militare - solidarietà e accoglienza per i migranti

Il parlamento ha autorizzato la missione imperialista in Libia. Si tratta di una missione di guerra per conto delle grandi multinazionali, ENI in testa.
La Libia è diventata terreno di scontro e di conquista, la Libia è contesa da bande tutte al servizio dei diversi imperialismi. Tutti i signori della guerra, da Sarraj ad Haftar, da Gheddafi ad Isis sono nemici del popolo libico, delle loro aspirazioni e della loro autodeterminazione nazionale.
Le masse libiche devono dar vita ad un fronte unito di resistenza nazionale contro gli imperialisti e i loro lacchè.

Le masse libiche sono e devono essere contro l'ingresso delle navi italiane nelle acque territoriali libiche e delle truppe imperialiste italiane sul territorio libico.
La missione imperialista italiana è di invasione e occupazione.
Proletari comunisti sostiene tutti gli attacchi che le masse libiche realizzassero, a difesa della indipendenza nazionale e contro gli interessi delle multinazionali.

Le masse libiche ricordano che l'imperialismo italiano, le truppe fasciste sono i peggiori criminali della storia di quel paese; nessuno dei governanti libici, compreso Gheddafi, è riuscito a ridare una vera indipendenza nazionale e una vera giustizia e risarcimento dei crimini dell'imperialismo italiano.
Ora è il tempo che le masse libiche impugnino le armi in forme autonome dai signori della guerra asserviti, per impedire l'aggressione e l'invasione, per cacciare gli aggressori e gli invasori.

La missione imperialista italiana è una guerra contro i migranti che arrivano sulle nostre coste, tramite la Libia, in fuga dalla miseria e dalla guerra da tutta l'area Sub Sahariana.
I signori della guerra libici sono essi a capo, responsabili e profittatori, del traffico dei migranti e sono corresponsabili dei lager, torture e stupri più volte documentati, a cui i migranti vengono sottoposti in Libia.
I governi imperialisti fanno accordi invece proprio con questi responsabili e si propongono come “gestori in proprio” dei lager libici, chiamati camper, hotspot; e in questa politica omicida non vogliono testimoni e ostacoli e con il decreto Minniti sulle Ong ora ricattano le stesse, imponendo loro di trasformarsi in terminali militari e complici del rigetto degli immigrati.
Il decreto Minniti sulle Ong è fuori da ogni Convenzione sui diritti umani e di regolazione sull'immigrazione e mette il governo italiano fuori dalla legalità internazionale.
Per questa ragione non solo bisogna dire No alla missione e pretenderne la sospensione immediata ma anche chiedere e pretendere la messa sotto accusa del governo italiano.

Questa missione imperialista ottiene il consenso di tutta la destra reazionaria e fascista e cerca di utilizzare a fini di guerra la canea razzista e populista, fascista antimmigrati, e trasforma, al di là delle misere figure di Gentiloni e dei suoi ministri questo governo in un governo fascio imperialista.
Chi si pretende democratico in questo paese, deve pretendere che questo governo se ne vada e che questo parlamento che vota per la missione di guerra deve andare a casa.

Infine, è chiaro che gli strepitosi costi di questa missione sono sottratti alle spese sociali, al lavoro, aggiungendosi allo scarico della crisi sugli operai e masse popolari.

Non un soldo per le missioni imperialiste, non un soldo per nuove armi e nuove soldati usati in guerre reazionarie e criminali

Proletari comunisti fa appello a tutte le forze comuniste, rivoluzionarie, antimperialiste, antimilitariste e antirazziste, a scendere subito in campo. In una prima fase con l'informazione e controinformazione in tutte le forme possibili, in una seconda fase, secondo la dinamica dell'intervento militare in Libia, con una giornata nazionale di lotta. Proponiamo alle organizzazioni sindacali di base e di classe di partecipare alla campagna e di promuovere autonomamente, dentro e fuori la giornata di lotta, uno sciopero dei lavoratori su tutti i posti di lavoro.

Proletari comunisti

5.8.17

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