"Vivere in strada non è
reato". Senzatetto assolto dalla Cassazione, doveva pagare una multa di
mille euro
L'uomo era stato condannato dal
Tribunale di Palermo a una multa di 1000 euro in base all'articolo 650 del
codice penale
28/07/2017
ANSA
Non è reato e non può essere
condannato chi vive per strada, "su di un marciapiede con i cani, in una
baracca precaria di cartoni e pedane in legno". Anche se vige un'ordinanza
del sindaco in tal senso. Così la Cassazione ha assolto un uomo, condannato a
pagare mille euro a Palermo nei primi due gradi di giudizio.
Il fatto era successo nel
capoluogo siciliano nel dicembre 2010. Un 45enne italiano che viveva su un
marciapiede insieme ai suoi cani era stato condannato dal tribunale di Palermo
a pagare 1000 euro per inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità, reato
previsto all'articolo 650 del codice penale, visto che non aveva rispettato
l'ordinanza del sindaco di divieto di bivaccare e predisporre accampamenti di
fortuna per non alterare il decoro urbano ed essere d'intralcio alla pubblica
viabilità.
Il difensore ha rilevato, nel
ricorso in Cassazione, che l'uomo senza fissa dimora "versasse in stato di
necessità, situazione tra le quali doveva essere compresa l'esigenza di un
alloggio". Osservazione che ha trovato d'accordo la Cassazione.
Secondo la prima sezione penale
(sentenza n.37787), l'ordinanza del sindaco è "una disposizione di tenore
regolamentare data in via preventiva ad una generalità di soggetti, in assenza
di riferimento a situazioni imprevedibili o impreviste", e "non è
sufficiente l'indicazione di mere finalità di pubblico interesse". La
Corte ha quindi annullato la condanna perché il fatto non sussiste.
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