C’eravamo, ci siamo e ci saremo!
Sabato 6 maggio 2017
Manifestazione popolare NoTav
Dalle stanze del potere escono ogni giorno fiumi di parole che
trasmettono un messaggio rassicurante: “Siete
in buone mani, potete guardare con fiducia al futuro”.
Ma ogni
volta che piove siamo in ansia perché nulla è stato fatto
per frenare il dissesto idrogeologico, ogni volta che la terra trema sappiamo
con certezza che molte
persone non avranno più una casa e i rapporti sociali di
intere comunità saranno distrutti. Ad ogni viaggio in autostrada bisogna fare gli scongiuri per non finire
schiacciati da un
cavalcavia che crolla o da un tratto di strada che sprofonda. Ogni mattina, quando portiamo i nostri figli a scuola, siamo più preoccupati del soffitto che rischia di crollargli sulla testa, che della loro verifica di matematica. Assistiamo ogni giorno al crescere dei tempi di attesa per una visita specialistica e non abbiamo alternative.
cavalcavia che crolla o da un tratto di strada che sprofonda. Ogni mattina, quando portiamo i nostri figli a scuola, siamo più preoccupati del soffitto che rischia di crollargli sulla testa, che della loro verifica di matematica. Assistiamo ogni giorno al crescere dei tempi di attesa per una visita specialistica e non abbiamo alternative.
Dobbiamo fare i conti, dopo una vita di lavoro,
con pensioni che non
permettono d’invecchiare serenamente, senza l’opportunità di
poterci prendere cura
dei nostri figli, e di nuovi progetti, e se siamo
costretti e fare i conti con una disabilità, siamo lasciati soli. Ai giovani il
futuro è negato, condannati alla precarietà e nell’incertezza di tirare a
campare secondo canoni imposti che legittimano sfruttamento e lavoro nero, e se
conquistano un lavoro dignitoso, rischiano di perderlo con poche speranze di
ritrovarne uno. Viviamo un
presente fatto di annunci, incertezze e sperpero di denaro pubblico, e non ci
sentiamo di certo in buone mani. Tutto ciò ci farebbe
rabbrividire se non fosse che da
tempo, abbiamo deciso di impegnarci per cambiarlo, per
costruire un futuro diverso. In Val di Susa ogni giorno osserviamo un cantiere
del Tav a pochi passi dalle nostre case, e vediamo l’enorme sproporzione
d’investimenti in quel primo buco inutile a fronte dei veri bisogni del nostro
Paese e di tutti noi che ci viviamo. E sappiamo che a questo primo cantiere
vogliono aggiungerne altri, più devastanti e più costosi. La politica non
risponde, per volontà e incapacità, a nessuna delle richieste reali che vengono
da questo presente: casa,
reddito, dignità dovrebbero essere fari portanti di chi siede al governo di un
Paese nato dalla Resistenza, ma vediamo invece che sono altri i
punti cardine che guidano chi governa e chi ci ha governati: profitto, favori
alle lobby, inconfessabili interessi personali. Nella nostra valle manca molto,
ma non mancano certo le vie di comunicazione: un’autostrada, due statali e una
ferrovia ci collegano con la Francia e costituiscono una rete moderna di
trasporto passeggeri e merci; eppure ancora oggi, con un progetto vecchio di
anni, ci viene raccontata la balla
della necessità di una nuova ferrovia per le merci, quella che
non riescono a rappresentare correttamente nemmeno nei grafici fantasmagorici
che producono, semplicemente perché non
ci sono previsioni credibili e non potranno esserci.
Questo mondo ha bisogno d’altro, lo vediamo
tutti i giorni.
Eppure sembra più importante buttare miliardi di euro in
un’opera inutile e difenderla con l’esercito che dare risposte a chi si trova
senza lavoro o senza casa, o a chi ha perso tutto per una calamità naturale le
cui conseguenze sono ingigantite dal degrado di un territorio abbandonato a sé
stesso o già ampiamente saccheggiato e devastato. Sembra più importante che
dare accoglienza a chi è in fuga da guerre e fame create dagli stessi paesi che
chiudono le proprie frontiere.
Ci opponiamo con tutta la forza che abbiamo in corpo, e nel
cuore, a questa ingiustizia, e lo facciamo per noi, per i
nostri figli, ma anche per tutti quelli per cui non ci sono mai risposte
concrete, perché ogni
euro speso per il Tav (e per altre grandi opere inutili e dannose) è un euro
rubato a qualcosa di utile per tutti noi. E lo facciamo insieme a tutte le
altre lotte contro le Grandi Opere Inutili e Imposte in Italia, in Europa e
oltre: No TAP, No Terzo Valico, No Tunnel TAV Firenze, No Muos a Niscemi, No
MOSE e No Grandi Navi a Venezia, Notre-Dame-des-Landes in Bretagna, HS2 in Gran
Bretagna, KS21 in Germania, Standing Rock negli USA, e molti altri. Mentre
ci condannano alle malattie generate dagli scavi e dalla
progettazione creativa a cui assistiamo in Valle di Susa, non ci rassegniamo, lottiamo e giriamo l’Italia e l’Europa conoscendo
tante piccole e grandi comunità che si oppongono come noi, o
altre che vorrebbero farlo solo che non ne hanno la forza sufficiente. Crediamo sia giunto il momento di
rimetterci nuovamente in marcia per la nostra Valle e non solo, ancora una
volta, e per tutte le volte che ce ne sarà bisogno; perché non accettiamo più che i nostri
soldi vengano utilizzati per condannarci a morte con opere inutili, devastanti
ed inquinanti piuttosto che per mettere in sicurezza i territori, per la
ricostruzione, per le bonifiche, per la difesa della salute, per la scuola, per
le pensioni, per il futuro dei nostri giovani.
Da oltre 25 anni resistiamo, e ci stiamo attrezzando per farlo
per tutto il tempo che servirà, perché c’eravamo, ci siamo e ci saremo!
Le nostre ragioni di ieri sono le stesse di oggi, e oggi sono
ancora più forti.
Vogliamo dirlo e farlo vedere tutti e tutte insieme, sabato 6
maggio 2007, per una grande manifestazione popolare da Bussoleno a San Didero,
in Valle di Susa, la valle che resiste e non si arrende, né ora né mai!
Il Movimento NO TAV
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