Le proteste in Usa contro Trump sono in continuo aumento. Ma i repubblicani di Trump voglio avanzare con la repressione per fermare le lotte sociali, tappando la bocca a chi vuole dire no a questo governo. Saranno votate o no le riforme? Staremo a vedere, ma la strada è verso il moderno fascismo. Se le riforme vengono votate si va a negare la libertà di parola per chi dissente, per avanzare sempre di più in un moderno fascismo. La politica di Trump influenzerà tutto il mondo, sia a livello politico che economico, e gli altri stati imperialisti si dovranno adeguare.
Adeguare significa reprimere sempre di più le lotte sociali!
La repressione alimenta la ribellione!
Ribellarsi è giusto!
Alleghiamo articolo di repubblica
Il vicepresidente Mike Pence. Il suo Indiana pensa a norme anti-manifestazioni (ap)
I legislatori degli Stati conservatori ipotizzano norme per imbrigliare la libertà di manifestare. Le critiche delle associazioni per i diritti civilidalla nostra inviata ANNA LOMBARDI
NEW YORK - Pugno di ferro contro le proteste: nell'America di Trump sempre più scossa dalle continue manifestazioni contro le azioni decise
del presidente, almeno otto Stati americani stanno considerando misure straordinarie per punire coloro che partecipano a cortei non autorizzati o provocano disagi alle normali attività pubbliche. Occupazioni, blocchi stradali, concentramenti spontanei: se dunque le proposte di legge passeranno, mettere in atto queste forme di contestazione potrebbe diventare un rischio ben più elevato di quel che è oggi.
Il pensiero dei legislatori, d'altronde, non va solo alle recenti proteste anti Trump. Il riferimento fatto nelle proposte è legato anche ad altri eventi recenti: come l'occupazione a Standing Rock dei terreni Sioux dove dovrebbe passare la Dakota Access pipeline, gli incidenti accaduti a Ferguson dopo la morte per mano della polizia del giovane Michael Brown e quelli di Baltimora dopo l'uccisione di un altro afroamericano, Freddie Gray.
Gli esempi sono vari e fantasiosi: lo scorso novembre, subito dopo le elezioni, il repubblicano Doug Ericksen dello stato di Washington ha depositato una proposta per creare una nuova forma di reato, quello di "terrorismo economico": 5 anni di carcere a chiunque venga riconosciuto colpevole di "aver causato danni economici". Vetrine infrante dunque, ma anche blocchi stradali o ferroviari, e comunque tutto quello che fa perdere soldi a qualcuno.
In Minnesota, invece, s'ipotizza di far pagare le spese dell'intervento della polizia a chi viene arrestato durante una manifestazione non autorizzata. Mentre in Indiana, lo stato iper-conservatore da cui proviene il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence, si vogliono inasprire le condanne per chi blocca autostrade ed aeroporti - come accaduto anche di recente dopo il bando anti musulmani di Trump. Sì, perché nello Stato dell'Indiana oggi quel tipo di protesta prevede solo una multa di 35 dollari, non molto salata dunque. Così ora si pensa a punizioni esemplari, con condanne di almeno 5 anni di carcere. Non solo: l'ipotesi è anche quella di proteggere per legge un eventuale guidatore che "senza averne l'intenzione" investirà un manifestante perché "esasperato".
Naturalmente le associazioni dei diritti civili inorridiscono: "Sarebbe un passo indietro di oltre 50 anni" ha detto al Washington Post Cody Hall, uno degli animatori della protesta degli indiani contro l'oleodotto a Standing Rock: "La libertà di parola è una conquista inalienabile".
Per
ora, nessuna delle leggi è ancora stata votata e il margine che vengano bocciate perché incostituzionali è molto alto. Ma le proposte, tutte avanzate da Repubblicani, sono certamente il segno delle tensioni sempre più esasperate che stanno dividendo l'America.
I legislatori degli Stati conservatori ipotizzano norme per imbrigliare la libertà di manifestare. Le critiche delle associazioni per i diritti civilidalla nostra inviata ANNA LOMBARDI
NEW YORK - Pugno di ferro contro le proteste: nell'America di Trump sempre più scossa dalle continue manifestazioni contro le azioni decise
del presidente, almeno otto Stati americani stanno considerando misure straordinarie per punire coloro che partecipano a cortei non autorizzati o provocano disagi alle normali attività pubbliche. Occupazioni, blocchi stradali, concentramenti spontanei: se dunque le proposte di legge passeranno, mettere in atto queste forme di contestazione potrebbe diventare un rischio ben più elevato di quel che è oggi.
Il pensiero dei legislatori, d'altronde, non va solo alle recenti proteste anti Trump. Il riferimento fatto nelle proposte è legato anche ad altri eventi recenti: come l'occupazione a Standing Rock dei terreni Sioux dove dovrebbe passare la Dakota Access pipeline, gli incidenti accaduti a Ferguson dopo la morte per mano della polizia del giovane Michael Brown e quelli di Baltimora dopo l'uccisione di un altro afroamericano, Freddie Gray.
Gli esempi sono vari e fantasiosi: lo scorso novembre, subito dopo le elezioni, il repubblicano Doug Ericksen dello stato di Washington ha depositato una proposta per creare una nuova forma di reato, quello di "terrorismo economico": 5 anni di carcere a chiunque venga riconosciuto colpevole di "aver causato danni economici". Vetrine infrante dunque, ma anche blocchi stradali o ferroviari, e comunque tutto quello che fa perdere soldi a qualcuno.
In Minnesota, invece, s'ipotizza di far pagare le spese dell'intervento della polizia a chi viene arrestato durante una manifestazione non autorizzata. Mentre in Indiana, lo stato iper-conservatore da cui proviene il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence, si vogliono inasprire le condanne per chi blocca autostrade ed aeroporti - come accaduto anche di recente dopo il bando anti musulmani di Trump. Sì, perché nello Stato dell'Indiana oggi quel tipo di protesta prevede solo una multa di 35 dollari, non molto salata dunque. Così ora si pensa a punizioni esemplari, con condanne di almeno 5 anni di carcere. Non solo: l'ipotesi è anche quella di proteggere per legge un eventuale guidatore che "senza averne l'intenzione" investirà un manifestante perché "esasperato".
Naturalmente le associazioni dei diritti civili inorridiscono: "Sarebbe un passo indietro di oltre 50 anni" ha detto al Washington Post Cody Hall, uno degli animatori della protesta degli indiani contro l'oleodotto a Standing Rock: "La libertà di parola è una conquista inalienabile".
Per
ora, nessuna delle leggi è ancora stata votata e il margine che vengano bocciate perché incostituzionali è molto alto. Ma le proposte, tutte avanzate da Repubblicani, sono certamente il segno delle tensioni sempre più esasperate che stanno dividendo l'America.
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