Genova, il raduno neonazista sul tavolo del ministro.
(Dalla stampa borghese)
Un’iniziativa parlamentare di diversi esponenti del centro-sinistra ha interessato il Viminale per chiedere di esaminare l’opportunità della riunione prevista l’11 febbraio. Oggi incontro dal Prefetto
E' già arrivata sul tavolo del ministro dell'Interno, il democratico Marco Minniti, la spinosa questione dell'annunciato raduno delle ultradestre europee a Genova annunciato da Forza Nuova per l'11
febbraio, che ha suscitato una sdegnata reazione da parte di gran parte della città - a partire dal sindaco Marco Doria - e di partiti e associazioni che si sono trovati su un unico e deciso "no" insieme all'Anpi.
Sulla vicenda si sta muovendo un'iniziativa parlamentare di più esponenti del centrosinistra ligure - che oggi incontreranno il prefetto di genova Fiamma Spena - ed è stato interessato il Viminale per valutare se sia accettabile o meno permettere il raduno. Che verrebbe vissuto da un lato come un affronto ai radicati sentimenti antifascisti della città medaglia d'oro della Resistenza, e dall'altro come un problema serio di ordine pubblico: perché se quella a cui chiamano Doria, l'Anpi e tutti gli altri soggetti sarebbe una manifestazione convinta ma pacifica, non sono da escludere altri cortei o presìdi più "movimentisti".
lo Starhotel President , nei pressi della stazione Brignole, a negare la sala richiesta dai promotori dell'iniziativa. E' stato lo stesso manager dell'albergo Flavio Simioni a confermare che "è stata fatta la richiesta e dopo una verifica abbiamo comunicato che per problemi tecnici la disponibilità non c'era". I promotori avevano chiesto una sala da 100-120 posti, senza specificare la natura dell'incontro.
"E' arrivata all'hotel una richiesta del tutto generica, scelta di per sé legittima - ha spiegato Simioni - come è legittimo che l'hotel faccia poi delle verifiche per sapere che tipo di appuntamento dovrà ospitare il nostro albergo". La certezza che, se venisse confermata la riunione delle ultradestre, sabato 11 sarebbe a Genova una giornata di manifestazioni in nome dell'antifascismo e dell'opposizione a forze razziste e xenofobe, è indubbia.
La Fiom Cgil da oggi distribuirà nei luoghi di lavoro volantini per chiamare alla mobilitazione: "Non possiamo accettare che i fascisti abbiano voce nella nostra città. Invitiamo i lavoratori e le lavoratrici, i delegati e tutti gli antifascisti a scendere in piazza per impedire che l'11 febbraio si svolga la manifestazione fascista a Genova". E i presidenti di Ilsrec e Aned, Giacomo Ronzitti e Gilberto Salmoni, fanno appello "alla coscienza civile dei cittadini genovesi affinché sappia reagire con forza contro la presenza nella nostra città, medaglia d'oro della Resistenza, di movimenti e individui che non si peritano di negare i basilari principi di libertà e democrazia" auspicando una mobilitazione della cultura, della scuola, dei partiti e dei sindacati per impedire "che Genova venga offesa da un simile affronto".
E' vero che dopo il rifiuto dello Starhotel altre realtà alberghiere o congressuali genovesi potrebbero seguire la stessa linea, tanto che c'è già chi ipotizza uno spostamento dell'iniziativa promossa da Forza Nuova in una località del levante cittadino o della Riviera. Ma a Forza Nuova, che sulla sua pagina facebook irride la mobilitazione contro il convegno, preme poter dimostrare proprio di aver espugnato la "fortezza Genova" .
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