lunedì 6 febbraio 2017

pc 6 febbraio - Solidali con "La Città del Sole" - Napoli BLOCCATO LO SGOMBERO DALL’EX ASILO FILANGIERI DEL CENTRO CULTURALE “LA CITTÀ DEL SOLE”

Per sindaco, assessori, consiglieri e dirigenti del Comune di Napoli alla figuraccia di un provvedimento repressivo e reazionario se ne aggiunge un’altra sul loro spessore culturale
Dopo anni di accanimento che hanno portato – direttamente e indirettamente – danni gravissimi fino alla paralisi,  l’odioso provvedimento con cui l’amministrazione del “rivoluzionario” De Magistris provava ancora a far sgombrare il Centro Culturale “La Città del Sole” dalla sua legittima sede è stato bloccato: la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania il 17 gennaio scorso ha emesso decreto con cui, ai sensi degli artt. 13 e 14 del Decreto Legislativo 22/01/2004, ha dichiarato i nostri fondi librari e archivistici di “interesse storico particolarmente importante” con i conseguenti obblighi e vincoli di legge, tra cui la loro inamovibilità.
Ce l’avevano messa tutta, per anni, con una ostinazione meritevole d’essere impiegata invece sui veri problemi della città. Lo scopo – per niente istituzionale, ma conforme al carattere e funzionale alle ambizioni del sindaco e di qualche assessore – era di “liberare” per intero l’ex Asilo Filangieri in cui “sperimentare”, senza presenze ingombranti e scomode,  la propria interpretazione di “bene comune” e di “democrazia partecipativa” (due idee molto in voga in certi ambienti intellettuali e su cui alcuni, con la “Lista Ingroia”, ci hanno messo – e rimesso – la
faccia).
Ci avevano provato con il Forum Universale delle Culture, che era la vera presenza invasiva nell’edificio, anche con mezzucci francamente indecorosi, e c’erano riusciti. Restava da cacciare il Centro dal residuo spazio per “liberare” e disporre dell’intero Asilo. Ma avevano fatto male i conti con la capacità di resistenza del Centro. E, alla fine, esasperati, hanno giocato l’ultima carta repressiva e reazionaria dell’ordinanza di sgombero.
Ha sorpreso anche che, pur di perseguire la loro allucinazione, tutti costoro hanno lucidamente rinunciato a ricevere sia la biblioteca che l’archivio del Centro nel circuito delle biblioteche del Comune al termine del tempo di validità della convenzione esistente (15 anni, di cui 7 già trascorsi). Ben vero che – altra vergognosa decisione! – hanno fatto anche perdere al Centro, con consapevole e astiosa scelta, ben € 222,600,00 e 15 posti di lavoro per giovani, Ma nello sgombero è insita l’assoluta indifferenza per una biblioteca e un archivio destinati, con quel provvedimento sciagurato, ad andare dispersi. E non è possibile che un ex magistrato con la smisurata ambizione di leaderismo politico ben oltre la cinta muraria di Napoli, filosofi, docenti universitari, intellettuali non riconoscessero un valore storico e culturale a quei fondi che condannavano allo smembramento e alla fine e che, invece, in un vicino futuro sarebbero diventati patrimonio della città. Allora, delle due, l’una: o, conoscendolo, l’hanno giudicato irrilevante e non meritevole d’essere salvaguardato; oppure non si sono neppure preoccupati di conoscerlo. In entrambi i casi una vergogna smisurata per “uomini di cultura” e pubblici amministratori: loro i libri li “sgomberano”, i nazisti li bruciavano, ma nel fuoco gettavano sia le opere di Goethe che i romanzi popolari!
Sta di fatto che anche questo disperato e scellerato tentativo è stato frustrato e lo sgombero non è più possibile.
Ma il provvedimento della Soprintendenza è anche un ceffone sonoro agli uomini di cultura della giunta e agli intellettualini a cui il sindaco si compiace – temerariamente – di riferirsi, ma anche a quei “sinistri” che siedono in consiglio comunale  (in qualche caso addirittura in commissione cultura) soltanto per mostrare impudicamente la propria piaggeria opportunista.
Spiace che ai margini di questa nutrita corte del  sindaco si collochino numerosi compagni – giovani, generosi – che hanno però subito la suggestione del “rivoluzionario” De Magistris. Agli estremi ci sono, da un lato, i giullari e i i profittatori, dall’altro (con una prudente e comprensibile dose di diffidenza) quelli che che – per dirla con Totò – volevano “vedere questo stupido dove vuole arrivare” e quelli che, volendo prioritariamente fare il proprio lavoro nel sociale, hanno visto in De Magistris la possibilità di farlo più facilmente e anche, magari, di trarne qualche vantaggio di non poco conto, come uno spazio, che, infatti, il sindaco, nella migliore tradizione del clientelismo elettorale, ha concesso. Il che ha una logica ed è perfino giusto. In mezzo la “moltitudine” degli ingenui e sprovveduti.
Peccato che, intanto, gli uni per sciatto servilismo o, gli altri, per necessario attendismo o furbo utilitarismo, abbiano fatto – con eccezioni sul piano personale – come le tre scimmiette.
Non è grave, non ne vogliamo a nessuno: perché l’acuirsi delle contraddizioni macina tutto (demagogia, doppiezza, arroganza, ignoranza, servilismo, opportunismo) e mano mano fa emergere la verità agli occhi di chi non è né stupido né cortigiano. E le tre scimmiette, infatti, cominciano a sentire e a vedere, ma anche a parlare. Siam certi che presto urleranno…

Da domani comincia un’altra storia

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