Assolti due ultrà della Lazio. Secondo il giudice non
sarebbero razzisti ma solo sportivi. Molto sportivi
una scritta sportivissima su un muro di Roma
«Giallorosso ebreo» non ha nulla a che fare con l’odio
razziale, ma con lo sport. E’ questo quanto emerso dalla sentenza di
assoluzione per due ultrà laziali, Fabrizio Pomponi e Alessandro Pasquazzi, rei
secondo l’accusa di aver propagandato odio razziale durante la partita Lazio –
Catania giocatasi nel 2013. La sentenza è giunta tre anni e mezzo dopo che i
due erano stati pizzicati dalle telecamere puntate sulla curva nord
biancoceleste ad intonare il coro incriminato. Secondo il giudice che ha
espresso la sentenza la locuzione “Giallorosso ebreo” riferito ai sostenitori
della Roma, era una espressione «confinabile nell’ambito di una rivalità di
tipo sportivo». «Mera derisione sportiva» si legge in un altro passaggio, in
cui si fa menzione all’intento denigratorio collegabile ai concetti di razza,
etnia o religione, ma comunque «non costituente alcun pericolo di diffusione di
alcuna idea di odio razziale
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