Modena. Firme e obblighi di dimora: prime ritorsioni
dopo l'incontrollabile corteo dei facchini
Questa mattina all'alba a otto militanti attivi nelle
lotte sociali modenesi è stato notificato l'obbligo di firma e ad altri due
l'obbligo di dimora, consegnati dagli agenti della digos. Una ritorsione
poliziesca che arriva a meno di una settimana dal corteo operaio che ha
sconvolto la gestione poliziesca dell'ordine pubblico in città, colpendo
proprio in concomitanza con il primo picchetto ai cancelli di Levoni dopo la
trappola che voleva incastrare il leader del S.I. Cobas Aldo Milani con
l'accusa di 'estorsione'.
A essere sotto attacco sono le esperienze di lotta per
la casa, in particolare lo sgombero violento di due occupazioni abitative l'11
maggio lasciando senza alternative e soluzioni adeguate i nuclei che vi
abitavano. “I compagni, per la Procura – come riporta una nota dello Spazio
Guernica - sono rei di aver reagito all'ennesimo infame attacco ai movimenti di
lotta per il diritto all'abitare, che in questa città erano diventati in grado
di determinare trasformazione sociale. Le contraddizioni istituzionali messe in
luce da questa lotta iniziavano a diventare troppo scomode. Ma queste
operazioni non fanno altro che tentare di nascondere ulteriormente sotto un
inutile tappeto la polvere che questa città solleva attraverso la mafia delle
cooperative, la gestione clientelare e ovviamente il problema abitativo.” L'operazione
di stamani si inserisce nel tentativo di colpire i protagonisti delle
mobilitazioni sociali come rappresaglia per le contraddizioni sollevate
congiuntamente da queste e dalle lotte operaie nel territorio emiliano contro
il blocco di potere che intreccia grande padronato, politica delle
clientele.
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