#JusticePourTheo: aggiornamenti sulle rivolte in Francia
La violenza subita da un ragazzo di 22 anni, Theo, durante un controllo d’identità giovedi 2 febbraio, durante il quale è stato picchiato, insultato e stuprato con un manganello,
ha scatenato la rabbia degli abitanti del suo quartiere, la cité des
5000, a Aulnay-sous-Bois, nella periferia nord-est parigina.
Da venerdi,
scontri notturni contro la polizia si susseguono a Aulnay e in altri
comuni nelle vicinanze, soprattutto dopo la pubblicazione della
testimonianza dettagliata e particolarmente raccapriciante di Theo.
Secondo fonti della polizia, le forze dell’ordine sarebbero state
attaccate a colpi di pietre, tiri di mortaio artigianale e bombe
molotov. I giornalisti parlano di pattumiere,
macchine, fermate di autobus e un concessionario incendiati. La polizia ha detto di aver spento un inizio d'incendio in una scuola a Tremblay, e denuncia danni al commissariato della stessa città.
macchine, fermate di autobus e un concessionario incendiati. La polizia ha detto di aver spento un inizio d'incendio in una scuola a Tremblay, e denuncia danni al commissariato della stessa città.
Nel weekend
un ingente dispositivo poliziesco è stato dispiegato a
Aulnay-sous-Bois, con numerose unità di CRS che si sono posizionate nel
quartiere. Si contano 5 fermi nella notte da domenica a lunedi, con
accuse di violenze e oltraggio su poliziotti.
Lunedi
una manifestazione è stata organizzata nel pomeriggio dalla famiglia di
Theo. Centinaia di personne si ritrovano a Aulnay-sous-Bois dietro allo
striscione « Giustizia per Theo », la marcia è finita lì dove il
ragazzo è stato aggredito.
Lo stesso giorno il
dispositivo di polizia è stato rinforzato con l’autorizzazione dell’uso
di armi da guerra tipo fucili di precisione e impiego di un elicottero
che sorvola tuttora il quartiere giorno e notte. La sera si sono
ripetuti nuovi scontri. Gli abitanti denunciano l’uso di veri proiettili prima in aria e poi contro la gente.
La prefettura ha ammesso gli spari in aria di intimidazione (che è una
pratica molto rara in Francia, una decina di casi per anno),
riconoscendo ufficialmente che un paio di agenti della BAC si sono
ritrovati accerchiati e non muniti di armi intermedie hanno dovuto fare
uso delle loro armi da fuoco, non ammette invece che la polizia abbia
sparato sulla gente. Le foto dei bossoli raccolti hanno fatto il giro
della rete e nella notte ci sono stati 26 fermi.
E
stata anche denunciata l’interruzione della luce pubblica nella banlieu
a più riprese. I media hanno da prima parlato di atti di sabotaggio da
parte dei manifestanti ma ci si chiede oggi se non si tratti di un atto
volontario proprio da parte della polizia per impedire la ripresa video
degli arresti coi telefonini. Gira in rete il video di un poliziotto che
minaccia con il sui fucile LBD40 qualcuno che lo filma : “smettila di
filmare...dammi i telefonino o ti brucio
Martedì
7 febbraio, dopo quattro giorni di rivolta, 17 personne, tutte giovani,
secondo le fonti poliziesche, vengono processate al tribunal di
Bobigny.
Nel pomeriggio, il presidente francese
Hollande si è recato all’ospedale per una visita a Theo, promettendo
giustizia. Una mossa disperata e strumentale per strappargli un appello
alla pace, chiarissimo l’indice di quanto siano temute nuove rivolte.
Ieri
sera una manifestazione contro le violenze della polizia ha riunito 300
persone a Menilmontant (quartiere est di Parigi). La polizia ha cercato
di impedire il corteo non-autorizzato. Nella notte segnalati cortei e
rivolte anche a Aulnay, Clichy, Tremblay, Montfermeil, Sevran et Le
blanc mesnil.
Oggi (mercoledì 8 febbraio) cinque
maggiorenni sono passati in tribunale per direttissima accusati di
agguato contro la polizia, assembramento con armi e violenze. Undici
minori sono passati davanti ai giudici per assembramento.
Nel
frattempo la “giustizia” fa il suo corso: inizialmente i quattro agenti
che hanno aggredito Theo sono stati accusati di stupro, poi l’accusa è
stata derubricata a violenza volontaria con arma (soltanto l’intervento
di un secondo giudice ha ripristinato l’accusa di stupro ma
esclusivamente per l’agente che impugnava il manganello)
Contrariamente
a quello che certi media e responsabili pubblici affermano, lo stupro
con manganello è probabilmente una tecnica poliziesca più usata di
quello che si pensa. Proprio il 16 gennaio scorso, un poliziotto
municipale di Drancy passava in giudizio per avere ferito un giovane con
un tonfa nell’ottobre 2015. Il poliziotto era incriminato per violenza
con arma e non per stupro, la procura ha richiesto 6 mesi di
condizionale e un divieto professionale di 1 anno. La sentenza sarà resa
nota il 20 febbraio.
Tra l’allargamento degli scontri,
il dispiegamento della polizia, i vari sostegni mediatici a Theo (tra
cui il rapper Bouba e l’attore Omar Sy) la faccenda sta prendendo una piega politica molto più netta
di tanti altri fatti di violenza della polizia passati sotto silenzio.
Anche se i media mainstream si rifiutano per ora di legare questa storia
di soprusi alla legge detta di “sicurezza pubblica” che l’assemblea
nazionale sta votando per allargare il diritto dei poliziotti a fare uso
delle loro arme a fuoco.
Intanto per stasera sono previsti nuovi cortei per chiedere giustizia per Theo...
#justicepourtheo
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