Cie, il Garante dei detenuti accusa: "Corso Brunelleschi invivibile, diritti umani negati"
Mellano in visita alla struttura, teatro sempre più spesso di rivolte e incendi. "Situazione sanitaria drammatica"
"I Cie non possono più essere luoghi dove non esiste rispetto dei diritti umani e delle libertà. Nel compito del Garante regionale dei detenuti c'è il monitoraggio di queste strutture, nella nostra ultima visita del 23 giugno al Cie di corso Brunelleschi abbiamo trovato una situazione se possibile ancora
peggiore di marzo. . Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, Bruno Mellano, ha aperto la conferenza stampa sul Cie di corso Brunelleschi organizzata in collaborazione con il Garante del Comune di Torino, con Medici per i Diritti Umani (Medu) e associazione Studi Giuridici per l'Immigrazione (Asgi).
Attualmente nella struttura, inizialmente progettata per 200 posti, sono rinchiuse 43 persone (il massimo possibile dopo incendi e danneggiamenti) in prevalenza provenienti dal Nord Africa, di cui 37 con precedenti penali. "Durante la visita abbiamo trovato unità abitative fatiscenti - ha spiegato Monica Cristina Gallo, Garante dei detenuti per il Comune di Torino - la mia intenzione è, subito dopo le visite di monitoraggio, approfondire obiettivi a partire dall'assistenza legale e altre tutele, anche in mediazione con il carcere". Per Marco Zanchetta di Medu "corso Brunelleschi rispecchia il panorama nazionale. In Italia ci sono 4 Cie attivi sui 13 previsti. A Torino si verificano continue sommosse a causa della situazione invivibile, il clima di tensione è filo conduttore, non esiste forma di ricreazione o impegno culturale. Anche la situazione sanitaria è drammatica, non c'è più la convenzione con l'AslTo1 per le visite mediche, non c'è assistenza psicologica per le persone che hanno subito tortura o violenze. Insomma, i Cie sono centri inefficaci dal punto di vista degli obiettivi preposti, cioè identificazione ed espulsione".
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