Sono le ore 17:00 di giovedì trenta giugno
quando, a Genova – sugli scalini antistanti l’entrata del Palazzo Ducale ubicata
in piazza Raffaele De Ferrari – si anima un presidio antifascista il cui intento
è ricordare la storica giornata del 30 giugno 1960.
I convenuti sono alcune centinaia; tra essi si
riconosce il consigliere comunale Antonio Carmelo Bruno, dell’Altra Liguria,
mescolato in mezzo ad esponenti delle varie forze che hanno convocato la
manifestazione.
Oltre all’Altra Liguria sono presenti, in tale
veste ed in ordine alfabetico: Casa dei Circoli delle
Culture e dei Popoli (Cccp) di Ceriale, Collettivo City Strike-Noi Saremo Tutto, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Genova, Giuristi Democratici, Partito Comunista dei Lavoratori, Rifodazione, Ross@, Sinistra Anticapitalista, Stella del Carmo di Pietra Ligure, Unione Sindacale di Base; a questi si affiancano anche i militanti locali di Proletari Comunisti.
Culture e dei Popoli (Cccp) di Ceriale, Collettivo City Strike-Noi Saremo Tutto, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Genova, Giuristi Democratici, Partito Comunista dei Lavoratori, Rifodazione, Ross@, Sinistra Anticapitalista, Stella del Carmo di Pietra Ligure, Unione Sindacale di Base; a questi si affiancano anche i militanti locali di Proletari Comunisti.
L’incontro si svolge tra interventi al microfono
e canzoni partigiane, ed ha il suo clou quando a prendere la parola è il
partigiano Giotto, al secolo Giordano Bruschi, che ricostruisce – non senza una
punta di commozione – gli avvenimenti di cinquantasei anni fa.
Appena terminate le parole del combattente per la
libertà, mentre il gruppo coristico “Le vie del canto” si appresta ad iniziare
il proprio concerto, una parte di presidianti – per lo più facenti capo a
Rifondazione e Pcl – decide di salire al primo piano, alla sala del Minor
Consiglio.
L’intento dichiarato è quello di portare un
polemico saluto a Susanna Camusso, la segretaria generale della Cgil, che è
impegnata nella presentazione del libro “Il sindacato nella città ferita”, ma
che secondo i contestatori dovrebbe invece stare al presidio.
Il blitz riesce, almeno per pochi secondi: in una
cinquantina salgono le scale intonando “Bella Ciao”, ed entrati nel salone
rumoreggiano, fischiando i dirimpettai; poi ci pensa il servizio d’ordine del
sindacato, con fare pacato ma deciso, a mettere fine alla bagarre.
Nel frattempo chi scrive nota la presenza di
qualcuno che sicuramente – vista la carica che ricopre – dovrebbe stare
all’ingresso del palazzo, e non seduto alla presidenza del convegno: si tratta
di Massimo Bisca, presidente dell’Anpi genovese.
Genova, 1° luglio 2016
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