Come
riporta La Sicilia del 24 giugno, infatti: “Il verdetto è arrivato al termine
della visita ufficiale che la Commissione ha svolto ieri; un sopralluogo che ha
messo in luce quello che chiunque abbia visto il Centro anche
soltanto dall’esterno conosce bene. L’hotspot è infatti ospitato in un capannone in cemento armato piantato alla fine del porto commerciale, completamente protetto da una recinzione metallica che in alcuni punti è integrata con delle assi di legno che impediscono di vedere all’esterno. Tutto attorno alla recinzione non c'è un filo di verde, solo cemento. Una struttura, dunque, che al massimo potrebbe essere un magazzino e che invece ospita centinaia di uomini, donne e minori, tutti insieme. La capienza ufficiale è di 180 posti ma in alcune situazioni l’hotspot è arrivato ad 'accogliere’, si fa per dire, anche 400-500 persone. Con soli 5 bagni. Come se non bastasse, all’interno del Centro restano per settimane decine di minori non accompagnati: soggetti che dovrebbero essere protetti e trasferiti in strutture sicure.”
soltanto dall’esterno conosce bene. L’hotspot è infatti ospitato in un capannone in cemento armato piantato alla fine del porto commerciale, completamente protetto da una recinzione metallica che in alcuni punti è integrata con delle assi di legno che impediscono di vedere all’esterno. Tutto attorno alla recinzione non c'è un filo di verde, solo cemento. Una struttura, dunque, che al massimo potrebbe essere un magazzino e che invece ospita centinaia di uomini, donne e minori, tutti insieme. La capienza ufficiale è di 180 posti ma in alcune situazioni l’hotspot è arrivato ad 'accogliere’, si fa per dire, anche 400-500 persone. Con soli 5 bagni. Come se non bastasse, all’interno del Centro restano per settimane decine di minori non accompagnati: soggetti che dovrebbero essere protetti e trasferiti in strutture sicure.”
È
proprio per questa descrizione che il presidente della
Commissione Federico Gelli non può limitarsi a “evidenziare
le carenze: infrastrutture inadeguate, sovraffollamento e permanenze troppo
inadeguate, soprattutto dei minori.” E poi addirittura dire: «Bisogna cambiare
qualcosa - ha detto Gelli - e organizzarsi diversamente per tenere aperto il
Centro e soprattutto individuare soluzioni alternative per il soggiorno dei
minorenni non accompagnati». “Cambiare qualcosa”!? “Tenere aperto il centro”!?
Potevamo aspettarci qualcosa di diverso da un deputato del Pd? Il partito che
guida il governo insieme ad Alfano, uno dei più feroci contro i migranti?
Né, tantomeno, il sindaco di Pozzallo può dire: «Ho
fatto il possibile per mantenere su buoni standard l’hotspot durante questi
anni di emergenza, ma con fondi ridotti e senza aiuti dallo Stato non è
possibile fare di più - ha sottolineato quest’ultimo - Ho rappresentato le
difficoltà del Comune e non ho strutture alternative dove sistemare i minori.
Il centro avrebbe bisogno di interventi di manutenzione, ma questi non possono
essere a carico del bilancio comunale, già critico».
Davanti ad una disumanità senza limiti non si può né
lavarsene le mani come fa la Commissione, né guardare ai “bilanci”… l’Hotspot
di Pozzallo di deve chiudere!
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