martedì 28 giugno 2016

pc 28 giugno - L’Hotspot di Pozzallo deve essere chiuso, e basta! Non serve il “verdetto” della Commissione Parlamentare d’inchiesta

Mentre continuano, con un flusso ininterrotto, i morti di migranti di ogni sesso, nazionalità e tutte le età in mare, si confermano perfino da parte della Commissione parlamentare d’inchiesta, le nostre denunce, insieme a quelle di tantissimi altri, delle assurde e inumane condizioni dei cosiddetti centri di accoglienza per migranti e che sono sotto gli occhi di tutti. Dal Cara di Mineo, dove i migranti sono diventati manodopera a pochi euro al giorno per gli sfruttatori delle campagne, dai più “piccoli” alle multinazionali, all’Hotspot di Pozzallo che è stato visitato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che lo ha dichiarato “sovraffollato e del tutto inadeguato”. 

Come riporta La Sicilia del 24 giugno, infatti: “Il verdetto è arrivato al termine della visita ufficiale che la Commissione ha svolto ieri; un sopralluogo che ha messo in luce quello che chiunque abbia visto il Centro anche
soltanto dall’esterno conosce bene. L’hotspot è infatti ospitato in un capannone in cemento armato piantato alla fine del porto commerciale, completamente protetto da una recinzione metallica che in alcuni punti è integrata con delle assi di legno che impediscono di vedere all’esterno. Tutto attorno alla recinzione non c'è un filo di verde, solo cemento. Una struttura, dunque, che al massimo potrebbe essere un magazzino e che invece ospita centinaia di uomini, donne e minori, tutti insieme. La capienza ufficiale è di 180 posti ma in alcune situazioni l’hotspot è arrivato ad 'accogliere’, si fa per dire, anche 400-500 persone. Con soli 5 bagni. Come se non bastasse, all’interno del Centro restano per settimane decine di minori non accompagnati: soggetti che dovrebbero essere protetti e trasferiti in strutture sicure.” 

È proprio per questa descrizione che il presidente della Commissione Federico Gelli non può limitarsi a “evidenziare le carenze: infrastrutture inadeguate, sovraffollamento e permanenze troppo inadeguate, soprattutto dei minori.” E poi addirittura dire: «Bisogna cambiare qualcosa - ha detto Gelli - e organizzarsi diversamente per tenere aperto il Centro e soprattutto individuare soluzioni alternative per il soggiorno dei minorenni non accompagnati». “Cambiare qualcosa”!? “Tenere aperto il centro”!? Potevamo aspettarci qualcosa di diverso da un deputato del Pd? Il partito che guida il governo insieme ad Alfano, uno dei più feroci contro i migranti?
Né, tantomeno, il sindaco di Pozzallo può dire: «Ho fatto il possibile per mantenere su buoni standard l’hotspot durante questi anni di emergenza, ma con fondi ridotti e senza aiuti dallo Stato non è possibile fare di più - ha sottolineato quest’ultimo - Ho rappresentato le difficoltà del Comune e non ho strutture alternative dove sistemare i minori. Il centro avrebbe bisogno di interventi di manutenzione, ma questi non possono essere a carico del bilancio comunale, già critico».

Davanti ad una disumanità senza limiti non si può né lavarsene le mani come fa la Commissione, né guardare ai “bilanci”… l’Hotspot di Pozzallo di deve chiudere!

Nessun commento:

Posta un commento