sabato 2 luglio 2016

pc 2 luglio - Bari, verso la Cgil una inchiesta su malaffare, commistione e tanto altro ancora


Bufera sui Caf Cgil, scatta il blitz - La Finanza prende le carte

Controlli degli investigatori nella sede del sindacato e in una società collegata
Aperto un fascicolo in Procura. Verifiche sui contratti e sulla gestione delle pratiche

di Vito Fatiguso

Di buon mattino (ore 8.30) i militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Bari hanno varcato l’ingresso della Camera Metropolitana della Cgil (via Natale Loiacono, al quartiere Japigia) per poi controllare anche gli uffici di Terlizzi e di Acquaviva delle Fonti, nonché la sede del Caf (Centro di assistenza fiscale) di via Di Cagno. Quest’ultima è il quartier generale della «Bari Servizi e Lavoro», società controllata al 100% dalla Cgil e specializzata nell’assistenza fiscale (sino a poche settimane fa il 73% delle quote era di proprietà della Cgil Bari e il 27% delle categorie della Cgil). La Finanza, dopo aver fatto allontanare il personale e chiuso gli uffici al pubblico, ha sequestrato materiale cartaceo ed effettuato controlli sul sistema informatico a seguito di un esposto dettagliato che mette in evidenza presunte irregolarità gestionali: dalla contabilità alla gestione del personale; dai rimborsi statali per l’attività fiscale ai contratti applicati ai dipendenti dei Caf. Dubbi che hanno portato la procura di Bari a indagare con l’apertura di un’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Angela Morea, per i necessari accertamenti.

Nella denuncia, infatti, si fa riferimento a contratti di lavoro precari della «Bari Servizi e
Lavoro» che in più casi sarebbero sfociati in cause presso il tribunale di Bari (alcuni in presenza di patologie sanitarie gravi, anche tumorali) e a «compilazioni non necessarie di modelli 730 o Isee» per cui è previsto un rimborso da parte dello Stato (Agenzia delle Entrate e Inps). E ancora «contratti di Co.co.co di poche ore giornaliere che avrebbero camuffato un rapporto di lavoro full time con tanto di straordinari non retribuiti» e «personale formalmente in ferie che avrebbe prestato servizio nei mesi più caldi dell’attività fiscale». Un altro punto messo in evidenza dalla denuncia è la «commistione tra alcune cariche della Bari Servizi e Lavoro e della Cgil con passaggi di contratti lavorativi».
I Caf Cgil sono uffici di consulenza presenti nella gran parte dei comuni del Barese che occupano 32 dipendenti a tempo indeterminato e altri a tempo determinato in presenza di picchi lavorativi. In regime di convenzione con la Cgil effettua servizi di compilazione del 730 o «Unico», Red, Detra, calcolo per tasse universitarie, Ici, successione, regolarizzazione di colf e badanti. La «Bari Servizi e Lavoro» è guidata da Alfio Giuga che è amministratore unico e anche direttore del patronato Inca Cgil di Bari (servizi pensionistici, dichiarazioni di disoccupazione). Nel mirino della magistratura è finita la gestione degli ultimi anni. In particolare, quella dal 2010 al 2014 per la quale i finanzieri sono alla ricerca di documenti contabili che potrebbero non essere più rintracciabili.
Tutte le pratiche fiscali, infatti, venivano depositate (come archivio) nella sede della Cgil regionale, in via Calace a Bari. Ma gran parte del materiale non sarebbe stato ancora rintracciato. Ma dal 2012 in poi le pratiche hanno anche una copia digitale obbligatoria visto che Inps e Agenzia delle Entrate non liquidano i Caf se non hanno concluso la procedura di scannerizzazione. Sempre in merito alla Bari Servizi e Lavoro nei mesi scorsi un dipendente del centro di Molfetta, Giuseppe Filannino, è stato riassunto (sentenza del il giudice del Lavoro di Bari, Luigi Pazienza) per essere stato licenziato con l’accusa, rivelatasi infondata, di aver percepito 800 euro da una cliente per una pratica di successione. La società ha presentato ricorso contro il dipendente (ex portavoce provinciale dell’associazione contro le mafie Libera (di don Ciotti) — e si è in attesa del pronunciamento del giudice. Nel frattempo Filannino ha sporto denuncia penale alla procura di Bari contro i soggetti coinvolti nel suo licenziamento.

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