Da "Le lotte di classe in Francia - dal 1848 al
1850" Karl Marx
(Da "Neue Rheinische
Zeitung"):
....La rivoluzione
di febbraio era stata la bella
rivoluzione, la
rivoluzione della simpatia generale, perché gli antagonismi che erano scoppiati
in essa contro la monarchia, sonnecchiavano tranquilli l'uno accanto all'altro,
non ancora
sviluppati; perché la lotta
sociale che formava il loro sostrato aveva soltanto raggiunto una esistenza
vaporosa, l'esistenza della frase, della parola. La
rivoluzione di
giugno è la rivoluzione
brutta, la rivoluzione
repugnante, perché al posto della frase è subentrata la cosa, perché la
repubblica stessa ha svelato la testa del mostro, abbattendo la corona che la
proteggeva e la copriva. Ordine! -
era stato il grido
di battaglia di Guizot. Ordine! - aveva
gridato Sébastiani,
il Guizot in sedicesimo, quando Varsavia era diventata russa.
Ordine!
- gridava
Cavaignac, eco brutale dell'Assemblea nazionale francese e della borghesia
repubblicana. Ordine!
- tuonavano le sue
granate, mentre laceravano il corpo del proletariato. Nessuna delle numerose
rivoluzioni della borghesia francese a partire dal 1789 era stata un attentato
contro l'ordine, perché tutte
avevano lasciato sussistere il dominio della classe, la schiavitù degli operai,
l'ordine borghese,
benché spesso fosse
cambiata la forma politica di questo dominio e di questa schiavitù. Giugno ha
intaccato questo ordine. Maledetto sia giugno!" ("Neue Rheinische Zeitung", 29
giugno 1848).
Maledetto sia giugno! ripete l'eco europea.
Il proletariato
parigino era stato costretto
all'insurrezione di
giugno dalla borghesia. In ciò era già contenuta la sua condanna. Né un
consapevole bisogno immediato lo spingeva a combattere per rovesciare con la
violenza la borghesia; né esso era pari a questo compito. Il "Moniteur" dovette
spiegargli ufficialmente che era passato il tempo in cui la repubblica
considerava opportuno rendere gli onori alle sue illusioni; e solo la sua
sconfitta lo convinse della verità che il più insignificante miglioramento della
sua situazione è un'utopia dentro
la repubblica
borghese, un'utopia che diventa delitto non appena vuole attuarsi. Al posto
delle sue rivendicazioni, esagerate nella forma, nel contenuto meschine e
persino ancora borghesi, e che esso voleva strappare come concessioni alla
repubblica di febbraio, subentrò l'ardita parola di lotta
rivoluzionaria:
Abbattimento della
borghesia! Dittatura della classe
operaia!
Mentre il
proletariato faceva della sua bara la culla della
repubblica
borghese, costringeva questa
a presentarsi nella sua forma genuina, come lo Stato il cui scopo riconosciuto è
di perpetuare il dominio del capitale, la schiavitù del lavoro. Avendo
continuamente davanti ai propri occhi il suo nemico coperto di cicatrici,
irreconciliabile, invincibile - invincibile perché la sua esistenza è condizione
dell'esistenza stessa della borghesia - il dominio della borghesia, sciolto da
ogni catena, doveva trasformarsi ben presto nel
terrorismo della
borghesia. Eliminato
provvisoriamente dalla scena il proletariato, riconosciuta ufficialmente la
dittatura della borghesia, gli strati medi della società borghese - piccola
borghesia e classe dei contadini - nella misura in cui la loro situazione si
faceva più insopportabile e più acuto il loro contrasto con la borghesia,
dovevano sempre di più unirsi al proletariato. Come prima l'avevano trovata
nella sua ascesa, così ora dovevano trovare la ragione della loro miseria nella
sua disfatta.
Se l'insurrezione di giugno rafforzò dappertutto sul continente la
coscienza di sé della borghesia, e la spinse ad una alleanza aperta con la
monarchia feudale contro il popolo, chi fu la prima vittima di questa alleanza?
La stessa borghesia del continente. La disfatta di giugno le impedì di
consolidare il suo dominio, e di mantenere il popolo, mezzo soddisfatto e mezzo
illuso, sull'ultimo scalino della rivoluzione
borghese...
...Solo con la
disfatta di giugno dunque sono state create le condizioni entro le quali la
Francia può prendere l'iniziativa
della rivoluzione
europea. Solo immergendosi nel sangue degli
insorti di giugno
il tricolore è
diventato la bandiera della rivoluzione europea: la
bandiera
rossa!
E il
nostro grido è: La
rivoluzione è morta! Viva la
rivoluzione!...
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