martedì 14 giugno 2016

pc 14 giugno - Il presidente della repubblica Mattarella e "Gli investimenti italiani in Romania, una strada europea nell'economia globale"

Mattarella in Romania per spostare a Sud l’attenzione della Nato
Il presidente della Repubblica in visita ufficiale a Bucarest. L’altro tema è il voto all’Onu per il seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza

Stavolta non sono i Balcani, dove in un solo anno si è recato ben tre volte, ma si tratta della Romania, avamposto occidentale nell’ex impero sovietico: dunque un’area altrettanto strategica per gli equilibri della pace e della sicurezza. Sergio Mattarella è appena arrivato a Bucarest in visita alla vigilia di due eventi internazionali cui la nostra diplomazia attribuisce un peso rilevantissimo. Il primo consiste nel voto all’ONU per attribuire i seggi non permanenti nel Consiglio di sicurezza. Si voterà il 28 giugno e l’Italia ambisce a conquistare un posto al sole che ci permetterebbe di far meglio apprezzare le nostre ragioni per esempio sulla Libia. La Romania è tra i Paesi che ci hanno promesso un sostegno; a nostra volta stiamo appoggiando alcune aspirazioni del governo di Bucarest, anzitutto quella di aprire alla Romania le porte della fortezza Schengen.

GUARDARE AL FIANCO SUD
L’altro appuntamento cui guarda l’Italia, e che aiuta a comprendere la missione romena di Mattarella, sarà il vertice Nato che si terrà l’8 e il 9 luglio proprio a Varsavia, da cui prendeva il nome l’omonimo patto dell’Est. Lo sforzo italiano mira a cambiare l’attitudine dell’Alleanza, a orientarne verso Sud e verso il Mediterraneo l’attenzione che al momento è tutta assorbita dal confronto con Putin. La Romania è esattamente uno dei Paesi dove più forte è avvertita la tensione con la Russia, anche come conseguenza della base missilistica Nato inaugurata da queste parti ai primi di maggio («Aegis Ashore» è il nome del programma difensivo). Ufficialmente si tratta di uno scudo contro eventuali attacchi dal Medio Oriente, che non interferisce con le armi strategiche della Russia. Eppure il Cremlino non l’ha presa per niente bene, la considera una vera e propria minaccia alle porte di casa. La diplomazia italiana è al lavoro per allentare queste tensioni, in modo che pure il sistema difensivo dell’Alleanza possa orientarsi in direzione Sud, dove altre minacce sono in agguato incominciando da Daesh e dal sedicente Stato islamico.

UNA STORIA IN COMUNE
I temi di discussione a Bucarest sono tanti, in ragione delle strettissime relazioni tra i due Paesi. Basti dire che le aziende italo-romene sono circa 20mila, l’interscambio commerciale raggiunge i 13 miliardi di euro, i cittadini romeni che vivono da noi sono un milione e centomila, 154 mila i bambini di origine romena nelle scuole italiane e i collegamenti aerei sono assicurati da 400 voli settimanali. Si discuterà di rapporti bilaterali ma anche di temi più spinosi come l’accoglienza dei profughi, su cui la Romania fin qui non ha certo brillato.

Nessun commento:

Posta un commento