"L’ipotesi a cui si starebbe lavorando consiste nell’anticipo finanziario della pensione netta per gli anni che mancano alle pensioni di vecchiaia. Nell’Ape – questo l’esotico acronimo scelto dal governo – non sarebbe prevista una penalizzazione ai danni dell’assegno, ma rate fino a 20 anni che il lavoratore dovrà versare con gli interessi. Secondo l’ipotesi dell’esecutivo, l’Inps dovrebbe essere il garante o l’intermediario di questa finanziarizzazione della pensione con banche e assicurazioni. A loro volta, queste ultime dovrebbero anticipare la somma che i lavoratori restituiranno nel tempo"
Si stima che "il lavoratore perderebbe il 6,9% della pensione pari a un importo mensile netto in meno di 898 euro ogni anno. Questa cifra andrà moltiplicata per ogni anno di anticipo richiesto, e accordato. Quindi tre anni di pensione anticipata potrebbe arrivare a costare 2.694 euro netti. In questa situazione si troveranno i nati negli anni 51, 52, 53 che dovranno andare in pensione a 66 anni.
I Sindacati sono soddisfatti. «C’è qualche novità positiva – ha detto la segretaria della Cgil Susanna Camusso – abbiamo bisogno di un quadro di insieme e abbiamo ribadito che il nostro obiettivo è andare ad una modifica effettiva della legge Fornero». (da Il Manifesto)
E I LAVORATORI SONO FREGATI
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