...nella necessaria mobilitazione contro l'hotspot, e per i diritti dei migranti già nella nostra città (diritto
d'asilo, lavoro, ecc.), i migranti sono la prima fila e non "l'ultima", per una
falsa e sbagliata idea di "protezione", presente in parte del movimento e associazioni
Anche ora, per dire NO all'Hotspot, "fabbrica di respingimenti e di messa in clandestinità dei migranti", serve l'unità e l'iniziativa unitaria, "fuori e dentro l'hotspot"
Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto
Nei mesi scorsi
la lotta in prima persona dei migranti del Bel sit, una bella, forte, orgogliosa
lotta, che ha fatto anche conoscere a parte della città chi sono i migranti al
di là di pregiudizi stupidi e fomentati, è stata la via giusta e decisiva per
ottenere il documento di identità. I migranti, con l'aiuto dello Slai cobas per
il sindacato di classe, si sono uniti, si sono autorganizzati, hanno deciso
tutti i passaggi della lotta, E HANNO VINTO!
Lo stesso
avvenne a Manduria nel 2011, quando anche allora la "miccia" dell'unità nella lotta tra
compagni antirazzisti, movimento di opposizione, precari e disoccupati slai
cobas e migranti tunisini permise la forte rivolta del 2 aprile e
l'ottenimento per tutti del permesso di soggiorno umanitario.
Questo accade
oggi a Ventimiglia, come nelle campagne del foggiano, ecc.
I migranti non
hanno bisogno di "italiani che li proteggono", ma hanno bisogno di antirazzisti,
antimperialisti, associazioni, sindacati di base che li sostengano, che stiano
al loro fianco, che si mettano in gioco contro lo Stato, il governo, la polizia.
Gli immigrati devono poter essere protagonisti delle decisioni, della loro vita! Non aspettare, a volte anche per anni, vedi Taranto, senza poter far nulla, senza sapere cosa gli tocca, quando la maggiorparte di loro vuole andar via e sa già dove andare.
L'accoglienza dignitosa e l'assistenza è necessaria, ma queste non si devono trasformare in "catene". NON BASTA L'ASSISTENZA, OCCORRE IL RISPETTO!
Gli immigrati devono poter essere protagonisti delle decisioni, della loro vita! Non aspettare, a volte anche per anni, vedi Taranto, senza poter far nulla, senza sapere cosa gli tocca, quando la maggiorparte di loro vuole andar via e sa già dove andare.
L'accoglienza dignitosa e l'assistenza è necessaria, ma queste non si devono trasformare in "catene". NON BASTA L'ASSISTENZA, OCCORRE IL RISPETTO!
Anche ora, per dire NO all'Hotspot, "fabbrica di respingimenti e di messa in clandestinità dei migranti", serve l'unità e l'iniziativa unitaria, "fuori e dentro l'hotspot"
Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto
giugno 2016
slaicobasta@gmail.com
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