Il
circolo virtuoso che serve al Paese»
La proposta del presidente di Confindustria al convegno dei Giovani imprenditori.
Il
Sole 24 Ore
- Parla
di «circolo virtuoso dell'economia». E lo declina:
più produttività,
più salari, più occupazione, più competitività per le imprese,
più domanda interna.
.....ha detto
Boccia. E le relazioni industriali devono diventare «un fattore di
competitività del paese». A breve, annuncia Boccia, ci sarà un
incontro con i sindacati e l'idea è quella di «creare una
piattaforma di scambio salari-produttività». Partendo da un dato di
fatto: il nostro costo del lavoro per unità di prodotto è salito di
30 punti rispetto alla Germania.
Sulla
questione contratti, secondo il presidente di Confindustria sarebbe
meglio che il governo non intervenisse: «Certo, sta anche a noi,
cioè se riusciamo o meno a fare accordi,
è una questione di corresponsabilità». C'è però il tema fiscale, importante, su cui l'esecutivo dovrebbe fare la sua parte: «Sappiamo che ci sono risorse limitate, ma dovrebbe intervenire con la detassazione e decontribuzione dei premi di produttività, senza tetto».
è una questione di corresponsabilità». C'è però il tema fiscale, importante, su cui l'esecutivo dovrebbe fare la sua parte: «Sappiamo che ci sono risorse limitate, ma dovrebbe intervenire con la detassazione e decontribuzione dei premi di produttività, senza tetto».
In
un approccio di intervento organico di politica economica,
bisognerebbe riattivare gli investimenti privati e usare bene in ogni
Regione i fondi strutturali, per riattivare gli investimenti
pubblici. «È lo scambio virtuoso che chiediamo. Un percorso
che riguarda non solo le parti sociali, ma il progetto paese. Se
funzionerà e arriverà un aumento del Pil, una parte di questa
crescita dovrebbe essere restituita per ridurre le tasse su imprese e
lavoro».
In sala durante il convegno oltre al numero uno attuale,
Marco Gay, molti ex, da Emma Marcegaglia, a Matteo Colaninno, Luigi
Abete. Tradizionalmente sono l'avanguardia della Confederazione:
«Dovrei arrabbiarmi con voi, perché avete fatto una fuga in avanti
sul referendum, con un forte sostegno al percorso di riforme. Ma non
posso, perché io ed Emma Marcegaglia eravamo come voi», ha detto
Boccia. Il «cuore» dello slancio, la «testa» dell'analisi:
Boccia
infatti vuole che la posizione sul referendum costituzionale sia
condivisa e scaturisca da un dibattito interno. La decisione arriverà
il 23 giugno nel consiglio generale, quando «cuore e testa
convergeranno nell'interesse del paese. Noi andiamo avanti per la
nostra strada. Se abbiamo la condivisione di certe scelte non
dobbiamo fare l'errore di non dirlo perché sembriamo appiattito
sull'uno e sull'altro. Di sinistra o di destra. Dobbiamo avere il
coraggio delle nostre idee».
di
Nicoletta Picchio
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