UN DECRETO DEL LAVORO ISTITUISCE UN FONDO PER FAVORIRE LA "PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI AL CAPITALE E AGLI UTILI"
(Da Sole 24 Ore) - "...lo schema di decreto del ministero del Lavoro di concerto con quello dell'Economica ha ricevuto l'altro giorno il via libera delle commissioni competenti di Camera e Senato.
La legge di Stabilità 2014 ha previsto infatti l'istituzione di un apposito Fondo presso il ministero del lavoro finalizzato a incentivare le iniziative rivolte alla partecipazione dei lavoratori al capitale e agli utili delle imprese e per la diffusione dei piani di azionariato rivolti a lavoratori dipendenti - assegnati ai lavoratori azioni a titolo gratuito ovvero le offrano in sottoscrizione a condizioni vantaggiose rispetto alle quotazioni di mercato...
...la sottoscrizione di azioni a titolo oneroso non può superare il 20% della retribuzione netta annua del lavoratore, comprensiva delle maggiorazioni previste dalla contrattazione collettiva... In caso di piani di azionariato occorre diversificare le tipologie di investimento...
...il beneficio consiste nel riconoscimento di una somma pari al 30% del valore dell'azione assegnata a titolo gratuito, ovvero nel caso di assegnazione a titolo oneroso, di un importo pari al 30% della differenza tra il valore dell'azione e l'importo di sottoscrizione offerto. Tale importo non può comunque eccedere 10 euro per ogni azione....".
Si tratta del basso tentativo di coinvolgere i lavoratori nel finanziamento delle aziende. I lavoratori non vedranno mai un ritorno di somme, come parte degli utili aziendali. Al massimo una piccola minoranza di lavoratori verrà "beneficiata" (ma oggi nella crisi è sempre più difficile), da usare soprattutto come specchietto per le allodole.
La realtà è invece è che, non solo padroni e governo stanno in vari modi impoverendo e riducendo il salario dei lavoratori, in più ora vogliono prendersi una parte di esso per sostenere i profitti del capitale.
L'effetto di questo, inoltre, non sarebbe solo di "fregatura economica", ma di legare gli operai, anche come testa, alle sorti dei padroni - invece di combatterli. Questo si chiama "corporativismo" che è stato sempre una "mala pianta" usata contro le rivendicazioni e le lotte della massa dei lavoratori.
Ma questa "male pianta" viene usata anche dalla CGIL.
Dall'opuscolo di analisi critica della "Carta dei diritti dei lavoratori" della Cgil:
"...Parte II – Partecipazione dei lavoratori alle decisioni e ai risultati delle imprese
Articolo 39 - Diritti di informazione, di consultazione e di contrattazione dei rappresentanti dei lavoratori finalizzati al controllo delle decisioni delle imprese e alla partecipazione alla loro assunzione, e partecipazione dei lavoratori ai risultati delle imprese...
...In questa parte siamo nel pieno del corporativismo, che ai padroni va anche bene.
Della serie: coinvolgiamo gli operai, così pensano di poter contare nei piani aziendali e se ne stanno buoni...Ma, in realtà, per l’azienda si tratta solo di fornire informazioni, mentre per i rappresentanti dei lavoratori di esprimere al massimo un parere, ma che “non ha alcuna efficacia vincolante”...
L’azienda così ha ottenuto, invece, di vincolare i rappresentanti dei lavoratori ai suoi piani; ha ottenuto di portare avanti la linea del “siamo tutti sulla stessa barca”... “non sono io che voglio licenziare, ma è la dura realtà del mercato”, ecc. ecc., nonchè di fare dei delegati strumento di coinvolgimento verso tutti i lavoratori, strumento di pace sociale.
Chi ci guadagna, oltre i padroni? Settori, sempre più ristretti nella crisi, dell’aristocrazia operaia, a cui il capitale butta delle briciole perchè si facciano suoi agenti tra le fila della maggioranza degli operai..."
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