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CAU Napoli - Giulia Valle
..Il 9 maggio del 1976 veniva ritrovata impiccata nella sua cella Ulrike
Marie Meinhof, giornalista e rivoluzionaria tedesca, cofondatrice del
gruppo armato comunista Rote Armee Fraktion. Ulrike dedicò la sua vita
alla causa rivoluzionaria, nel tentativo di liberare i popoli dalla
schiavitù che ancora oggi ci tiene incatenati; è stata un'eroina, una
guerrigliera e doppiamente rivoluzionaria perché oltre a mettere al
primo posto i propri ideali, cosa già di per sé inconciliabile con
l'individualismo fortemente accentuato nella società contemporanea,
sfidò i dettami che vogliono la donna relegata all'ambiente domestico,
compiendo coraggiosamente azioni di protesta contro chi sfrutta,
soggioga i popoli e sopprime la loro voce. E proprio gli stessi che
esercitano il proprio dominio su di noi, prima vollero Ulrike in
prigione e poi optarono per la sua morte, perché la sua morte è sempre
stata avvolta nel mistero. Sul suo presunto suicidio, le cui modalità
sono analoghe a quelle dei suicidi avvenuti successivamente ad altri
compagni di Ulrike, sono stati sollevati dubbi che rendono assai
plausibile l'ipotesi di omicidio. Ma le idee, l'impegno e la forza
dirompente di questa donna esemplare, resteranno sempre nella nostra
memoria. Riportiamo qui un suo pensiero: "Se uno lancia un sasso, il
fatto costituisce reato. Se vengono lanciati mille sassi, diventa
un'azione politica. Se si dà fuoco a una macchina, il fatto costituisce
reato. Se invece si bruciano centinaia di macchine, diventa un'azione
politica. La protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che
adesso non mi piace non succeda più."
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