La pagina online dell’edizione locale della
Stampa di giovedì dodici maggio riporta, a firma Barbara Cottavoz, la notizia
che il Prefetto di Novara ha vietato il corteo che i fascisti di Forza Nuova
avrebbero voluto inscenare il giorno successivo per le vie del quartiere di
Sant’Agabio, la zona più multietnica della città.
La motivazione è che le autorità cittadine – tra
cui il sindaco Andrea Ballaré – unitamente all’Anpi, ai sindacati di base, ed ai
partiti di ‘sinistra’ presenti sul terriorio, ritenevano la parata in questione
“una provocazione pericolosa e offensiva”; per contro i topi di fogna si sono
subito lamentati: “oggi muore la democrazia”.
In effetti non si può dar loro torto: ma non
perché, per una volta, il buonsenso ha prevalso e si è vietata una sfilata di
gentaglia che – secondo la Costituzione della Repubblica borghese italiana – non
dovrebbe nemmeno esistere, ma perché contestualmente è stato interdetto anche il
contro corteo che avevano organizzato gli studenti.
Tutt’altra reazione hanno avuto le autorità
locali della provincia di Cuneo quando hanno saputo che per la stessa sera era
previsto – presso la sala Falco di corso Dante Alighieri 41 – un incontro
pubblico sul tema del lavoro, al quale avrebbe partecipato il capobanda Roberto
Fiore.
Nessuno tra chi di dovere si è messo di traverso
rispetto ad una simile adunata illegale: soltanto due parlamentari del Partito
(sedicente) Democratico – la deputata Chiara Gribaudo e la senatrice Patrizia
Manassero – si sono fatte sentire con una nota congiunta che termina con
l’affermazione: “a settantun anni dalla Liberazione, noi non dimentichiamo:
Cuneo brucia ancora”.
Bosio (Al), 14 maggio 2016
Stefano Ghio - Proletari Comunisti
Alessandria/Genova
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