Giovedì, 11
Febbraio 2016
Redazione
Contropiano
Quattro sottufficiali dei carabinieri - Antonio De
Cristofaro, Massimiliano Marrone, Bruno Sepe e Claudio Saltarelli - sono stati arrestati
lo scorso 10 febbraio su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di
Roma con accuse che, a seconda delle posizioni, vanno dall’associazione a
delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti al peculato. I quattro
appartengono al nucleo investigativo di via in Selci e gli
accertamenti sono stati condotti dallo stesso nucleo investigativo
dell’Arma. Nel corso dell’operazione sono stati arrestati anche cinque
confidenti, ritenuti complici dei militari. Secondo gli inquirenti i
carabinieri finiti in manette, che all’epoca dei fatti erano inseriti in una
struttura investigativa deputata al contrasto dello spaccio di droga,
rivendevano gli stupefacenti sottratti nel corso dei sequestri. I cinque
presunti complici si occupavano di custodire e vendere la droga. Materiale
utilizzato per il confezionamento della droga sarebbe stato rinvenuto nel corso
delle perquisizioni. Il guadagno per i carabinieri 'infedeli', per partita
di droga, poteva arrivare fino a 25mila euro, hanno fatto sapere gli inquirenti
della Procura di Roma e della Direzione distrettuale antimafia. Le indagini si
sono sviluppate riguardo un periodo di tempo tra maggio e settembre dello
scorso anno. Secondo le accuse, corroborate dalle intercettazioni, i militari
affidavano la droga ad alcuni soggetti di fiducia e poi come ultimo anello
c'erano i pusher, quelli che materialmente dovevano rivendere la sostanza. Ai
carabinieri viene contestato anche il reato di peculato sia per la sostituzione
delle sostanze con altre di qualità inferiore sia per l'appropriazione della
droga che era sotto sequestro.
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