Recatosi
all'ufficio di polizia, dal momento che erano richieste da lui alcune
formalità relative al tentato incendio in quanto reato perseguibile
d'ufficio, dopo un'attesa di tre ore, il proprietario del negozio scoprì
di essere in arresto. Era stata depositata contro di lui un'accusa da
parte di membri del Movimento Patriottico di “disturbo dell'ordine
pubblico a volto coperto”. L'unica “prova” per l'accusa era costituita
dalle testimonianze dei membri del Movimento Patriottico. Durante
l'attesa di tre ore al dipartimento di polizia, sfilarono tutti gli alti
ufficiali del comando locale di polizia, passando dal Direttore della
Sicurezza, Simoudis, al Capo del Dipartimento, A. Koskeridis.
Il
giorno successivo, con altri agguati da parte dei fascisti compiuti
nella notte, una manifestazione antifascista di circa 170 persone sfilò
per le strade di Kavala contro le celebrazioni del Movimento
Patriottico. Il proprietario del negozio fu trattenuto in custodia per
due giorni dopo la ridicola accusa rivoltagli e nel pomeriggio di lunedì
27 gennaio suo fratello, anch'egli attivo come militante antifascista,
fu ugualmente raggiunto dalla polizia con le medesime accuse. I due
fratelli vennero trattenuti in custodia per una settimana prima di
essere condotti dal pubblico ministero. Venerdì 31 vennero rilasciati
con una cauzione di duemila euro alle seguenti condizioni: divieto di
lasciare il paese e obbligo di comparire al locale dipartimento di
polizia entro i primi cinque giorni ogni mese fino all'inizio del
processo.
La
prima udienza del processo è fissata per il 10 febbraio 2016 presso il
Tribunale di Xanthi. In tutto questo periodo, fino ad oggi, nessun
fascista è stato incriminato per aver distrutto il negozio e non vi è
stato alcun esame preliminare, nonostante le accuse pendenti contro i
fascisti. Le commemorazioni di Imia sono proseguite protette dalla
polizia, come dimostrato dagli incidenti del 2015 e la collaborazione
tra la polizia di Kavala, il Movimento Patriottico e il resto dei gruppi
neonazisti ha continuato a perseguire un obiettivo: reprimere ed
attaccare ogni resistenza nella comunità di Kavala. Sulla scorta
dell'esempio della recente mobilitazione contro l'estradizione in Italia
degli studenti inquisiti per la manifestazione del primo maggio a
Milano e in occasione dell'imminente processo, il Collettivo Autonomo di
Kavala e lo spazio occupato Vironos 3 hanno promosso una serie di
mobilitazioni di solidarietà per difendere i militanti antifascisti
presi di mira dall'offensiva di Stato e fascisti: oggi un presidio a
Salonicco, sabato un concentramento a Patrasso.
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