Questa mattina Mattia, giovane studente universitario a Torino,
è stato prelevato dalla sua abitazione dalla Digos, che l'ha portato in
Questura per notificargli un'ordinanza di arresti domiciliari.
Mattia si trovava già sottoposto da un paio di mesi all'obbligo di firma quotidiano perché accusato assieme ad altri 5 antirazzist* di aver partecipato al corteo torinese #MaiConSalvini di fine marzo contro il comizio del segretario della Lega Nord e del suo accolito di razzisti e neofascisti in città. Da quanto apprendiamo oggi, nei giorni scorsi il Pubblico Ministero ha però fatto richiesta di inasprire la misura cautelare di Mattia in quella degli arresti domiciliari, ottenendo l'assenso del giudice per le indagini preliminari, ancora una volta totalmente allineata con gli accanimenti della Procura nei confronti delle lotte sociali.
Mattia si trova dunque ora agli arresti domiciliari con il divieto di comunicare e ricevere visite. Il pretesto per la richiesta di arresto è stato la sua partecipazione a momenti di mobilitazione all'interno della sua università e per il diritto alla casa. In particolare viene accusato di aver preso parte all'occupazione di uno stabile abbandonato in corso Ciriè che da circa un mese ha ridato un tetto sopra la testa a decine di famiglie senza casa, ma soprattutto di essersi mobilitato al Campus universitario in cui studia contro la presenza di un gruppo di leghisti del MUP che faceva propaganda razzista e xenofoba all'interno dell'ateneo. L'episodio risale all'inizio di novembre, quando decine di studenti si radunarono per cacciare dall'Università il gruppetto di giovani padani e la polizia che li scortava. Quel giorno - così come in occasione del corteo cittadino contro Salvini - Mattia si è mobilitato in prima persona per opporsi alla retorica razzista e xenofoba della guerra tra poveri propagandata dalla Lega Nord, che in quell'occasione, per voce del MUP, si scagliava contro non meglio precisati benefici per i migranti iscritti all'ateneo torinese (campagna ancor più ipocrita e disgustosa se si pensa che in Piemonte è stato proprio il Carroccio a prosciugare i fondi per il diritto allo studio a colpi di tagli e ruberie...).
Ad essere sotto accusa è dunque la generosità con cui Mattia prende parte alle lotte sociali della sua città, da quelle universitarie e studentesche, a quelle antirazziste e per il diritto alla casa, fino alla battaglia contro lo scempio del Tav in Valle di Susa. L’inasprimento delle misure cautelari esplicitamente mirato a punire e impedire la partecipazione a momenti di mobilitazione costituisce un grave precedente che respingiamo con forza, chiedendo l’immediata liberazione di Mattia.
Fuori i razzisti dall'Università: le lotte non si arrestano, Mattia libero subito!!
Studenti e studentesse antirazzisti/e
Mattia si trovava già sottoposto da un paio di mesi all'obbligo di firma quotidiano perché accusato assieme ad altri 5 antirazzist* di aver partecipato al corteo torinese #MaiConSalvini di fine marzo contro il comizio del segretario della Lega Nord e del suo accolito di razzisti e neofascisti in città. Da quanto apprendiamo oggi, nei giorni scorsi il Pubblico Ministero ha però fatto richiesta di inasprire la misura cautelare di Mattia in quella degli arresti domiciliari, ottenendo l'assenso del giudice per le indagini preliminari, ancora una volta totalmente allineata con gli accanimenti della Procura nei confronti delle lotte sociali.
Mattia si trova dunque ora agli arresti domiciliari con il divieto di comunicare e ricevere visite. Il pretesto per la richiesta di arresto è stato la sua partecipazione a momenti di mobilitazione all'interno della sua università e per il diritto alla casa. In particolare viene accusato di aver preso parte all'occupazione di uno stabile abbandonato in corso Ciriè che da circa un mese ha ridato un tetto sopra la testa a decine di famiglie senza casa, ma soprattutto di essersi mobilitato al Campus universitario in cui studia contro la presenza di un gruppo di leghisti del MUP che faceva propaganda razzista e xenofoba all'interno dell'ateneo. L'episodio risale all'inizio di novembre, quando decine di studenti si radunarono per cacciare dall'Università il gruppetto di giovani padani e la polizia che li scortava. Quel giorno - così come in occasione del corteo cittadino contro Salvini - Mattia si è mobilitato in prima persona per opporsi alla retorica razzista e xenofoba della guerra tra poveri propagandata dalla Lega Nord, che in quell'occasione, per voce del MUP, si scagliava contro non meglio precisati benefici per i migranti iscritti all'ateneo torinese (campagna ancor più ipocrita e disgustosa se si pensa che in Piemonte è stato proprio il Carroccio a prosciugare i fondi per il diritto allo studio a colpi di tagli e ruberie...).
Ad essere sotto accusa è dunque la generosità con cui Mattia prende parte alle lotte sociali della sua città, da quelle universitarie e studentesche, a quelle antirazziste e per il diritto alla casa, fino alla battaglia contro lo scempio del Tav in Valle di Susa. L’inasprimento delle misure cautelari esplicitamente mirato a punire e impedire la partecipazione a momenti di mobilitazione costituisce un grave precedente che respingiamo con forza, chiedendo l’immediata liberazione di Mattia.
Fuori i razzisti dall'Università: le lotte non si arrestano, Mattia libero subito!!
Studenti e studentesse antirazzisti/e
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