Il post 13 novembre parigino ha un primo grande trionfatore a discapito del genere umano.
L'escalation della guerra in Siria subito dopo gli attentati di Parigi ha un primo grande vincitore: l'industria bellica. I dieci maggiori produttori di armi a livello globale hanno guadagnato 12.925 milioni di euro sul mercato azionario dopo i tragici eventi di venerdì scorso nella capitale francese.
La classifica la aggiorna José M. Del Puerto su El boletino, rilevando come l'incremento maggiore sia dell'italiana Finmeccanica – al nono posto mondiale per produzione di armi al mondo - che ha registrato in borsa un incremento dell'8,2% nei primi cinque giorni successivi agli attentati.
Lockheed Martin, il primo produttore di armi al mondo ha registrato un guadagno del 3,78%, portando la sua capitalizzazione sul mercato di Wall Street ad un guadagno di 2.486 milioni di dollari, una cifra superiore a quella del PIL di paesi come la Liberia e il Lesotho. Il secondo classificato nella vendita di armi è Boeing, più noto come il produttore di aerei commerciali ma che sviluppa anche strumenti di “difesa”. In questo caso, l'aumento è 3,55%, che si traduce in più 3.360 milioni di dollari di profitti.
US Raytheon, produttore del noto Tomahawk, ha visto le sue azioni da 117 toccare 123 dollari, con una plusvalenza di 1.684 milioni di euro. Northrop Grumman, uno dei principali appaltatori del
Centro per l'Integrazione e le operazioni degli Stati Uniti di difesa missilistica, ha guadagnato non meno di 10 dollari per azione, agli azionisti un guadagno del 4,74% rispetto allo scorso venerdì.
Tra i dieci giganti anche tre europei: il consorzio Airbus, BAE Systems e la francese Thales. Il primo è in una situazione simile a Boeing, e da poco ha deciso di dedicare un ramo d'azienda a produrre elicotteri Eurocopter di guerra, ed ha guadagnato oltr 1.700 milioni di euro nei mercati azionari europei.
Per quanto riguarda gli inglesi BAE Systems, l'aumento al London Stock Exchange è stata del 2,8%, pur essendo la terza più grande venditore al mondo di armi. Thales, con sede nell'area metropolitana di Parigi, ha visto le sue azioni salire del 5,32% dagli eventi che si sono verificati a pochi chilometri dalla loro sede. Più di 730 milioni di euro, più del PIL della vecchia colonia gallica delle Isole Comore.
Questo forte aumento dei prezzi in borsa ha una semplice spiegazione conclude José M. Del Puerto: Non che i leader dell'industria degli armamenti globale hanno cominciato a fare cassa da venerdì, ma i grandi fondi d'investimento credono che la guerra abbia generato un ambiente che preveda un aumento delle vendite nel medio termine.
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