da repubblica
Nel
gioco delle armi, d'altra parte, l'Italia ha un ruolo non di secondo
piano. I dati
del Sipri di Stoccolma, istituto specializzato nella ricerca sul
commercio di armamenti e speseper la Difesa, affida alla Penisola il
3% del mercato delle armi nel periodo 2010-2014, in crescita di un
punto rispetto al quinquennio precedente. Il primo cliente delle armi
italiane sono gli Emirati Arabi Uniti (Eau), con il 9% del totale
delle spedizioni, a pari merito con l'India e un piccolo passo avanti
rispetto alla Turchia. Proprio gli Emirati sono stati uno dei
maggiori acquirenti di armi (nel 2010-2014) di tutto il globo: sono
nella top five (con il 4% dell'import mondiale di armamenti) e sono
gli unici, insieme a Cina e India, ad essersi confermati tra i primi
cinque acquirenti di apparati di Difesa rispetto al quinquennio
precedente.
...In
che modo la lotta al terrorismo sia un affare interessante per le
aziende del comparto è scritto anche nella relazione al bilancio
2014 di Finmeccanica,
portabandiera italiana della Difesa. Già in
chiusura dello scorso esercizio, ad assalto a Charlie Hebdo concluso,
si registrava che "la spesa per nuovi investimenti tenderà nei
prossimi anni a crescere con un ritmo intorno al 2% annuo, grazie al
lancio di programmi per lo sviluppo di nuovi sistemi di armamento e
allo stanziamento di fondi per operazioni contro il terrorismo
organizzato internazionale (circa 40 miliardi di euro tra il 2015 e
il 2017)". Un processo che i recenti fatti ha senza dubbio
accelerato, ma che - per quanto concerne la presenza nella aree calde
del Medio Oriente e del Golfo -, si innesta su una situazione che già
era redditizia. La stessa relazione annotava: "I budget di spesa
della Difesa sono previsti sostanzialmente stabili (intorno a 1.300
miliardi di dollari per anno), con una progressiva crescita di
importanza delle aree di nuova industrializzazione (Asia-Pacifico,
Medio Oriente, Paesi del Golfo)". L'azienda della Difesa è
presente con dodici siti tra Arabia, Emirati arabi uniti e aree
circostanti. Con gli Eau, in particolare, nel bilancio di
sostenibilità Finmeccanica ricorda che c'è un interesse
"testimoniato dalla più che quarantennale presenza sul
territorio degli Eau, con i quali sono stati avviati importanti
programmi di sviluppo che hanno condotto alla creazione di una sede
ad Abu Dhabi, con funzione di coordinamento di tutte le attività
nell’area. Finmeccanica intende rafforzare la partnership con gli
Emirati Arabi Uniti mediante la definizione di ulteriori alleanze con
il settore pubblico e privato e con importanti enti di ricerca
governativi, ampliando la rete di collaborazione con i player di
settore locali". A scanso di equivoci, proprio in questi giorni
l'ad Mauro Moretti è tornato a chiarire che l'interesse è rivolto
in tutte le direzioni: "Fornire armamenti a paesi come Arabia
Saudita e Qatar che sono considerati controversi? Sono paesi che sono
legittimati dagli Usa ed entrano a far parte del fronte Occidentale
in questa vicenda".
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