domenica 22 novembre 2015

pc 22 novembre - Landini (FIOM-UNIONS) - Alcune considerazioni sulla manifestazione


Ad oggi esistono 2 articoli della stampa nazionali che riportiamo, mentre sul sito nazionale della Fiom non esiste ancora un comunicato in merito agli esiti della manifestazione, questo la dice lunga sul fatto che, come si evince dalle foto della piazza, dal punto di vista numerico non è andata come sperato da Landini e soci.
Dei 200 pulman sbandierati si sa per certo da Ravenna, Bergamo, Milano che non erano di certo pieni e di sicuro buona parte non composti di maggioranza operaia, ma di apparato, funzionari attivi e in pensione, etc. e altre categorie cgil che hanno aderito alla manifestazione (funzione pubblica, pensionati, comunicazioni...). 
Nonostante questo tra gli attivisti si parlava di buona riuscita nonostante il clima di psicosi terroristica dopo Parigi, ma anche questo argomento, per niente corretto in un momento dove il governo Renzi aumenta controlli e repressione interna, può spiegare il flop dei numeri alla manifestazione. Di certo un altro dato importante è che la linea Landini-Fiom nelle fabbriche non è certo al top della partecipazione come qualche tempo fa', ad esempio sul referendum della piattafiorma alla Dalmine su 1600 hanno votato 700.
Ma il dato numerico riflette le posizioni da populismo di sinistra che sta portando avanti la Fiom nel tentativo di creare un falso movimento anche tra gli operai, ed è questo il dato negativo: ossia la piattaforma della manifestazione con rivendicazioni di politica economica e sociale, le cosiddette "giuste cause", a dir poco demagogiche: investimenti nel lavoro, contratto nazionale che tuteli i cittadini, reddito di dignità, rappresentanza democratica nei luoghi di lavoro (quando la stessa Fiom rinnova le Rsu con l'accordo fascista del 10 gennaio, riduzione delle tasse sul lavoro, referendum sul jobsact (ma Landini non doveva occupare le fabbriche?)…
fino alle posizioni sul terrorismo e guerre che sono l'aspetto fortemente negativo e filo-democrazia borghese: Accanto alla bandiera del lavoro portiamo in piazza la bandiera della pace”, mettendo sullo stesso piano le guerre di liberazione dei popoli alle guerre di aggressione, non si difendono i diritti dei lavoratori e nascondendo che l'imperialismo è l'origine dello sfruttamento dei lavoratori e dei popoli nel mondo. La pace di cui parla Landini è la pace sociale che serve ai padroni, governi, stati per mantenersi in piedi, mentre i proletari non hanno che da perdere le loro catene per guadagnare un mondo migliore con la guerra di classe e la solidarietà internazionalista.

In più nel comizio Landini è arrivato persino il plauso anche verso la politica estera del governo Renzi “per la sua posizione prudente sulla guerra”.

dalla stampa
Parigi. Paura e pioggia non fermano la Fiom: in piazza contro guerra e terrore. La novità: Renzi promosso per la prudenza

di Angela Mauro 
"Diciamoci la verità: qualcuno di noi aveva paura di scendere in piazza.... E invece ci siamo: contro il terrorismo e contro le guerre e contro le riforme del governo Renzi..". E sotto la pioggia battente. Maurizio Landini chiude il comizio più breve della sua storia. Il meteo davvero non permette alle migliaia di operai Fiom arrivati a Roma per il corteo di sostare ancora sotto gli ombrelli in piazza del Popolo. La pioggia ha anche aperto un ampio squarcio nel maxi striscione arcobaleno appeso alla terrazza del Pincio. Era già messo male, c'è da dire. Vecchio di altri anni: lo hanno ritirato fuori dai cassetti del compianto ex segretario Fiom Claudio Sabattini, risale al 2001, il tempo delle manifestazioni contro la guerra in Afghanistan. Oggi, dopo gli attacchi di Parigi, ritorna utile. Ma c'è una novità. Questo corteo 'anti-Renzi' e 'anti-governo' promuove il premier almeno su una materia: il suo no alla guerra piace a tutti.
"C'è però bisogno di azioni concrete contro l'Isis: fermare il commercio delle armi e del petrolio", urla il segretario della Fiom dal palco. Dietro di lui, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso e un gruppo di immigrati con lo striscione no a guerre e terrorismo. "È ora di abrogare la Bossi-Fini", insiste Landini. Ma al netto di tutto il concreto che si possa chiedere, la linea di prudenza scelta dal governo, la determinazione di Renzi di dire no alla guerra, evitarne anche solo l'enunciazione, la sua insistenza su "la vita va avanti, seppur con maggiori controlli" convince in larga parte la Fiom, quel che c'è di coalizione sociale in piazza e anche i parlamentari di Sinistra Italiana, anche loro presenti al corteo.
"È una linea misurata", apprezza l'ex Pd Stefano Fassina, che di solito non gliele manda a dire a Renzi. L'invito a combattere la tentazione al panico del resto ha permesso di confermare la manifestazione di Roma. "Mentre a Parigi hanno vietato tutte le manifestazioni previste in occasione della conferenza sul clima Cop21", ci dice Marco Furfaro di Sel. "Giustamente Naomi Klein ha fatto un tweet dicendo che allora per motivi di sicurezza bisognerebbe annullare anche la stessa conferenza", fa notare Luca Casarini.
21 NOVEMBRE 2015

Terrorismo, l'applauso della Fiom davanti all'Accademia Nazionale di Francia

Un lungo applauso per ricordare le vittime degli attentati terroristici di Parigi. E' successo durante il corteo della Fiom a Roma, quando i manifestanti sono sfilati davanti all'ingresso dell'Accademia Nazionale di Francia a Trinità dei Monti. A guidare la manifestazione c'era il segretario generale dei metalmeccanici Maurizio Landini, che ha partecipato all'applauso e poi ha raggiunto Piazza del Popolo dietro lo striscione "Contro le guerre io non ho paura"(servizio di Francesco Giovannetti)

ROMA, MANIFESTAZIONE FIOM PER LA PACE 

 "Contro le guerre io non ho paura". E' lo striscione che apre il corteo della Fiom, che ha iniziato a percorrere il centro della Capitale. In testa al corteo il leader Fiom, Landini, assieme ai lavoratori immigrati che portano un secondo striscione: "Siamo venuti dalla guerra e vogliamo la pace". "La lotta vera contro il terrorismo si fa difendendo la democrazia. La prima politica di integrazione da fare è quella del lavoro,creando occupazione", dice Landini:no a chi vorrebbe "far diventare tutto una guerra di civiltà". 
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