clash city workers
Mentre i telegiornali
passano il loro tempo a parlare delle poche manciate di persone del
movimento dei forconi, che agitano parole demagogiche e fumose, ieri, in
tutta Italia i lavoratori del trasporto pubblico si sono fermati in una
protesta dalle rivendicazioni assolutamente reali.
Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze,
Venezia, Bologna, Perugia, Palermo, Genova… Nella maggior parte delle
città si è trattato di uno sciopero di 4h, anzitutto contro il mancato
rinnovo del CCNL, ormai scaduto da 4 anni, e poi contro le continue
operazioni di privatizzazione.
Vogliono che si tuteli la funzione
pubblica del trasporto. A Torino, il segnale è stato più forte che
altrove – 24h di sciopero –, per dire con forza no alla privatizzazione
del 49% del Gruppo Trasporti Torinese. Anche a Napoli, però, il segnale è
stato forte, almeno il 90% dei lavoratori ha aderito allo sciopero.
Mesi di arretrati non pagati, condizioni di lavoro disagiate, mezzi pericolosi e privi di revisione.
Mesi di arretrati non pagati, condizioni di lavoro disagiate, mezzi pericolosi e privi di revisione.
Così uno dei sindacalisti dell’Orsa: «I
comunicati aziendali parlano di riqualificazione del personale ma il
piano di rientro approvato dai ministeri prevede tagli agli straordinari
che metterebbero in ginocchio alcuni settori strategici per l'azienda
sguarniti di personale nei mesi scorsi.
Tra l'altro, dal momento in cui
arriveranno i fondi ci vorranno almeno 6 mesi per acquistare i pezzi di
ricambio e rimettere in sesto i treni». La lotta è quindi più ampia,
diretta ancora una volta contro l’attacco al “salario indiretto”,
espressione che qualcuno ritiene antiquata ma che è attualissima
nell’agenda dei tagli del governo.
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