E altrettanto forte e decisa è stata la risposta della macchina repressiva, anche e soprattutto all’interno dell’ università, la realtà che viviamo quotidianamente e in cui cerchiamo di portare avanti rivendicazioni sempre più necessarie, dati i continui attacchi al diritto allo studio e al costante smantellamento del nostro futuro. Sono stati molti i momenti di tensione che si sono venuti a creare in questo autunno e la volontà di questo governo si è manifestata in maniera rigida e precisa bloccando ogni forma di dissenso.
Questo accade quando coloro che detengono il potere iniziano ad avvertire come una minaccia chi sta dall’altra parte , poiché in un periodo storico come questo, in cui le contraddizioni vengono a galla più velocemente diventa prioritario cercare di far morire prima ancora che nasca e si diffonda quella coscienza collettiva che prova ad organizzarsi, mettendo in campo un alternativa a questo sistema. Gli obiettivi delle istituzioni, quindi, ci appaiono fin troppo evidenti: intimorire, dividerci e fermarci. E le ultime settimane ne sono state una conferma.
Come non succedeva da parecchi anni in maniera così frequente, l’università si è trasformata in uno dei teatri prediletti dell’attacco repressivo con l’irruzione delle forze dell’ordine fin dentro le aule universitarie: lo abbiamo visto a Napoli ,il 15 Novembre quando gli studenti scesi in piazza sono stati costretti dalle cariche violente a rifugiarsi nella facoltà più vicina; ma purtroppo neanche quello si è dimostrato un luogo “sicuro”, poiché la polizia si è data ad un vera e propria caccia all’uomo entrando nella facoltà di giurisprudenza pur non avendo alcuna autorizzazione dal rettore; a Torino, il 4 Dicembre i reparti delle forze dell’ordine in antisommossa, chiamati dal rettore, si sono schierati nell’atrio dell’università dove si stava svolgendo un volantinaggio in risposta alla presenza di alcuni neofascisti e hanno caricato a freddo gli studenti arrestandone due; l’ultimo episodio eclatante si è verificato il 12 dicembre a Roma: le forze dell’”ordine”, in tenuta antisommossa, caricano a freddo gli studenti all’interno della cittadella universitaria della Sapienza durante la contestazione al convegno sulla Green Economy tra diversi Ministri della Repubblica.
Tutto questo ci fa realizzare che stanno tentando di ridurre ancora di più quegli spazi che sono da sempre stati cruciali per produrre controinformazione e crescita di senso critico. Infatti chi oggi vive l’università avverte quanto è forte e radicalizzato il pensiero della classe dominante, che ovviamente cerca di incidere quanto più è possibile nei luoghi di formazione e di affermare in questi un sapere che giustifica, accetta e continuerà a portare avanti quello che è il loro progetto politico. Ci sembra un paradosso quindi continuare a pensare che davvero viviamo in una società democratica, che ci sono ancora spazi e modi per poter agire liberamente e di poterlo fare lontano dagli “occhi del potere”. Ci sembra assurdo continuare ad affermare che questa società mira a salvaguardare le libertà di idee ,di pensiero ,di espressione quando appena si provi a dissentire e a far emergere le contraddizioni che questo sistema produce si viene manganellati ed etichettati come i violenti o i terroristi di turno. Mirano ad isolare le nostre idee, a rendere difficile il nostro agire, a minare la nostra credibilità.
La crisi sta portando alla luce la vera natura di questa democrazia e il nostro compito è proprio quello di riuscire a smascherarla ancora di più! Non ci lasceremo fermare dalle vostre intimidazioni, le vostre intrusioni nei nostri luoghi non ci impediranno di continuare a portare avanti le nostre lotte e ad affermare le nostre idee sempre più convinti!
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