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.....Il caso di Riccardo è sicuramente il più grave e il più odioso in quanto a Riccardo viene imputato di aver svolto lavoro di consulenza per i familiari delle vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009.
Anche però altri casi di arroganza del potere... sono noti: i casi di Pietro Mirabelli , RLS Cavet, che non trovando più un lavoro pulito in Italia, in quanto discriminato e isolato dallo stesso sindacato cui era iscritto, fu costretto a emigrare in Svizzera dove ha trovato la morte in un infortunio sul lavoro; quello di Aldo Mancuso, operatore ASL, discriminato, isolato ed emarginato dopo che gli erano state arbitrariamente sottratte le funzioni di Ufficiale di Polizia Giudiziaria.
Politici travestiti da tecnici (Moretti nel caso di Riccardo, Marroni nel caso di Aldo) e purtroppo anche Magistrati che lavorano con pregiudizi che impediscono loro una vera serenità di giudizio : questo accomuna il caso di Riccardo e quello di Aldo: il primo si è visto in Primo grado confermare il licenziamento e il secondo è stato condannato per abuso di ufficio (sentenza politica che non si regge minimamente a livello tenico).
nel processo svizzero per la morte di Pietro....la Giustizia di Classe svizzera vuole mandare impuniti i reali responsabili aziendali, condannando un operaio, un preposto e un ingegnere.
Per concludere: non lasciamo solo chi ha l’unico “torto” di fare proprio dovere. I buoni avvocati sono importanti e fondamentali, ma va creata una rete di solidarietà, per evitare il killeraggio di tecnici, RLS ,
operatori da parte del Potere.
Gino Carpentiero
Riccardo
Antonini è tecnico della manutenzione alle dipendenze di Rete
Ferroviaria Italiana. Viene licenziato dalla sua azienda, imputata
assieme ad altri 42 soggetti nel processo per la strage di Viareggio
del 29 giugno 2009, perché presta la propria opera di consulente di
parte per i famigliari delle vittime, mette cioè a disposizione del
dibattito giudiziario il proprio sapere. Il datore di lavoro motiva
il provvedimento con l’incompatibilità dell’incarico da parte
del dipendente (conflitto di interessi). Per l’azienda sarebbe
invece possibile eliminare, in forza del potere datoriale, una voce
scomoda davanti al giudice, ovvero sarebbe legittimata a difendersi
fuori piuttosto che nel processo. La sentenza di primo grado del
tribunale di Lucca, che ha confermato il licenziamento, offre lo
spunto per l’analisi della trasformazione della giurisprudenza
sull’articolo 2105 del codice civile ovvero l’obbligo di fedeltà
aziendale. Recepito ed enfatizzato in tutti i CCNL, esso viene
utilizzato sempre più spesso come bavaglio ai diritti di critica, di
informazione, di pubblica utilità ed a doveri civili e morali. Esso
è parte della stretta gerarchica che sempre più, a cominciare
dall’ambito del lavoro, pervade la vita dei cittadini nella società
attuale. Un potere di cogenza impalpabile, sistemico e tuttavia
realissimo, che condiziona nel profondo le relazioni umane. La
violazione dell’art.2105 come una nuova Lesa Maestà.
LUNEDI
16 DICEMBRE 2013 ore 17.00
presso
la sede CUB Toscana
INCONTRO/ASSEMBLEA
PUBBLICA con Riccardo Antonini
Un
gruppo di legali offrirà un commento tecnico
alla
sentenza Antonini secondo il tema dell’iniziativa:
hanno
dato disponibilità gli avvocati Filippo Antonini, Elisa Bonciani,
Marco Boni, Gabriele Dalle Luche, Guido Mainetti, Ezio Menzione,
Cesare Pucci e, per il Centro Studi Diritti e Lavoro, Andrea
Ranfagni.
seguirà
dibattito tra i presenti circa le contromisure
che
i lavoratori possono intraprendere
tutti
sono invitati a partecipare
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