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Ingresso sulla scena dei
fascioforconi, fenomeno inatteso per quanto riguarda le
dimensioni e il gioco di azione e reazione.
Nel comunicato del 28 novembre sull'esclusione di
Berlusconi già indicavamo lo sviluppo possibile di un nuovo partito reazionario di massa di Berlusconi.
Se così fosse i nemici diventano due, ci andava meglio il
“governo delle larghe intese”, oggi abbiamo anche il partito
reazionario di massa in formazione.
Non è vero che
sono tutti “popolo”, ci sono le masse popolari del nostro campo e le masse reazionarie del loro campo, che servono il potere borghese.
Quelle del nostro campo hanno ripreso la marcia: c'è stato lo sciopero del
18 e la manifestazione del 19 a Roma. Ma ancora poca cosa rispetto alla prospettiva della rivolta proletaria e popolare necessaria.
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“Puntare alla
rivolta generale per rovesciare ogni governo dei padroni” perchè sono contro i proletari e masse popolari. La
lotta è lunga e bisogna farla in questa prospettiva - che non è la rivoluzione, ma il nuovo brodo di cultura della rivoluzione. Con la rivolta
comincia la rivoluzione che ha sue leggi.
In questo
contesto si deve ragionare di fascio-forconi.
I forconi non sono stati sempre la stessa cosa. Oggi vi è una accentuazionedella
loro natura, da una contraddizione nel blocco sociale di sostegno alla borghesia imperialista a una deriva aperta di movimento reazionario di massa fascista.
Nel movimento
dei forconi non è fascista solo chi lo comanda ma sono reazionarie e egemonizzabili dalla reazione tutte le
persone che stanno in piazza, per mentalità, cultura,
classe sociali di appartenenza.
Marx e Gramsci
queste cose ce le avevano spiegate. Nel processo di crisi in cui il
grande capitale scarica sul piccolo, ceti medi impoveriti si ribellano da destra per riprendersi ciò che hanno perso, con settori legati alla feccia dello
Stato e della politica locale e nazionale. Non sono mafiosi, ma la mafia c'è, sono ribelli incazzati perchè si sentono traditi dal loro potere e lottano perchè il potere dominante se li riprenda e torni a dargli ciò che gli ha sempre dato.
Nella crisi settori reazionari delle masse si staccano dai loro partiti. Se il
proletariato è forte, le attrae e le neutralizza, se è debole, invece il passaggio a base di massa virulenta della reazione è nelle cose.
Noi, la nostra classe, il nostro movimento nello stadio attuale della sua forza, organizzazione non ha nè può avere tra di esse nessun "amico".
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La miscela reazionaria è quindi divenuta pericolosa perchè questi ceti sociali stanno trovando una forma di
aggregazione e, nell'attuale livello di disgregazione del movimento proletario, cercano di appropriarsi e di farsi paladini dei diritti sociali,
e trovano eco tra disoccupati e sottoproletariato.
Anche i disoccupati senza organizzazione di classe e senza che siano organizzati da organizzazioni di classe
hanno una ideologia e prassi da sottoproletario, la loro stessa critica alla
società è moralista. I partiti politici della borghesia appaiono "tutti ladri", ma la questione è più profonda,
sistemica.
La storia ci insegna che quando il
proletariato non è in campo per attrarre ed esercitare egemonia, va avanti la parola d'ordine dei
nazisti di sempre, contro partiti, sindacati, politica, parlamento, tout court, contro le potenze straniere, ecc.
Tutte le
parole d'ordini del movimento "9 dicembre" sono fasciste, anche quelle che sembrano essere di 'sinistra' o usate anche dal movimento. Sono le stesse parole d'ordine, ideologia, cultura della parte più reazionaria della classe dominante e degli apparati dello Stato, per questo i poliziotti si tolgono il casco, sono anch'essi dentro questo movimento, con il cuore e la mente. I poliziotti e chi li comanda sono fascisti due volte: per la
divisa, e di proprio.
Questo caratterizza la natura del movimento fascio-forconi. Masse reazionariamente organizzate
diventano nemiche dei proletari e di tutte le sue forme organizzate, passate, presenti e future; vogliono un potere dittatoriale e militare per
schiacciare i proletari, le masse non irregimentate, i rivoluzionari.
Il manifestarsi
virulento di un fenomeno di massa di questa natura domanda alla
sinistra di classe e di movimento di compattarsi contro questo movimento, di essere tanti, a dire: quel movimento è reazionario, tutto, anche se vi sono pezzi di massa ingannate e ancora recuperabili, ma solo se lo smantelliamo e lo battiamo con tutti i mezzi possibili e necessari.
Se non si fa questa cosa è il fascismo dilaga.
Se non si fa questa cosa è il fascismo dilaga.
Come Grillo diceva: votate me se no viene 'Alba dorata', perchè il suo programma e il suo humus non è altro da 'Alba dorata', così tra noi chi dice andiamo da questo movimento altrimenti diventa reazionario, ha una idea della 'sollevazione' non molto diversa dai fascio-forconi.
(fine prima parte)
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