E
che nell'intervista apparsa ieri su Il Manifesto l'esponente
principale del movimento No Tav, Alberto Perino, abbia effettivamente
preso (speriamo solo) una "cantonata" parlando del
movimento dei forconi, se qualcuno ha dubbi, ce ne dà conferma
"l'elogio" fatto dai sempre più grotteschi carc-(n)Pci che superentusiasti esclamamo: "Avanti Perino! Il movimento NO TAV ha fatto 30 e può
fare 31. L’onda concentrica del cosiddetto “movimento dei
forconi” smuove le acque e rende più aperta la partita tra
mobilitazione rivoluzionarie e mobilitazione
reazionaria... L’intervista di
Alberto Perino per quanto sintetica, indica (a chi la vuole
vedere) la prospettiva che il denominato “movimento dei forconi”
ha (im)posto all’ordine del giorno anche se in modo contraddittorio
e confuso (e anche “rozzo”) e il compito di quanti hanno ascolto,
prestigio e influenza tra le masse popolari se vogliono
veramente farla finita con il disastro in cui i vertici della
Repubblica Pontificia e i loro governi ci stanno risucchiando ogni
giorno di più....".
D'altra
parte le parole di Perino risultano ancor più sballate, a fronte del
giustissimo flop della manifestazione del 'movimento 9 dicembre' di
ieri a Roma, i cui numeri al massimo si pareggiavano con quelli dei
(loro amici) poliziotti, compresi qualche centinaio dei luridi
fascisti di Casapound, lì dove, invece, i capi del '9 dicembre' si
aspettavano 15mila persone.
Dobbiamo
dire che la destra reazionaria, che va dal grillismo, al
berlusconismo, ai fascisti, come un onda nera sta lambendo varie
sponde, a destra e a sinistra, o sta rivelando che dietro una
"sinistra" non coerentemente di classe, non legata al filo
forte della storia del movimento proletario in Italia, "gratta
ratta" appare il qualunquismo di destra che dietro l'idea
sbagliata che "il movimento è tutto il fine è nulla", non
vede più differenze politiche, di classe, di ideologie - E VINCE LA
DESTRA.
E
tutto si unisce nella più bassa espressione esistente. Così Perino
fa il verso a Grillo quando dice che "se li lasciamo in mano
alla destra facciamo la fine della Grecia con Alba Dorata",
nascondendo primo che i forconi, non solo i capi, ma la gente che
manifesta (poca e in pochissime zone), sono già la destra, secondo
che, come Grillo, questa "minaccia" di fatto viene usata
per fare loro "la destra", o avvicinarsi alla destra, come
Perino, non certo per contrastare e dare battaglia ma amplificando la
forza e l'estensione di questo "movimento", alimentando
confusione tra le masse, parlando anche bene dei capi dei forconi ("i
coordinatori hanno avuto la buona idea della mobilitazione..." -
dice Perino).
E
come il grillismo, Perino teorizza il fatto di parlare "alla
pancia" della gente, di abbassarsi agli istinti, di lisciare un
humus, che è reazionario, in cui le classi non contano e non ci
sarebbero più, destra e sinistra non hanno più valore... e scemenze
di questo genere, che sono state e sono sempre il leit motivo dei
fascisti.
In
realtà ci si copre dietro la presunta "genuinità",
spontaneità della gente, ma si appoggia, come se niente fosse, una
precisa politica e ideologia fascista, fino a dare un giudizio
bonario/normalizzante anche sul "governo di transizione tenuto
dai militari".
DALL'INTERVISTA A ALBERTO PERINO
"Dal
letame nascono i fiori, sembra dire Alberto Perino, leader storico
e figura carismatica del movimento No-Tav. La manifestazione di
Piazza del Popolo? «Doveva essere fatta prima». E «anche noi dovremmo
scendere in piazza con loro». È «piacevolmente sorpreso» dalle
proteste “selvagge” e a macchia di leopardo del franchising
«Coordinamento 9 dicembre»... è un inizio ma è importante»...
Perino, secondo lei quanto popolo No-Tav si unirà alla protesta del Coordinamento 9 dicembre?
Non so, però io stesso in un nostro recente convegno ho detto che dovremmo scendere in piazza insieme a questa gente, così eterogenea, così disorganizzata e perciò molto genuina. Perché se li lasciamo in mano alla destra facciamo la fine della Grecia con Alba Dorata.
Non so, però io stesso in un nostro recente convegno ho detto che dovremmo scendere in piazza insieme a questa gente, così eterogenea, così disorganizzata e perciò molto genuina. Perché se li lasciamo in mano alla destra facciamo la fine della Grecia con Alba Dorata.
Ovviamente, quando c’è rabbia
c’è egoismo, e i ragionamenti sono molto elementari. E anche folli,
come quello di un governo di transizione tenuto da militari.
D’altra parte anche noi quando cominciammo la protesta all’inizio degli anni ’90 facevamo discorsi tipicamente Nimby, quelli che la gente capisce di più... E dal 16 novembre scorso in Val Susa la parola d’ordine non è più solo No Tav ma anche No allo spreco di risorse. E allora io credo che dobbiamo scendere in piazza con questa gente e parlare con loro di cose concrete, quelle che tutti capiscono. Col tempo, poi, si arriverà a discutere non solo della politica finanziaria imposta dalla Troika e dall’Europa dei banchieri, ma anche dello spreco di risorse rappresentato dagli F35, dalle missioni all’estero o dalle grandi opere, inutili e imposte, che sono il bancomat dei partiti...
D’altra parte anche noi quando cominciammo la protesta all’inizio degli anni ’90 facevamo discorsi tipicamente Nimby, quelli che la gente capisce di più... E dal 16 novembre scorso in Val Susa la parola d’ordine non è più solo No Tav ma anche No allo spreco di risorse. E allora io credo che dobbiamo scendere in piazza con questa gente e parlare con loro di cose concrete, quelle che tutti capiscono. Col tempo, poi, si arriverà a discutere non solo della politica finanziaria imposta dalla Troika e dall’Europa dei banchieri, ma anche dello spreco di risorse rappresentato dagli F35, dalle missioni all’estero o dalle grandi opere, inutili e imposte, che sono il bancomat dei partiti...
Cosa pensa di questi leader del Coordinamento 9 dicembre, già così litigiosi tra loro?
...Certo, i coordinatori hanno avuto la buona idea della
mobilitazione, hanno spinto le persone a spegnere le televisioni
e a scendere in piazza. E di questo dobbiamo essere contenti. Ma
quando li ho visti e sentiti a Torino, in piazza Castello, ho capito
che non hanno una vera presa sulla gente, usano un linguaggio che non
arriva a tutti. D’altronde quando hai persone così eterogenee non
puoi fare il capopopolo che cerca di convincere tutti...".
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