Il giorno dopo già si cerca di ridimensionare, rendere particolare, eccezionale il tutto, sia come responsabilità, sia come situazione nel centro di Lampedusa e negli altri Centri.
Così, i "padroni" che fanno milioni e miliardi sull'affare dei CIE e che, come al terremoto de L'Aquila, si sfregano le mani ad ogni arrivo di barconi, difendono i "padroni"; i rappresentanti del governo, che è responsabile dell'esistenza dei lager/Cie, difendono la loro politica.
La Legacoop Sicilia ha dato indicazione ai soci di 'Lampedusa Accoglienza', la coop che gestisce il centro per migranti, "di rimuovere e rinnovare il management attuale e di avviare immediatamente una migliore organizzazione con altre professionalità" - facendone, quindi, solo un problema di "uomini".
Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, sulla stessa linea, dichiara: "Non bisogna colpevolizzare un'intera categoria ma punire individualmente, con severità, chi è responsabile di non rispettare valori del nostro paese".
Il ministro della Giustizia, Cancellieri, "invita alla cautela" e afferma che il problema delle infezioni esiste, ma prima di dare un giudizio bisogna vedere le cose nel loro contesto".
Il giorno dopo, dall'ipocrisia si passa rapidamente alla difesa della loro politica repressiva e razzista che considera gli immigrati in quanto tali criminali, il resto viene di conseguenza. E' di questa politica razzista che sono impregnati chi gestisce i centri; per le Cooperative gli immigrati sono solo numeri, corpi che si trasformano in soldi.
Ma quella di Lampedusa non è affatto un'eccezione, in tutti i lager CIE gli immigrati vengono trattati come bestie, da Bari a Roma, ecc.
SONO I CIE CHE VANNO, TUTTI, CHIUSI! E' LA LEGGE BOSSI-FINI CHE VA CANCELLATA!
Tutto il resto è “schifo”; nè si tratta di "abbellire i lager", come chiede l'Europa.
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"Quel business da 2 milioni al giorno sulla pelle dei migranti: più ne arrivano più guadagnano
PALERMO
- Più ne stipano in una camerata meglio è, più a lungo restano meglio
è, e se sono minorenni ancora meglio, lo Stato paga di più. Ad ogni
barcone che arriva, i "professionisti dell'accoglienza" mettono mano
alla calcolatrice e le cifre hanno sempre molti zeri. Più di 1.800.000
euro al giorno: tanto, nel 2013, ha speso l'Italia per garantire
l'accoglienza ai 40.244 migranti sbarcati sulle nostre coste. Un letto, i
pasti, il vestiario, i farmaci necessari e un minimo di pocket money:
45 euro al giorno è la spesa media per ogni immigrato che mette piede in
uno dei 27 tra centri di accoglienza, centri di identificazione ed
espulsione e centri per richiedenti asilo. Una cifra che aumenta fino a
70 euro se si tratta di minori (8.000 quelli arrivati quest'anno) in
considerazione della particolare assistenza che dovrebbe essere loro
garantita.
È una torta luculliana quella che in Italia si spartiscono ormai da dieci anni veri e propri "colossi" del business dell'accoglienza: dalla Legacoop alle imprese di Comunione e Liberazione, dalle aziende vicine alla Lega alle multinazionali. Le gare bandite dal Viminale, in genere, vengono aggiudicate con un ribasso medio del 30 per cento sulla base d'asta."
È una torta luculliana quella che in Italia si spartiscono ormai da dieci anni veri e propri "colossi" del business dell'accoglienza: dalla Legacoop alle imprese di Comunione e Liberazione, dalle aziende vicine alla Lega alle multinazionali. Le gare bandite dal Viminale, in genere, vengono aggiudicate con un ribasso medio del 30 per cento sulla base d'asta."
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