Roma. In piazza, nonostante il divieto a causa dei "Forconi"
Chiudere la vergogna dei CIE. Stracciare
la Bossi-Fini senza tornare alla Turco- Napolitano. Conquistare una
legge organica che garantisca il diritto d'asilo. Spazzare via il
business dell'accoglienza per conquistare condizioni di vita degne per
chi arriva in Italia, riconoscendo, soprattutto il diritto alla casa e
all'abitare.
Tentare di impedire che questa importante
mobilitazione, che ha al centro il tema della libertà di movimento dei
rifugiati e dei migranti, il diritto alla residenza e ad un’accoglienza
degna, è un atto gravissimo, una limitazione del diritto a manifestare e
della libertà di espressione che non può essere, in nessun modo,
accettata.
La concomitanza a Roma con l’iniziativa
annunciata dai cosiddetti “forconi” non può essere usata come strumento
lesivo della libertà di manifestare.
I contenuti e i temi che i movimenti
sociali romani, le reti di solidarietà con i migranti e i rifugiati, le
associazioni, le scuole di italiano degli spazi sociali e le occupazioni
abitative intendono sollevare hanno un’urgenza e una rilevanza che né
il Prefetto né l’amministrazione comunale possono gestire come un
problema di ordine pubblico, così come stanno facendo con la piazza
dimezzata dei “forconi”.
Invece di chiedere rinvii di data o
immaginare divieti, le istituzioni governative e locali devono ascoltare
la città meticcia che chiede diritti, senza sfuggire alle richieste di
confronto, come alla responsabilità di dare risposte precise e concrete.
In qualità di rappresentante del governo
sul territorio, il Prefetto ha la responsabilità di garantire attenzione
e soluzioni serie alle migliaia di persone, migranti ed autoctoni, che
si sono unite nelle lotte contro l’austerità e contro la precarietà a
partire dalla necessità di un blocco vero, immediato e generalizzato
degli sfratti e degli sgomberi.
Le comunità che compongono questo corteo
sono anche un anticorpo di questa società contro possibili derive
xenofobe, razziste e fasciste che hanno il solo scopo di alimentare
stupide guerre fra poveri, per salvare banchieri e palazzinari, una
classe politica ed un sistema giunti di fatto al capolinea.
Il malessere e il conflitto sociale che
ha visto riempire le piazze di città italiane in questi mesi mercoledì
prossimo sarà rappresentato dalla mobilitazione che partirà da piazza
Esquilino, nei pressi del Viminale, che sfilerà sotto la Prefettura e
raggiungerà la sede del Parlamento europeo in via IV Novembre.
Non sarà la paccottiglia reazionaria che
cercherà di radunarsi a Roma ad ostacolare la libertà di espressione
delle lotte per il diritto alla casa, al reddito, alla dignità.
Con la grande mobilitazione del 19
ottobre e l’occupazione di Porta Pia ha preso corpo un movimento
meticcio che ha lanciato una sfida di cambiamento radicale contro i
signori della precarietà e dell’austerità. Il corteo di mercoledì
prossimo, come le altre mobilitazioni diffuse nelle città italiane,
rappresentano una nuova tappa di questa sollevazione permanente. Non
provate a fermare questo fiume in piena perché è inarrestabile, parla
alla pancia del paese in crisi e si sta preparando ad una nuova
esondazione.
Chi si traveste da forcone e sventola un
tricolore sappia che deve fare i conti con un movimento non disponibile a
fare passi indietro. Ci vediamo in città!
LE LOTTE CONTRO AUSTERITA’ E PRECARIETA’ NON HANNO FRONTIEE!
Movimenti per il diritto all’abitare - Roma
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