(da Repubblica)
Cie Lampedusa, gli immigrati del video shock:
"Urlavano di spogliarci e ci deridevano"
L'autore del filmato: "Minacciato, lasciato senza cibo dagli operatori del Centro". Un altro profugo siriano: "Trattati come macchine all'autolavaggio". La cooperativa che gestisce il Cpsa incassa da 30 a 50 euro al giorno per ogni ospite
"Come ebrei... quelli dei film dei nazisti nei lager!". Pure in quel suo italiano minimo impastato di qualche termine straniero, si intuisce facilmente cosa c'è nella testa di Ahmed quando ricorda il "lavaggio", l'estrema umiliazione consumatasi sulla pelle dei profughi nel piazzale davanti al padiglione bruciato del Centro di prima accoglienza di Lampedusa.
Lui, siriano, è uno di quelli là, gli immigrati nudi e infradiciati del video trasmesso lunedì sera dal Tg2. Il 13 dicembre faceva la fila con gli altri, come gli altri non si sentiva più le mani e i piedi per colpa del freddo, con i capelli zuppi di acqua gelida. E non capiva. "Ridevano - racconta al telefonino che una fonte di Repubblica è riuscita a passargli dentro il Centro - ci gridavano qualcosa, ci hanno fatto spogliare perché loro non si avvicinavano, avevano paura della scabbia". Loro sono gli operatori della cooperativa "Lampedusa accoglienza" che ha in gestione il Cpsa. Nomen non omen, a giudicare da quel trattamento sanitario così vergognoso e difficile da giustificare.
"Scaricavano acqua fortissima sui nostri corpi - continua Ahmed, che nasconde il suo vero nome per paura di rappresaglie - ci faceva male". Dolore fuori. E dentro. "Tutti nudi, uno accanto all'altro. Provavo grande imbarazzo. È stato terribile... perché ci hanno trattato come macchine all'autolavaggio?". La sua domanda rimane appesa, Ahmed chiude la comunicazione e torna a riposarsi sul suo materasso lercio buttato a terra sotto la tenda fatta con le coperte termiche. È "guarito", la scabbia non c'è più. Ma al Centro l'aria è ancora irrespirabile.
Da tre giorni Kahlid ha paura delle ombre. È il ragazzo siriano autore del filmato girato con uno smartphone dalla collinetta sopra il piazzale e consegnato al "Comitato 3 ottobre". Una data, quella, che ha inciso nell'anima: il giorno in cui è arrivato a Lampedusa. E da lì non si è più mosso. "Sono stato minacciato da quattro operatori della cooperativa - denuncia - mi hanno detto "ti rompiamo il culo", "se esci da qui ti ammazziamo"". Temono guai, rischiano il licenziamento. "Da ieri non mi danno più da mangiare, né da bere, né sigarette. Io volevo solo dimostrare i maltrattamenti che subiamo". Sono quasi 70 giorni che sta nel Centro, in attesa di essere sentito dal magistrato per il riconoscimento dello scafista che lo ha portato in Italia. "Le condizioni igieniche sono inumane, non abbiamo coperte, siamo ammassati uno sull'altro, i bagni non funzionano". Ore di imbarazzo per chi quel Cpsa è stato chiamato a gestire e oggi si trova sotto accusa.
La Cooperativa "Lampedusa Accoglienza" appartiene al Gruppo Sisifo, che ha una serie di imprese della Lega Coop. Nel 2012, come documenta una recente inchiesta dell'Espresso, ha ricevuto dallo Stato 3 milioni e 116 mila euro e incassa da 30 a 50 euro per ogni profugo ospitato per ogni giorno di assistenza. Eppure là dentro gli immigrati mangiano e dormono per terra, si diffondono epidemie di pidocchi e scabbia, i bagni sono inguardabili, cani randagi urinano sugli zaini. Si vive nella promiscuità. "Ci sarebbe uno spazio dedicato a donne e bambini al quarto piano di una delle palazzina - spiega Raffaela Milano, di Save the Children - ma ci dormono anche gli uomini perché non trovano altri spazi". In queste condizioni, nessuno si stupisce che si diffonda la scabbia. Così come nessuno crede davvero che la disinfestazione con le pompe d'acqua all'aperto sia soltanto un episodio. "Ci risulta che sia stato fatto altre volte in passato", dice Raffaela.
Come vengono spesi i soldi che arrivano dallo Stato? Anche di questo dovrà rendere conto l'amministratore delegato di "Lampedusa Accoglienza", Cono Galipò, oltre che del "lavaggio" di massa in piazza. Il vescovo di Monreale, monsignor Francesco Pennisi, una spiegazione se l'è già data. "C'è chi approfitta delle sventure altrui per fare affari. Al Cara di Mineo nel cosiddetto "villaggio della solidarietà" ci sono imprenditori del Nord, cooperative legate a politici, fornitori di servizi. Così i centri di accoglienza rischiano di diventare "affari di stato"".
"Il sindaco dell'isola, Giusi Nicolini - "E' una pratica da lager... Una pratica sanitaria non si fa all'aperto, irrorando gli ospiti, nudi, con un tubo. Lampedusa e l'Italia intera - aggiunge Nicolini - si vergogna di queste pratiche d'accoglienza". Il sindaco ha spiegato poi che l'unico soggetto competente per le strutture d'accoglienza è il ministero dell'Interno, anche per le questioni sanitarie. Né Comune né Usl possono intervenire di propria iniziativa."
LE DICHIARAZIONI IPOCRITE DEI RESPONSABILI VERI DI QUESTI LAGER DI STATO.
LORO METTANO UOMINI, DONNE, BAMBINI IMMIGRATI IN QUESTE CONDIZIONI INUMANE, LORO GLI FANNO VENIRE SCABBIA ED ALTRE INFEZIONI....
Letta: "Un'indagine approfondita". "Sono immagini molto gravi, il governo ha intenzione di fare un'indagine approfondita, di verificare e sanzionare qualunque responsabilità".
Alfano: "Chi ha sbagliato pagherà". "Sui fatti avvenuti al centro di primo Soccorso e accoglienza di Lampedusa accerteremo le responsabilità e chi ha sbagliato pagherà". Lo promette il ministro dell'interno Angelino Alfano, che assicura: "entro 24 ore avremo una relazione dettagliata, richiesta dalla prefettura di Agrigento all'ente gestore, per comprendere le ragioni di quanto accaduto e assumere le conseguenti decisioni".
I "DEMOCRATICI" TANTO "SCANDALIZZATI" E "INDIGNATI", MA NESSUNO CHE SI SOGNI DI DIRE CHE QUESTI LAGER VANNO CHIUSI!
Tutti dalla Boldrini all'Arcivescovo tentano di restringere a questo episodio il trattamento da lager nazista, quando esso è "normale", dall'entrata degli immigrati nei Cie a ogni giorno, e riguarda tutte le condizioni, da come sono costretti a dormire e mangiare per terra in mezzo alla sporcizia, ai gabinetti stracolmi e luridi, al sovraffollamento, al trattamento da kapò delle forze dell'ordine e degli operatori delle cooperative sanguisughe...
Boldrini: "Atto indegno di un Paese civile". "Il trattamento riservato agli immigrati nel centro di Lampedusa è indegno di un paese civile". Lo ha dichiarato la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, aggiungendo: "Uomini e donne, per essere sottoposti ad un trattamento sanitario, vengono fatti denudare all'aperto in pieno inverno. Quelle immagini non possono lasciarci indifferenti. Tanto più perché arrivano dopo i tragici naufragi di ottobre e dopo gli impegni che l'italia aveva assunto in materia d'accoglienza. Quei trattamenti degradanti - ha lamentato ancora Boldrini - gettano sull'immagine del nostro Paese un forte discredito e chiedono risposte di dignità. Ringrazio il TG2 per la testimonianza fornita: la buona informazione ci aiuta a non convivere rassegnati con le vergogne del nostro tempo".
"Disumano e inaccettabile". "Disumano ciò che avviene nel centro di soccorso e prima accoglienza di Lampedusa è disumano e inaccettabile". Lo dichiara Khalid Chaouki, parlamentare Pd e coordinatore dell'intergruppo parlamentare sull'immigrazione che denuncia: "Il modo in cui viene effettuato il trattamento antiscabbia dove i migranti anche con queste rigide temperatura invernali sono disposti in fila nudi, lavati solo con una pompa e del disinfettante non è degno di un Paese civile. Oggi stesso - continua Chaouki - depositerò un'interrogazione parlamentare per fare chiarezza e individuare i responsabili di questa vergognosa vicenda. Abbiamo oltrepassato i limiti dell'umano, chiediamo al ministro Alfano e alla ministra Kyenge di riferire con urgenza".
Il pronunciamento dell'arcivescovo. L'arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, presidente della commissione episcopale per le migrazioni della Cei e presidente di Migrantes, ha espresso profonda indignazione per il trattamento a cui sono sottoposti i migranti nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, evidenziato da un filmato diffuso dal TG. Montenegro ha chiesto che venga fatta chiarezza su quello che i telespettatori hanno potuto vedere, e che venga percorsa ogni strada per affermare la verità dei fatti. "La situazione emergenziale che si vive all'interno del centro - si legge in una nota della curia di Agrigento - non può giustificare situazioni e trattamenti che poco hanno a che fare con il rispetto della dignità umana e dei diritti dell'uomo come quelle trasmesse. E questo proprio alla vigilia della giornata internazionale dei diritti dei migranti, stabilita dall'onu, il 18 dicembre".
La Lega delle Cooperative Sociali. "Le immagini del TG2 lasciano indignati e pieni di amarezza... nessuna situazione di emergenza e nessuna condizione di 'pressione' possono giustificare un trattamento che mortifica la dignità delle persone ospiti di quel Centro e che insieme mortifica anche la dignità degli stessi operatori sociali".
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