Quattro "forchette" a piazza del Popolo
Quattro gatti spelacchiati e rabbiosi in piazza del Popolo, a Roma,
per la "temuta" manifestazione dei "forconi". Solo un migliaio di
persone (duemila per gli organizzatori) e molti fascisti, quasi tutti di
CasaPound, oltre al "contadino littorio" che in questi giorni è stato
pluri-intervistato come "leader" della protesta. Non sono mancati pezzi
dell'aristocrazia "nera" di Roma come il principe Ruspoli o la
principessa Comeno nè arnesi del neofascismo italiano come Jonghi
Lavarini giunto da Milano. Il Coordinamento 9
dicembre aveva annunciato almeno 15mila persone, ma non si sono fatti
vedere. "Molti treni diretti a Roma si sono fermati perché rotti" ha
detto Danilo Calvani. Se non è bravo a portare folle in piazza, bisogna
dire che è scarso anche nell'arrampicata sugli specchi.
2° parte delle note sparse di proletari comunisti
Analisi 'rossobrune' nel nostro movimento
Già nell'assemblea di Roma c'erano stati segnali strani... quel cancellare lo sciopero del 18 ottobre, il "fuori ai sindacati" che diventa per alcune posizioni fuori i sindacati tout court... fuori i sindacati di base, che vuol dire cancellare i lavoratori autorganizzati e ridurli a quella massa indistinta di popolo, che poi apre a padroni e padroncini; così come il "senza bandiere" che copre il niente bandiere che diventa 'ne rosse, ne nere'.
La situazione
si è poi clamorosamente aggravata con l'emergenza dei fascio-forconi.
Noi
insistiamo che pure nei movimenti e nel movimenti sindacali dobbiamo fare la guerra a
chi dice stronzate.
Il movimento fascio-forconi è diverso da quello iniziale dei forconi, questa volta sono quattro gatti, con due
focolai gravi: Torino dove i fascio forconi coinvolgono per due giorni elementi del popolo e Barletta dove si registra la fusione con la malavita
organizzata che li mette in grado di ricattare la città, con minacce e violenze.
Certo nella
miscela sociale ci puoi trovare di tutto, ma il segno del movimento è palesemente reazionario, anche a Torino, per questo l'apparizione nelle nostre file della variante 'impazzita' del movimentismo
rosso-bruno costringe ad
uno scarto netto e a far vivere un fronte proletario antifascista in grado di contrapporsi e stroncare i reazionari in movimento.
Non è Reggio Calabria, ora non ci sono Lotta continua e un centinaio di migliaia di militanti rivoluzionari e antagonisti, non ci sono 500mila metalmeccanici che vanno a Reggio. Per cui chi si sposta verso i fascio forconi e la sua base sociale, alimenta e viene mangiato dai fascio-forconi, con stampa e tv al seguito e Grillo-Berlusconi come sponda.
Dovrebbe essere facile capirlo, ma così non è. E meno male che i fascio-forconi si fottono da soli...
Ma guai se invece che sputtanarli, dire la verità alla
gente, dire che la stampa li pompa, settori del movimento si mettono a fare analisi sociologiche, orecchiate e d'accatto, per legittimarli come rappresentativi del popolo.
Proletari Comunisti si è visto costretto ad assumere in questi giorni un ruolo di trincea assoluta contro i fascio-forconi anche contro
gli "amici" dei forconi e le loro analisi (vedi Marco Revelli).
Noi diciamo, per es. "rivolta
popolare", ma è tutto il contrario della ribellione reazionaria in atto.
Noi dobbiamo lottare contro le ideologie equivoche.
Noi dobbiamo lottare contro le ideologie equivoche.
Dobbiamo usare
i blog per combattere apertamente i rosso-bruni, che dilagano
sotto altre vesti.
Poi ci sono compagni e realtà nell'Università della Sapienza, dell'Orientale, che dicono cose
giustissime ma non si contrappongono a chi nel movimento in questo momento, usando il credito del 18-19, sta gettando confusione - per non parlare delle deliranti affermazioni e posizioni dei populisti di operai-contro e la grottesca deriva di nPCI-Carc.
Non pensiamo che ce lo si possa permettere... bisogna scendere a contrastarli.
Bisogna smascherare cosa c'è dietro il linguaggio forbito di scritti su 'Infoaut' che attaccano 'gruppi e gruppetti', per traghettare il movimento nel melange rossobruno.
Non pensiamo che ce lo si possa permettere... bisogna scendere a contrastarli.
Bisogna smascherare cosa c'è dietro il linguaggio forbito di scritti su 'Infoaut' che attaccano 'gruppi e gruppetti', per traghettare il movimento nel melange rossobruno.
C'è senz'altro grande
confusione. Non è vero che la lotta è tutto, il movimento non è tutto e senza un
fine va a sbattere su altre sponde.
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La prima parte delle note sparse
1
1
Ingresso sulla scena dei
fascioforconi, fenomeno inatteso per quanto riguarda le
dimensioni e il gioco di azione e reazione.
Nel comunicato del 28 novembre sull'esclusione di
Berlusconi già indicavamo lo sviluppo possibile di un nuovo partito reazionario di massa di Berlusconi.
Se così fosse i nemici diventano due, ci andava meglio il
“governo delle larghe intese”, oggi abbiamo anche il partito
reazionario di massa in formazione.
Non
è vero che
sono tutti “popolo”, ci sono le masse popolari del nostro campo e le
masse reazionarie del loro campo, che servono il potere borghese.
Quelle del nostro campo hanno ripreso la marcia: c'è stato lo sciopero del
18 e la manifestazione del 19 a Roma. Ma ancora poca cosa rispetto alla prospettiva della rivolta proletaria e popolare necessaria.
2
“Puntare alla
rivolta generale per rovesciare ogni governo dei padroni” perchè sono contro i proletari e masse popolari. La
lotta è lunga e bisogna farla in questa prospettiva - che non è la rivoluzione, ma il nuovo brodo di cultura della rivoluzione. Con la rivolta
comincia la rivoluzione che ha sue leggi.
In questo
contesto si deve ragionare di fascio-forconi.
I
forconi non sono stati sempre la stessa cosa. Oggi vi è una
accentuazionedella
loro natura, da una contraddizione nel blocco sociale di sostegno alla
borghesia imperialista a una deriva aperta di movimento reazionario di
massa fascista.
Nel movimento
dei forconi non è fascista solo chi lo comanda ma sono reazionarie e egemonizzabili dalla reazione tutte le
persone che stanno in piazza, per mentalità, cultura,
classe sociali di appartenenza.
Marx
e Gramsci
queste cose ce le avevano spiegate. Nel processo di crisi in cui il
grande capitale scarica sul piccolo, ceti medi impoveriti si ribellano
da destra per riprendersi ciò che hanno perso, con settori legati alla
feccia dello
Stato e della politica locale e nazionale. Non sono mafiosi, ma la mafia
c'è, sono ribelli incazzati perchè si sentono traditi dal loro potere e
lottano perchè il potere dominante se li riprenda e torni a dargli ciò
che gli ha sempre dato.
Nella
crisi settori reazionari delle masse si staccano dai loro partiti. Se
il
proletariato è forte, le attrae e le neutralizza, se è debole, invece
il passaggio a base di massa virulenta della reazione è nelle cose.
Noi,
la nostra classe, il nostro movimento nello stadio attuale della sua
forza, organizzazione non ha nè può avere tra di esse nessun "amico".
3
La
miscela reazionaria è quindi divenuta pericolosa perchè questi ceti
sociali stanno trovando una forma di
aggregazione e, nell'attuale livello di disgregazione del movimento
proletario, cercano di appropriarsi e di farsi paladini dei diritti
sociali,
e trovano eco tra disoccupati e sottoproletariato.
Anche i disoccupati senza organizzazione di classe e senza che siano organizzati da organizzazioni di classe
hanno una ideologia e prassi da sottoproletario, la loro stessa critica alla
società è moralista. I partiti politici della borghesia appaiono "tutti ladri", ma la questione è più profonda,
sistemica.
La storia ci insegna che quando il
proletariato non è in campo per attrarre ed esercitare egemonia, va avanti la parola d'ordine dei
nazisti di sempre, contro partiti, sindacati, politica, parlamento, tout court, contro le potenze straniere, ecc.
Tutte
le
parole d'ordini del movimento "9 dicembre" sono fasciste, anche quelle
che sembrano essere di 'sinistra' o usate anche dal movimento. Sono
le stesse parole d'ordine, ideologia, cultura della parte più
reazionaria della classe dominante e degli apparati dello Stato, per
questo i poliziotti si tolgono il casco, sono anch'essi dentro questo
movimento, con il cuore e la mente. I poliziotti e chi li comanda sono
fascisti due volte: per la
divisa, e di proprio.
Questo
caratterizza la natura del movimento fascio-forconi. Masse
reazionariamente organizzate
diventano nemiche dei proletari e di tutte le sue forme organizzate,
passate, presenti e future; vogliono un potere dittatoriale e militare
per
schiacciare i proletari, le masse non irregimentate, i rivoluzionari.
Il
manifestarsi
virulento di un fenomeno di massa di questa natura domanda alla
sinistra di classe e di movimento di compattarsi contro questo
movimento, di essere tanti, a dire: quel movimento è reazionario, tutto,
anche se vi sono pezzi di massa ingannate e ancora recuperabili, ma
solo se lo smantelliamo e lo battiamo con tutti i mezzi possibili e
necessari.
Se non si fa questa cosa è il fascismo dilaga.
Se non si fa questa cosa è il fascismo dilaga.
Come
Grillo diceva: votate me se no viene 'Alba dorata', perchè il suo
programma e il suo humus non è altro da 'Alba dorata', così tra noi chi
dice andiamo da questo movimento altrimenti diventa reazionario, ha una
idea della 'sollevazione' non molto diversa dai fascio-forconi.
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