armi italiane che sparano in Libya
Libia, se a sparare sono armi italiane
Maurizio Simoncelli*, 22 febbraio 2011, 10:50
Libia, se a sparare sono armi italiane Politica e pace Mentre continuano a pervenire dalla Libia
drammatiche notizie sulla violenta repressione ad opera del regime, appare utile ricordare che
Tripoli è un partner commerciale importante per l'Italia anche nel settore militare. Infatti in questo
paese è diretto circa il 2% delle esportazioni totali dell'Italia, ponendosi come l'undicesimo paese
importatore delle armi italiane
. Tra l'altro, dopo un leggero calo tra il 2005 e il 2007, nel 2008 il valore delle spese militari libiche ha
ricominciato a crescere, raggiungendo la cifra di 1,1 miliardi di dollari nel 2008, aprendo quindi
prospettive interessanti alle esportazioni di armi.
In base ai Rapporti del Presidente del Consiglio dei Ministri sui lineamenti di politica del Governo in
materia di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, il valore delle
esportazioni di armi italiane alla Libia è in costante crescita a partire dal 2006, anno in cui riprendono
i flussi commerciali tra i due Stati. Le autorizzazioni alle esportazioni italiane in Libia per il 2009 sono
state pari a circa 111,8 milioni di euro, in aumento rispetto ai 93 milioni circa del 2008 (in particolare
bombe, siluri, razzi, aeromobili e apparecchiature elettroniche).
E' utile ricordare che negli ultimi dieci anni diversi sono stati gli accordi stipulati con il regime di
Gheddafi:
• La Agusta Westlands, una società del Gruppo Finmeccanica, ha venduto 10 elicotteri AW109E
Power tra il 2006 e il 2009, per un valore di circa 80 milioni di euro. L'azienda, inoltre, afferma di
avere venduto quasi 20 elicotteri negli ultimi anni, tra cui l'aereo monorotore AW119K per le
missioni mediche di emergenza e il bimotore medio AW139 per le attività di sicurezza generale.
• Joint-venture: la Libyan Italian Advanced Technology Company (LIATEC), posseduta al 50% dalla
Libyan Company for Aviation Industry, al 25% da Finmeccanica e al 25% da Agusta Westlands.
LIATEC offre servizi di manutenzione e addestramento degli equipaggi dei velivoli AW119K, AW109 e
AW139, tra cui servizio di assistenza tecnica, revisioni e fornitura di pezzi di ricambio.
• Nel gennaio 2008 Alenia Aeronautica, un'altra società del Gruppo, ha firmato un accordo con la
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Libia per la fornitura di un ATR-42MP Surveyor, un velivolo adibito al pattugliamento marittimo.
Inoltre, nel contratto, del valore di 31 milioni di euro, sono compresi l'addestramento dei piloti, degli
operatori di sistema, supporto logistico e parti di ricambio.
• Itas srl, una società di La Spezia (secondo il Servizio Studi - Dipartimento affari esteri della
Camera, doc.140-21/05/2010) cura il controllo tecnico e la manutenzione dei missili Otomat,
acquistati a partire degli anni Settanta dal governo di Tripoli. L'Otomat è un missile a lunga gittata
antinave.
• A seguito degli accordi contenuti nel Trattato di Bengasi, nel maggio 2009, la Guardia di Finanza ha
proceduto alla consegna delle prime tre motovedette alla Marina libica per il pattugliamento nel Mar
Mediterraneo, seguite nel febbraio 2010 da altre tre imbarcazioni (da una di queste sono state
sparate raffiche di mitragliatrice contro un peschereccio italiano nel 2010).
La Finmeccanica ha stipulato accordi con società libiche:
• Nel 2009 ha firmato un Memorandum of Understanding per la promozione di attività di
cooperazione strategica con la LIA (Libyan Investment Authority) e con la LAP (la Libya Africa
Investment Portfolio).
• SELEX Sistemi Integrati, società del Gruppo Finmeccanica, ha firmato nell'ottobre 2009 un accordo
del valore di 300 milioni di euro per la realizzazione di un grande sistema di protezione e sicurezza
dei confini.
Solo ora, di fronte alla rivolta popolare che si sta diffondendo nei paesi nordafricani, si scopre che
questi regimi sono illiberali, mentre i governi occidentali li hanno appoggiati a lungo, fornendo
armamenti in cambio di materie prime e opportunamente "distraendosi" sui temi fondamentali del
rispetto dei diritti umani e delle elementari libertà civili conculcate in questi paesi, come nel caso
libico.
fonte:
http://www.paneacqua.eu/notizia.php?id=17023
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