martedì 22 febbraio 2011

pc quotidiano 22 febbraio: ancora un operaio licenziato perchè chiedeva sicurezza in fabbrica

Riceviamo

da Marco Bazzoni Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori


Voglio girarvi la lettera pubblicata sul sito web Diritti Distorti, di un RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza), licenziato solo perché ha fatto il suo dovere, cioè ha richiesto quello che è un suo sacrosanto diritto, cioè che in quell’ azienda si lavorasse in sicurezza, tanto da arrivare al punto da chiamare l’ ASL, perché le sue richieste sulla sicurezza sul lavoro rimanevano inascoltate.Questa lettera ci dimostra come gli RLS non siano tutelati per nulla.Forse “sulla carta" lo sono, ma nei fatti....NO !E quando sento che molti ci chiamano, anche (impropriamente) Responsabili dei lavoratori per la sicurezza, mi si rizzano i capelli.La figura del Responsabile dei lavoratori per la sicurezza NON ESISTE!!!Molte volte sono proprio i datori di lavoro che ci chiamano così, perché vorrebbero scaricare su di noi, la mancata sicurezza sul lavoro, ma noi non siamo responsabili, ma rappresentanti (c’ è una bella differenza).Noi RLS, non abbiamo potere decisionale, che è tutto nelle mani dei datori di lavoro.Siamo solo dei semplici rappresentanti, possiamo solo riportare al datore di lavoro i problemi per la sicurezza sul lavoro che ci sono nell’ azienda o che ci vengono segnalati dai lavoratori, ma non possiamo obbligarlo ad agire. L’ unica cosa che possiamo fare, se le nostre richieste per la sicurezza sul lavoro rimangono inascoltate, è quella di rivolgersi agli Organi di Vigilanza.Fare il Rappresentante per la sicurezza è una "missione", bisogna crederci profondamente, e molte volte paghiamo con il nostro posto di lavoro la nostra intransigenza per la sicurezza sul lavoro, come è successo a Vincenzo Labella.

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Ancora la storia di un delegato alla sicurezza licenziato.


"Mi chiamo Vincenzo Labella di Baragiano Scalo (PZ) ex operaio della Linea Legno Srl, azienda del posto che produce infissi in legno. Ex poiché sono stato licenziato a fine agosto 2009, poiché in qualità di RSU/RLS ho chiesto la messa in sicurezza delle aree più polverose della fabbrica, essendo prive del tutto delle aspirazioni.


Vi lascio immaginare quanta polvere si produce in un’ azienda che lavora il legno. Sono stato assunto nel 2001 come operaio qualificato e fino a quando non mi sono iscritto al sindacato (marzo 2008), ho lavorato nell’ area montaggio e assemblaggio infissi. Subito sono stato spostato nell’ area carteggiatura.


In seguito mi sono candidato per le elezioni e sono stato eletto nell’ aprile 2008 come RSU / RLS e da allora ho incominciato a fare le dovute richieste. Da allora è incominciato l’ incubo, ogni volta che facevo osservare la pericolosità di postazioni o lavorazioni, venivo perseguitato dal titolare o da chi per esso, avevo perso tutta la tranquillità, sia dal punto di vista lavorativo che da quello familiare.


Dopo un anno circa di richieste, per altro per iscritto tramite raccomandate o per fax, ho fatto intervenire l’ ASL di Potenza, la quale accertava tutte le inadempienze che da tempo segnalavo, intimando la messa in sicurezza e sanzionando l’ azienda. D


opo esattamente 2 settimane mi fecero recapitare la lettera di licenziamento con la motivazione: chiusura totale e definitiva dell’ area carteggiatura, guarda caso proprio dove ero stato spostato dopo essermi iscritto al sindacato !Il licenziamento è stato impugnato e purtroppo, anche in seguito a varie vicissitudini, il processo avrà inizio a fine maggio 2011.


L’ azienda ha fatto la DOMANDA RICONVENZIONALE e addirittura mi chiede un risarcimento danni di euro 70.000 solo perché in seguito al licenziamento è uscito un articoletto su qualche giornale, il quale avrebbe rovinato l’ immagine dell’ azienda.

Vi chiederete: e gli operai che ti hanno eletto cosa hanno fatto? Nulla, assolutamente nulla, non hanno speso una parola in mio favore per paura che l'azienda avrebbe chiuso e sarebbero rimasti tutti senza lavoro.Adesso sono senza lavoro con moglie e due figli di 11 anni e con un mutuo da pagare, ma soprattutto la cosa che più mi fa rabbia che non esista una legge che tutela il rappresentante sulla sicurezza dagli “squali padroni” che ogni giorno mettono a rischio la salute dei propri dipendenti.


Distinti saluti


Labella Vincenzo Domenico”

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